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Macro Asilo, stop al progetto. Pietroiusti: "Da De Finis ottimi risultati ma adesso serve un bando"

Il nuovo direttore sarà selezionato con un bando. Intervista al presidente di Palaexpo Cesare Pietroiusti

“L’avviso pubblico per selezionare il nuovo direttore del Macro non è una bocciatura del lavoro di Giorgio De Finis ma il tentativo di dare al progetto uno sviluppo trasparente e integrato in una logica più ampia”. Cesare Pietroiusti, artista di lungo corso, docente e presidente di Palaexpo dal luglio del 2018 spiega a Romatoday l'obiettivo del bando emesso dalla società capitolina. Un bando che promuove l’esperienza di De Finis ma che, nei fatti, la supera. 

Per trovare il nuovo direttore del Macro siete ricorsi a un bando pubblico. E' una bocciatura per De Finis?

Parto da una premessa, per me e per il cda di Palaexpo Macro Asilo è un esperimento che ha prodotto risultati straordinari in termini di partecipazione e di creazione di nuovo pubblico. Siamo interessati a nuovi modelli e credo che il Macro Asilo abbia indicato una visione per il museo pubblico in un momento in cui quest'ultimo non ha le stesse possibilità di investimento delle realtà private nell’organizzazione di grandi mostre. In questo quadro il Macro Asilo è uno tra i primi musei in Europa ad aver portato a un’emancipazione del pubblico attraverso la partecipazione e non solo con il semplice livello qualitativo della mostra. 

Allora perché interromperlo?

La scelta di De Finis è stata opportuna da parte della giunta capitolina per far ripartire un museo che viveva un momento di grande debolezza e senza una visione. Però va ricordato che era nelle intenzioni iniziali che il Macro Asilo sarebbe durato 15 mesi. De Finis è stato scelto dal vicesindaco Bergamo in assenza di un cda per Palaexpo e in una condizione di eccezionalità procedurale. Ora Palaexpo ha un cda e questo esperimento deve essere inserito in un progetto più ampio che prevede l’integrazione dei diversi spazi in nostra gestione. Per questo la pubblicazione del bando pubblico non è una bocciatura al lavoro di De Finis ma al contrario un tentativo di dare al progetto uno sviluppo trasparente, integrato in una logica più ampia. Abbiamo scelto la stessa procedura per il Mattatoio. Tutti possono partecipare. De Finis, prima della pubblicazione dell'avviso, ci ha sottoposto un nuovo progetto nel quale recupera l’idea della mostra. Ma abbiamo preferito aprire ad altre proposte perché per noi ora è necessario integrare il Macro nella logica complessiva della nostra proposta. Inoltre pensiamo che un museo di arte contemporanea si prenda le sue responsabilità nella scelta dei progetti artistici.     

Leggi intervista a Giorgio De Finis: "Il museo autogestito fa paura alle istituzioni" 

De Finis sostiene che la libertà che caratterizza la programmazione del Macro Asilo ha spaventato le istituzioni cittadine. Cosa ne pensa?

Il principio della libertà guida da sempre il mio lavoro di artista ma non va confuso con le questioni che riguardano l’apertura caratterizzata dall’esperienza del Macro Asilo. Sono molto favorevole all’apertura nel senso della possibilità di accesso a categorie ampie di persone ma, dopo 40 anni di ricerca artistica, non posso rinunciare all’idea che la sperimentazione rigorosa abbia un valore. Come amministratori dobbiamo essere in grado di garantire entrambi gli aspetti. 

Nel programma di De Finis sono comparsi i nomi di molti artisti e intellettuali importanti. Pensa che De Finis non sia stato abbastanza rigoroso nella selezione delle realtà a cui dare spazio?

Penso che abbia valorizzato principalmente l'aspetto dell’apertura. Era una scelta dichiarata fin dall’inizio. Però un museo di arte contemporanea non può rinunciare alla responsabilità di scegliere un progetto artistico rispetto a un altro. 

Il bando scadeva il 22 luglio. Avete ricevuto delle proposte?

Tantissime. Ora speriamo di riuscire ad analizzarle tutte. 

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