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Mafia capitale, giunta compatta intorno a Marino: "Andiamo avanti"

Gli assessori: "Un commissariamento sarebbe paradossale". Intanto Gabrielli ha mandato le lettere di sospensione per i consiglieri arrestati. Scioglimento per mafia? "Il 15 giugno attendiamo la relazione dei commissari del prefetto"

Il grido di battaglia è lo stesso alzato anche ieri, come uno scudo di fronte alle richieste di dimissione, sia dal sindaco Ignazio Marino sia dal commissario del Partito democratico romano Matteo Orfini: “Si va avanti”. La giunta capitolina si riunisce il 'day after', in un Campidoglio blindato ai giornalisti, e fa quadrato intorno al primo cittadino dopo la seconda ondata di arresti di mafia capitale: “Siamo tutti con Ignazio e nessuno si dimetterà” il coro unanime. “Marino rappresenta la vera novità della città”. 

NIENTE DIMISSIONI - Gli assessori rigettano l'ipotesi di un commissariamento. “Sarebbe paradossale il commissariamento di una città quando proprio chi la governa ha contribuito in modo decisivo a far uscire il malaffare dal Campidoglio” commenta l'assessore ai Lavori Pubblici Maurizio Pucci. “Dobbiamo preoccuparci del 'mondo di sotto', degli ultimi, e lo stiamo facendo” replica Francesca Danese, assessore alle Politiche Sociali. E ancora: “Siamo tranquilli così come il sindaco” ribatte l'assessore alla Cultura, Giovanna Marinelli, spiegando che “il clima in Giunta era assolutamente positivo e costruttivo, con la convinzione di tutti di andare avanti uniti continuando il percorso di pulizia”. 

SI VA AVANTI - Aggiunge Estella Marino: “Abbiamo fatto una riflessione su quanto accaduto, la Giunta va avanti perché abbiamo sin dall'inizio portato agli inquirenti tutto quello che trovavamo di non corretto assicurando il massimo supporto per fare pulizia”. Poi ha spiegato: “Questa amministrazione, come chiariscono le intercettazioni, ha contrastato tutti i fenomeni che c'erano di formazione di meccanismi deformanti, su questo lavoro faticosissimo andiamo avanti”. Nessuna dimissione. Nessun passo indietro. Nessun timore che l'attività capitolina possa subire rallentamenti o blocchi dell'attività. Giurano tutti. “Chi ci ha preceduto ha creato questo danno, noi abbiamo contribuito a combatterlo e continuiamo a farlo. E proprio per questo andiamo avanti con l'azione di liberazione della città di Roma dal malaffare” ha aggiunto Pucci. 

LE SOSPENSIONI IN CONSIGLIO - Intanto però oggi il prefetto di Roma Franco Gabrielli ha inviato al Consiglio comunale la richiesta di sospensione dalla carica delle persone colpite ieri dagli arresti. Un vero e proprio terremoto politico per l'Aula Giulio Cesare, con ben quattro consiglieri da sostituire e con una maggioranza investita in pieno dallo tsunami degli arresti. Gli interessati sono Giordano Tredicine (Pdl), Mirko Coratti (Pd), Massimo Caprari (Centro democratico) e Pierpaolo Pedetti (Pd). Nei prossimi giorni l'aula Giulio Cesare procederà con la surroga temporanea e al loro posto entreranno i primi quattro non eletti. 

IL PREFETTO – E se le dimissioni si allontanano, rimane un'ipotesi da vagliare quella dello scioglimento del Comune di Roma per infiltrazioni mafiose. “La decisione verrà presa entro i 45 giorni successivi al 15 giugno, giorno in cui la commissione incaricata dalla prefettura di verificare se la criminalità è entrata in Campidiglio o meno renderà nota la sua relazione” ha spiegato il Prefetto Franco Gabrielli intervenendo a intervenuto a Radio Roma Capitale all'interno della trasmissione 'Ma che parlate a fa?!' condotta da Paolo Cento. 

LA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE - Sul Campidoglio infatti pende come una spada di Damocle l'esito della relazione della commissione d'inchiesta nominata dal predecessore Giuseppe Pecoraro in seguito agli arresti della prima fase dell'inchiesta 'Mondo di mezzo'. La commissione di accesso avrebbe dovuto terminare il suo lavoro entro il 15 marzo ma la sua attività venne prorogata di tre mesi e scadrà il prossimo 15 giugno. “La relazione al momento è già 'corposissima' e composta da "oltre 700 pagine” ha continuato Gabrielli. “All'esito di questa attività il prefetto avrà 45 giorni di tempo", durante cui "formulerà la sua valutazione anche sentito il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica" che "sarà allargato al procuratore” Giuseppe Pignatone. "All'esito di questa vicenda il ministro dell'Interno farà una sua ulteriore istruttoria, e qualora dovesse ritenere che il Comune di Roma è stato infiltrato e quindi ritenesse che possa e debba essere sciolto, produrrà la proposta al Cdm che nel nostro Paese è l'organo che procede allo scioglimento dei consigli comunali". 

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