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Urbanistica, è Montuori il post Berdini: "Non rinnego l'esperienza con Veltroni"

Il neo assessore ha svolto il ruolo di consulente nell'amministrazione Veltroni. "La parola rinnegare non è nel mio vocabolario. Era un'esperienza che ritenevo giusta in quel momento"

Una persona che "condivide la nostra visione di città e il percorso del Movimento cinque stelle nel quale le decisioni sono partecipate". E' stata ufficializzata oggi pomeriggio, nella sala della Protomoteca in Campidoglio, la nomina di Luca Montuori ad assessore all'Urbanistica e Lavori Pubblici del Comune di Roma. Una scelta interna, quella della sindaca Virginia Raggi, dopo il burrascoso addio di Paolo Berdini, certamente il più outsider tra gli assessori della sua Giunta, il meno incline a "decisioni partecipate".

L'architetto romano, 51enne, docente di Roma Tre dove si occupa di progettazione urbana, ha svolto il ruolo di capo segreteria di Luca Bergamo, l'assessore promosso a vicesindaco da Raggi dopo il terremoto dell'arresto di Raffaele Marra e il passo indietro di Daniele Frongia. "E' un professionista che lavora con noi già da qualche mese e abbiamo già avuto modo di provarne l'affidabilità" sottolinea la sindaca. Montuori alleggerirà Raggi non solo della delega all'Urbanistica ma anche di quella ai Lavori Pubblici, seppur in via temporanea. "I due assessorati saranno divisi" la precisazione. "Stiamo continuando a effettuare colloqui per trovare un altro assessore".

Montuori non avrà compito facile tanto che in Campidoglio stanno già pensando allo staff da affiancargli del quale non farà parte, ha precisato Raggi, "l'avvocato Luca Lanzalone". Sui 'dossier' bollenti che lo aspettano sulla scrivania non si sbilancia. Sullo Stadio della Roma, dopo la "decisione importantissima" presa dal Campidoglio, "bisogna lavorare" con la consapevolezza che "se fatto al meglio sarà un'occasione per la città", mentre in relazione agli altri nodi urgenti da sciogliere, dall'ex caserma di via Guido Reni ("anche io ho partecipato al bando ma ho perso" ammette) agli ex Mercati Generali, passando per l'intricata situazione dei Piani di zona, la linea è comune: "Devo verificare a che punto siamo arrivati".  

TUTTI I DOSSIER PIU' CALDI SUL TAVOLO DEL NUOVO ASSESSORE 

Montuori parla della "sfida difficile ma bellissima" che rappresenta governare l'Urbanistica in una metropoli come la Città Eterna, parla di "reti" per unire "una città fatta da piccole città", di una Roma Capitale "che si estende da Civitavecchia a Rieti, fino a Latina", alludendo, forse, alla geografia dei pendolari che la vivono ogni giorno. Altro indizio: "Il ruolo pubblico sarà centrale". Una visione, questa la presentazione, "allineata agli ideali del M5S". Un tuffo in mare "senza ciambella" dice lui. Non esattamente, lo rassicura la sindaca: "La tua ciambella siamo noi". Poi gli scogli 'stampa' e 'uffici', insidia e motore di qualsiasi assessorato: "Aprirò subito un dialogo con i giornalisti e con gli uffici, perché da soli non si fa nulla". 

Salutato il professor Berdini, vero e proprio simbolo cittadino di un determinato modo di concepire la città pubblica, acerrimo nemico della stagione dell'urbanistica contrattata più volte finita nel mirino dagli stessi esponenti pentastellati, quale sarà la Roma che disegnerà il nuovo assessore all'Urbanistica? Il punto di distanza massima si cela in un particolare della sua biografia, quello che lo ha visto consulente della Giunta Veltroni. "La parola rinnegare non è nel mio vocabolario. Ho lavorato per questa città. Era un'esperienza che ritenevo giusta in quel momento" ha spiegato. Il suo, del resto, era un ruolo tecnico: "Preparavo concorsi per ribadire già allora che la città era pubblica ed è di tutti".

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