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Pochi macchinisti sulla Metro A a Capodanno, Improta: "Indagine su 152 guidatori"

Il sindacato Cambia Menti contesta la ricostruzione di questi giorni: "I macchinisti non hanno dato la propria disponibilità a svolgere i turni destinati alla copertura del servizio che venivano assegnati su base volontaria"

Se in via della Consolazione piangono, in via Prenestina non ridono. Il Capodanno amaro dei dipendenti capitolini non è solo quello dei vigili e non è solo il comandante Clemente a masticare amaro per una gestione delle risorse umane non impeccabile. Ci sono anche i macchinisti Atac a far penare l'assessore alla Mobilità Guido Improta. Una bomba deflagrata in tutta la sua potenza simbolica in un cartello, quello della metro A, che annunciava dalle 23.30 alle 2.00 frequenze anche di 30 minuti per assenza di personale. Cosa è successo l'ha spiegato l'azienda.

A fronte di una necessità di 24 macchinisti per coprire lo straordinario dalle 23.30 alle 2.30, Atac ha avuto la disponibilità solo di 7 macchinisti. Tanto che già la sera del 31 poco dopo le 19, infoatac twittava: "Metro A-B-B1 attive sino ore 2.30; dalle 23.30 in base disponibilità personale viaggiante frequenza puo' raggiungere i 30 minuti". Secondo quanto riferito dall'azienda invece "non si sarebbero registrati invece disservizi ne' sulla linea B, ne' sulla B1.

Come per i vigili però gli strascichi sono pieni di polemiche. L'assessore Improta in un'intervista a Repubblica ha rivelato i retroscena di quanto accaduto. Secondo il responsabile della mobilità "sono stati firmati due accordi che prevedevano macchinisti in servizio a cui sarebbero andati 250 lordi. L'Atac ha responsabilità per aver firmato così in ritardo, ma le carte si firmano in due. Tutto quel tempo ha permesso però a chi voleva fare scherzetti di entrare in azione". Improta rivela che "sospettavamo che qualcosa potesse accadere e per questo avevamo attivato preventivamente con la Asl le visite fiscali in 10 casi. Un macchinsita non è stato trovato in casa dal medico: per lui scatterà la sospensione dello stipendio per 10 15 giorni. Ma le verifiche vanno avanti su tutti i 152 macchinisti della Metro A". A tanto ammonta infatti il bacino dei possibili straordinaristi. Da lì dovevano provenire i 24 che avrebbero dovuto garantire il servizio. Tra loro ci sono stati i no che hanno portato al vuoto in 17 caselle.

Lo stesso assessore guarda oltre e spiega che "entro maggio 2015 tutti i bus dell'Atac dovranno avere l'Avm, un sistema di monitoraggio da remoto per sapere in ogni momento dov'è e cosa sta facendo un autobus. Il sindacato si è sempre opposto, ma ci sono molti modi per far aspettare le persone alle fermate. Sono tutti giochini da parte di una minoranza che però così penalizza la percezione di tutto il servizio e dell'azienda".  

Ancora prima dell'intervista di Improta a commentare quanto accaduto la notte di Capodanno era stato il sindacato CambiaMenti, quello presieduto dalla pasionaria Micaela Quintavalle: "Il servizio, come negli anni passati, era previsto su base volontaria e pochi turni erano compresi nel servizio ordinario. Senza trascurare che durante tutto l’arco dell’anno i turni sono abbinati a straordinari, ed è così che prosegue in maniera quasi normale ovvero conciliando mancanza di personale e tagli delle corse. Semplicemente non si è raggiunto un accordo sulla remunerazione per la giornata in questione ed i macchinisti non hanno dato la propria disponibilità a svolgere i turni destinati alla copertura del servizio che venivano assegnati su base volontaria".

Il sindacato autonomo va poi oltre e attacca: "Puntare il dito contro la malattia e non raccontare tutta la storia è indecoroso e fuorviante verso chi paga per un servizio che speri diventi efficiente un giorno. Bisogna raccontare di quei colleghi che erano di riposo, in ferie e le altre assenze programmate delle quali si sapeva in anticipo quanto sarebbe stata la forza lavoro operativa quel giorno. Tutti  però dimenticano che fare affidamento su un servizio “a base volontaria” non può permettere che si trovino capri espiatori tra i lavoratori solo perché la politica e l’Atac non si impegnano a reperire quella che è la reale esigenza per far funzionare il trasporto pubblico locale di una città come Roma. Invece 350 neo conducenti a tempo determinato che hanno visto scadere il loro contratto di servizio e di cui la parte produttiva dell’azienda ha esiziale bisogno non sono stati confermati".

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