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Smeriglio: "Ecco la lista civica per riconquistare il Lazio. Liberi e Uguali sostenga Zingaretti"

Domenica la presentazione della 'Lista civica Zingaretti Presidente'. Intervista a Massimiliano Smeriglio

Saranno le note di 'Todo cambia' della cantante argentina Mercedes Sosa, interpretate da Tosca, ad aprire la presentazione della 'Lista Civica Zingaretti Presidente' (appuntamento alle 10.30 presso 'Nazionale Spazio Eventi' in Via Palermo 12), la nuova esperienza politica intrapresa dal vicepresidente regionale Massimiliano Smeriglio nella quale confluiranno gli ex esponenti di Sel in regione. Un'esperienza che mette insieme "realtà diverse" che si confrontano sui temi della partecipazione e dei beni comuni. Fuori dal dibattito sulla formazione di un soggetto di sinistra, di carattere locale, ma senza nascondere le biografie di quanti, da quella sinistra, provengono. Con un appello a Liberi e uguali: sostenere Nicola Zingaretti. 

Che lista sarà quella che presenterete domenica?

La 'Lista civica Zingaretti presidente' è il frutto di un lavoro iniziato ormai cinque anni fa. Stiamo portando avanti una ricognizione, con un'attenzione particolare a quelle realtà che si sono distinte sul terreno della partecipazione, del civismo e della lotta per i beni comuni. Si tratta di una serie di soggetti che da tempo hanno iniziato un percorso di condivisione molto forte con la Regione. Penso per esempio all'amministrazione comunale di Latina, che da poco ha avviato l'Azienda per i Beni Comuni; a percorsi simili ad Aprilia; alla filiera dei Comuni virtuosi; ad esperienze civiche come Sezze bene comune, una lista che ha ottenuto il 15 per cento e con la quale stiamo dialogando. Non solo. C'è anche il mondo della scuola, con diversi dirigenti scolastici e docenti che daranno il loro contributo e con personalità di importanti presidi pubblici formativi come, per esempio, coloro che hanno affrontato il tema nell'area terremotata di Rieti. La lista sarà quindi caratterizzata dai temi del civismo, della scuola pubblica, della sanità e dei beni comuni. 

L'aggettivo scelto per la lista è 'civica'. Vi confluiranno, però, anche i consiglieri del gruppo 'Per il Lazio' che provengono dall'esperienza di Sel. Sarà anche una lista di sinistra?

Tengo molto all'idea che questa lista sia un contenitore di storie diverse che si incontrano sui temi. Per esempio: quale progetto abbiamo per questa regione che vogliamo continuare a cambiare. Tecnicamente non è una lista di sinistra. E sottolineo provocatoriamente che di tutti coloro che sono impegnati nel mantra della ricostruzione della sinistra non ce n'è uno che utilizzi questa parola nel simbolo, a nessuna latitudine. Né io né i consiglieri uscenti di Sel abbiamo intenzione di nascondere la nostra storia. Ritengo che Sel sia stata una straordinaria esperienza di innovazione politica, dal mio punto di vista la più avanzata a cui ho partecipato, poi arenatasi e riportata indietro sul piano culturale. 

Gli ex consiglieri di Sel faranno parte della nuova lista? Ci può anticipare qualche altro nome?

Ci saranno gli uscenti che hanno fatto parte del gruppo di Sel (Gino De Paolis e Marta Bonafoni) con Daniela Bianchi e Rosa Giancola. Saranno con noi anche Michele Baldi e Gianluca Quadrana, attualmente nella lista civica. Al lavoro per la costituzione della lista c'è anche l'ex sindaco di Rieti, Simone Petrangeli. La sua candidatura è probabile ma non ancora sicura. Non sarà candidato ma sta sostenendo la formazione della lista Giuseppe Celli, ex consigliere regionale ed esponente di un'ampia rete di cittadini. I nomi saranno espressione di diverse provenienze che si incontrano sul terreno dei temi, che è il tratto principale della lista, senza fare l'esame del sangue a nessuno. 

