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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Mafia Capitale, Odevaine: "Buzzi riferimento per Alemanno. Totti? Pagava vigili per proteggere i figli"

In un interrogatorio agli atti del Processo di Mafia Capitale Odevaine parla a ruota libera: dalla firma di una delibera per un complesso edilizio a Bufalotta fino alla scorta dei vigili ai figli di Totti, ecco gli argomenti toccati

Luca Odevaine, ex vice capo di gabinetto del sindaco Veltroni coinvolto nell'inchiesta Mafia Capitale, smaschera i meccanismi della politica romana. Lo ha fatto nel corso degli interrogatori depositati oggi tra gli atti del processo che si è aperto giovedì scorso. Parole che sempre oggi sono state rilanciate da tutte le agenzie e che sono destinate a far discutere. Dal finanziamento delle famiglie titolari delle licenze di Camion Bar, agli accordi in aula Giulio Cesare; dalla firma di una delibera per un complesso edilizio a Bufalotta fino alla scorta dei vigili ai figli di Totti, Odevaine parla a ruota libera provocando, come era facile immaginarsi, reazioni indignate dai personaggi tirati in ballo. 

CAMION BAR - Passaggio interessante è quello sulle licenze per la vendita ambulante. "Preciso che di 500 licenze rilasciate, 430 circa erano tutte intestate a membri della famiglia Tredicine-Falasca, che, fino all'avvento di Giordano Tredicine al consiglio comunale, finanziavano tutta la politica romana", spiega Odevaine nell'interrogatorio dello scorso 15 ottobre e Terni.  Odevaine ne parla perché "durante il periodo di Veltroni, avevo individuato seri problemi nell'assegnazione delle concessioni ai camion bar. Si trattava di licenze che erano state rilasciate con il carattere della temporaneità e in relazione ad ambiti molto ristretti. Molte di esse via via si erano espanse illegittimamente quanto al contenuto e quanto ai tempi".

Chi le assegnava secondo Odevaine era stato prima dirigente del primo municipio, e poi direttore del Gabinetto del sindaco Rutelli, tornò a fare il vicecapo di gabinetto con l'avvento di Alemanno "gestendo insieme a Lucarelli tutti gli affari più rilevanti, e con lui riprendono i contrasti, culminati nella nomina del dirigente al decoro, che lui fece senza interpellarmi, di Mirko Giannotta". Tornando ai camion bar, Odevaine "chiese al sindaco di mandare gli atti in Procura. Egli mi disse di aver sollecitato uno studio delle carte al segretario comunale e all'assessore competente e che io sappia non se ne fece nulla".

SOLDI AI CONSIGLIERI - L'ex vice capo di gabinetto del sindaco Veltroni "smaschera" quella che da tutti viene conosciuta come manovra d'aula. Lo fa tirando in ballo l'ex capogruppo del PD, oggi deputato, Umberto Marroni: "Nella sua qualità di capo dell'opposizione Pd all'epoca dell'amministrazione Alemanno, aveva chiuso con il sindaco un accordo in forza del quale ciascun consigliere comunale aveva a disposizione una somma, originariamente quantificata in 400 mila euro da destinare a iniziative di suo interesse". In riferimento a questa cifra Odevaine li definisce "i cosidetti emendamenti". Su questo punto l'ex vice gabinetto di Veltroni aggiunge che "con l'amministrazione Marino ha cambiato forma". E ancora: "Non so chi l'abbia chiuso sul versante comunale ma riferisce Silvio Di Francia, delegato del sindaco Marino per i diritti, che ogni anno vi erano alcuni bandi nella disponibilità di ciascun consigliere comunale pro quota, nei quali ciascuno dei consiglieri poteva indicare delle realtà di suo riferimento".

Un passaggio questo che ha scatenato l'ira di Umberto Marroni che in una nota annuncia querele: "Ho dato mandato al mio avvocato di denunciare per calunnia il signor Odevaine per le false e assurde accuse mosse nei miei confronti, e a tutti coloro che diffamano la mia persona. Come ho già avuto modo di ribadire non ho mai intrattenuto rapporti nè politici nè personali con il signor Odevaine e nè tantomeno mi sono mai occupato delle sue sorti e le cose che dichiara, oltre ad essere totalmente destituite di fondamento, offendono la mia persona e la mia storia politica".

"Peraltro non si capisce neanche di cosa si parli nel merito, di quali atti o di quali pressioni, e cosa c'entro l'ingegnere Caltagirone, con il quale non ho mai 'pattuito' alcunchè. Una follia detta per sentito dire da un imputato di Mafia Capitale a cui l'avrebbe riferita un altro indagato di Mafia Capitale. Siamo all'assurdo - ha continuato Marroni - non vorrei inoltre che dietro queste dichiarazioni ci fosse una precisa strategia da parte di alcuni imputati di gettare fango e veleni su di me e la mia azione politica da sempre tesa alla serietà, alla coerenza, all'indipendenza e nell'interesse dei cittadini, forse proprio per questo temuta, e per questo chiedero di indagare in tal senso".


