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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Mafia Capitale, Zingaretti: "Circondati da squali. C'è rischio di frattura tra cittadini e istituzioni"

Ad un'intervista del Tg3, il presidente ha detto che "gli anticorpi inseriti hanno tutelato le istituzioni". In Aula, poi, ha raccomandato unità delle istituzioni e del confronto politico per contrastare l'illegalità che sta emergendo

"Nella regione Lazio eravamo circondati da un mare di squali, ma sono anche contento di poter dire che gli anticorpi che abbiamo inserito in questi due anni hanno tutelato le istituzioni". Su Mafia Capitale ha parlato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in un'intervista al Tg3.

"Il Pd deve cambiare, era chiaro da tempo. Mi permetto di dire che è l’unico, anche a Roma, che sta provando a farlo - ha continuato il presidente Zingaretti - Abbiamo fatto di tutto: rotazione dei dirigenti, fatturazione elettronica, albo dei fornitori, centrale unica degli acquisti. Questo ha portato, per fortuna, salvo le due vicende sotto inchiesta, a fare in due anni 4 miliardi di euro di gare, nessuna intercettata da questa banda. Ora c’è una lotta, e in questa lotta dobbiamo combattere a difesa della legalità".

Quanto ad un eventuale clima da caccia alle streghe, poi, il presidente Zingaretti ha risposto al telegiornale affermando che "si può generare se tutti vengono messi sullo stesso piano. Una cosa è un incontro, altra cosa è una riunione per commettere dei delitti, cosa che ovviamente non ho mai fatto".

Anche in un intervento di replica in Consiglio Regionale, Zingaretti si è espresso su Mafia Capitale affermando che "al cuore del problema c'è il rischio di una frattura tra cittadini e istituzioni. Questa consapevolezza deve essere il motore di una unità: bisogna insieme, chi ha responsabilità di governo, essere di parte, ma essere una parte che in momenti così delicati prova ad assumere anche ciò che non viene dalla parte che si rappresenta, perchè allora si garantisce l'unità dell'istituzione".

Sul clima che si è creato in Regione, il presidente ha aggiunto che "ho tentato non per pacatezza, scoramento o gentilezza, ma per convinzione politica, di offrire all'aula, pur partendo da posizioni legittimamente diverse, un terreno nel quale riconoscersi per potere sviluppare un confronto. Anzi, sono contento che, pur in toni nei quali non posso riconoscermi, sia tornato, nell'Aula della Pisana, il tentativo di un'interlocuzione politica, che non mi fa velo di dire che condivido. Malgrado tutto ciò che abbiamo tentato c'è un problema di reazione amministrativa e politica se il quadro di illegalità che sta emergendo ha quelle caratteristiche così gravi, che la politica non deve temere, ma capire come contrastare".

Zingaretti ha anche sottolineato che "in questi giorni ho osservato di nuovo un fenomeno molto tipico della politica che ha visto corrispondere, accanto al procedere dell'inchiesta giudiziaria, anche un clima di rissa dentro la politica: non riconoscimento delle ragioni dell'altro, demonizzazione delle richieste di chiarimento, semplificazione degli atti che escono dalle agenzie. Uno schema micidiale in cui la democrazia muore perché di fronte al bisogno massimo di responsabilità della politica, il volto che spesso questa offre è quello peggiore, di litigare e scontrarsi".

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