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Sanità, visite arretrate e tempi raddoppiati: si allungano le liste d'attesa. Cgil: "Servono 10mila assunzioni"

A parlare Cgil e Fp Cgil di Roma e del Lazio: "Il serio rischio per i cittadini è quello di dover riversare le richieste sui servizi privati"

Dopo l'Ordine dei medici anche i sindacati lanciano l'allarme sulle liste d'attesa per le visite ambulatoriali. Da un lato le prestazioni da recuperare dopo la sospensione dovuta all'epidemia, si stima circa un milione. Dall'altro i tempi raddoppiati per ogni visita causati dal rispetto dei protocolli di prevenzione e dalle sanificazioni necessarie tra un paziente e l'altro. Una situazione che per Cgil e Fp Cgil di Roma e del Lazio può essere affrontata solo "con un investimento sul personale". Tradotto in numeri: "Servono circa 10mila unità". 
Scrivono in una nota: "Con la fase appena successiva all’emergenza, la ripresa delle attività ambulatoriali e delle prestazioni specialistiche rischia di portare nel Lazio a un collo di bottiglia".

La stima è che ci siano "oltre un milione di prestazioni non erogate in emergenza Covid19, quindi da recuperare", denunciano. "A queste si aggiungono le nuove richieste e le nuove prenotazioni: i tempi di attesa, data anche l’ulteriore dilazione temporale conseguente al rispetto dei protocolli di prevenzione, sono raddoppiati. Rispetto a prima della pandemia, a parità di condizioni, si erogano nello stesso tempo circa la metà delle prestazioni".

Così, "tra arretrato da recuperare e 'velocità' dimezzata, il serio rischio per i cittadini della regione è quello di dover riversare le richieste sui servizi privati. In un momento in cui è sotto gli occhi di tutti il disagio sociale ed economico che ha travolto e continuerà a travolgere nei prossimi mesi il mondo del lavoro e quindi anche la capacità di spesa dei cittadini, al netto del fatto che ormai non ci siano dubbi di cosa voglia dire concretamente sanità pubblica: ovvero quanto sia importante che sia il pubblico a garantire e regolare i servizi universali alla salute", proseguono Cgil e Fp Cgil.

La richiesta dei sindacati è quindi quella di "investimenti straordinari" sia per il personale sia per l'acquisto di nuovi strumenti. Il Lazio, infatti, ha affrontato la situazione dell'emergenza Covid-19 dopo anni di tagli dovuti al commissariamento della sanità. Dopo anni di "blocco del turn over, solo dal 2018 si è iniziato a fermare l’emorragia di personale che ha pressoché dimezzato figure specialistiche, di medici come di tutto il personale sanitario, nel sistema pubblico regionale, mentre comunque i pensionamenti , data l’età media di chi è in servizio, andranno avanti".

Per i sindacati servono quindi investimenti "nelle dotazioni organiche come strumentali. Ribadiamo l’assoluta necessità di un piano straordinario che nel biennio 2020/21 arrivi a 10 mila unità, tra assunzioni a tempo indeterminato, da graduatorie aperte (come nel caso di infermieri o ostetriche) o da nuovi concorsi per le figure per le quali non ci sono graduatorie di idonei da cui attingere, e re-internalizzazioni delle attività sanitarie oggi affidate in appalto, per immettere nel sistema il congruonumero di professionisti necessari e iniziare a sanare la profonda ingiustizia che vive oggi il sistema sanitario, dove a stesso lavoro non corrispondono stessi diritti".

A condividere l'appello è la capogruppo regionale della Lista civica Zingaretti e membro della commissione Sanità, Marta Bonafoni: "Il Lazio ha saputo reagire con efficienza ed efficacia alla crisi pandemica, riuscendo a contenere in maniera importante il numero dei contagi e dei decessi, nonostante la complessità di un territorio con una popolazione di sei milioni di abitanti e con i flussi e gli spostamenti di una città come Roma. Ora però è indispensabile e doveroso guardare a ciò che del sistema va migliorato, accelerando rispetto alla tabella di marcia che la giunta e la maggioranza della Pisana già si erano date: occorre potenziare il sistema sanitario territoriale, i servizi e l’integrazione socio-sanitaria, l’assistenza specialistica, domiciliare e residenziale. Per farlo occorrono visione, risorse e investimenti". 

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