SISTEMA BUZZI RIFERIMENTO PER ALEMANNO - Odevaine spiega quindi come "l'amministrazione Alemanno nel giro di qualche anno individuò nel sistema Buzzi il riferimento nel sociale nell'aggiudicazione dei lavori, complice il rapporto di conoscenza che vi era tra Alemanno, Buzzi, Mancini, Carminati e Pisu, nato in carcere tempo prima".  Nel ricordare il passaggio dall'amministrazione Veltroni a quella di Gianni Alemanno, Odevaine, che era stato capo di gabinetto vicario del primo, spiega il motivo per cui conservò lo stesso incarico con l'avvento del secondo. "Diversamente da quello che normalmente accade in questi casi, il nuovo sindaco mi chiese di rimanere fino a luglio. Nella sostanza mi resi conto che egli non credeva di vincere e quindi non aveva una classe dirigente pronta al governo della città. Io accettai e in tale periodo egli mi presentò Riccardo Mancini e l'onorevole Pisu, indicandomeli come interlocutori per suo conto per tutte le questioni di mio interesse. L'ambiente non mi piacque particolarmente". Odevaine più avanti aggiunge: "Nella gestione del Comune, Mancini e Pisu mi dissero di voler inserire nei ruoli apicali e dirigenziali persone che, a prescrindere dalla loro competenza e dalla competenza di chi in precedenza rivestiva quei ruoli, fossero di loro fiducia. Mi dissero anche che la città era stata governata da lungo tempo dalla sinistra e che occorreva sostituire i referenti che la sinistra aveva nel sociale (cooperativa di sinistra) con referenti della destra". Ma, visto che "la destra non aveva soggeti economici di riferimento che avessero tali caratteristiche" ecco la scelta della maggioranza di Alemanno di premiare il sistema Buzzi.
 

BUFALOTTA - Odevaine parla poi di una presunta tangente per la costruzione di un complesso edilizio alla Bufalotta. Si tratta di un racconto de relato. "Riccardo Mancini mi disse che era stata pattuita una tangente, pagata dal costruttore, in relazione all'affare edilizio della Bufalotta, nella direzione di Marroni, Smedile e Alemanno". Odevaine ha poi spiegato che nel periodo in cui, sotto Alemanno, rivestiva la carica di vicecapo di gabinetto vicario "Mancini mi disse che non ero particolarmente amato neppure dai miei referenti politici. In particolare mi disse che in occasione di un incontro tra il sindaco e il capogruppo dell'opposizione Marroni e il presidente della commissione urbanistica Smedile, entrambi appartenenti all'apposizione, era stata chiesta la mia testa". Poi Odevaine prosegue: "La ragione credo fosse da individuare nei contenuti di quell'incontro, che avevano ad oggetto delle delibere urbanistiche relative alla fiera di Roma e alla Bufalotta. Si trattava di un settore di interesse su cui nel periodo di Morcone commissario vi era stata una forte pressione di Smedile e Marroni, pressione cui il commissario ed io resistemmo, nel senso che facemmo passare le delibere che erano state già approvate in commissione, mentre bloccammo altre. Con Alemanno, i due ripresero la questione".

Alemanno si difende: "Basandosi su una serie di “sentito dire” e di teoremi personali l’ex Vice Capo di Gabinetto di Walter Veltroni cerca di dare un orientamento politico ai suoi interrogatori, inventandosi tangenti inesistenti e accordi trasversali tra destra e sinistra che mi dovrebbero riguardare. La balla più clamorosa è quella relativa ad una tangente di Caltagirone per la questione di Bufalotta, che sarebbe stata indirizzata ad esponenti di sinistra oltre che al sottoscritto. Luca Odevaine nel suo delirio si dimentica un piccolo particolare: la nostra Amministrazione non ha approvato alcuna delibera riguardante Bufalotta, i cui atti politici e amministrativi risalgono tutti all’epoca di Veltroni”.

TOTTI - Odevaine conferma quanto riferito da Buzzi su Totti. Difendere un campione di calcio ed i suoi figli. Per questo i figli di Francesco Totti sarebbero stati "vigilati" dalla polizia municipale. "E' vero che dei vigili urbani facevano vigilanza ai figli del calciatore Francesco Totti - ha detto Odevaine - ma lo facevano fuori dall'orario di lavoro e venivano pagati in nero, dallo stesso Totti". Insomma "l'esigenza era nata dal fatto che era giunta una voce di un progetto di rapimento del figlio di Totti. Ne parlai con il colonnello Luongo dei carabinieri, il quale, tenuto conto della genesi e della natura della notizia, convenne con me che non era il caso di investire il comitato per la sicurezza, ma che si poteva trovare un modo per provvedere".

Il Comando Provinciale dei Carabienieri però precisa:  "In ordine a quanto riportato da alcune Agenzie di stampa circa le dichiarazioni rese da Luca Odevaine su un presunto progetto di rapimento del figlio di Francesco Totti, si precisa che nell’anno 2008, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Roma ha svolto specifiche indagini finalizzate a verificare la fondatezza di notizie acquisite da persone dell’entourage del calciatore, circa un presunto piano di sequestrarne i bambini con finalità estorsive.
Le indagini, effettuate anche con mirate attività tecniche e perquisizioni domiciliari delegate dalla Procura della Repubblica di Roma, dimostrarono l’infondatezza delle notizie in argomento.
All’epoca dei fatti l’allora Colonnello Luongo non ricopriva incarichi presso il Comando Provinciale di Roma e non fu interessato della vicenda da parte di alcuno".

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