Cinque anni di governo alle spalle e una candidatura per altri cinque ancora. Qual è il bilancio del governo Zingaretti nel Lazio? Su quali temi è necessario un cambio di passo per il futuro?

Partendo dal presupposto che si può sempre fare di più e meglio non bisogna dimenticarsi che cinque anni fa l'immagine della Regione era quella dei Fiorito e delle feste a Cinecittà vestiti da antichi romani. Quella di una Regione indebitatissima senza alcuna capacità di immaginare il proprio futuro. Con Zingaretti abbiamo invece portato avanti un grande lavoro che ha tenuto insieme capacità di risanamento finanziario e redistribuzione di opportunità. Penso ai fondi europei o alle borse di studio. In cinque anni siamo passati da 16 mila vincitori, di questi circa 6 mila non venivano pagati perché la Regione non aveva i soldi, agli attuali 21 mila. Abbiamo inventato 'Torno subito', con il progetto per sostenere il microcredito per le attività artigianali e commerciali, il progetto 'Riesco' dedicato ai 18-29enni in difficoltà formativa e lavorativa. Su alcuni temi abbiamo innescato una vera e propria rivoluzione. Cito anche il trasporto pubblico locale e l'accessibilità per i pendolari alla capitale, decisamente migliorata. Il giudizio di questa esperienza è molto positivo.

E per il futuro?

La sanità. In questi cinque anni abbiamo lavorato per chiudere con la stagione del commissariamento, che non è un fatto contabile ma significa diventare proprietari del sistema sanitario regionale, potendo far ripartire gli investimenti. Il risultato è stato raggiunto ma il sistema è ancora in sofferenza. Dall'umanizzazione delle cure alle lunghe attese nei pronto soccorso, sulla sanità dobbiamo tornare con più convinzione migliorandola e rendendo possibile ciò che fino ad oggi non lo è stato per i motivi strutturali che ho citato prima. Non solo. Risolti i fondamentali finanziari, ora dovremmo aprire una riflessione sul modello di sviluppo per il Lazio, un territorio che in relazione al numero di abitanti ha un Pil che pesa come quello dell'intero Portogallo. Il tema vero, oggi, è come rispondere alla persistenza della crisi modificando il modello di sviluppo. In un territorio pieno di università e centri di ricerca, credo che il Lazio debba puntare sull'economia della conoscenza. 

Come lista vi siete dati un obiettivo in termini di voti?

Puntiamo ad un vero e proprio exploit. I sondaggi favoriscono il rapporto con i cittadini e noi abbiamo anche un vantaggio in termini competitivi che deriva dalla biografia del presidente Zingaretti e della sua squadra che ha governato fino ad oggi in maniera ordinata. Sempre sul pezzo, mentre al Governo si sono susseguiti 4 presidenti del Consiglio e in Campidoglio 3 sindaci e un commissario. Questo valore è ben identificato nella figura di Nicola Zingaretti. In quanto al campo del centrosinistra, lo schema per cui c'è un grande Pd a cui sono legati tanti cespugli è andato in crisi un po' in tutta Italia. Per le forze politiche di centrosinistra non è la stagione migliore e un'operazione politica e culturale come quella di una lista civica ha l'ambizione di contribuire in maniera determinante alla vittoria finale. 

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L'alleanza tra il Pd e Sel che ha portato all'elezione di Zingaretti cinque anni fa, tramontata prima del tempo invece con l'amministrazione Marino, ha progressivamente costituito un'anomalia nel panorama nazionale. Con l'operazione 'civica' che state mettendo in campo cambia l'anatomia di questa alleanza?

Il Lazio è l'unico luogo a livello nazionale in cui le forze democratiche progressiste possono provare a vincere le elezioni. Nonostante il vento di destra che si sta affermando, qui siamo competitivi. Non sarà una passeggiata di salute, anche perché lo stesso giorno si terranno le elezioni politiche, tuttavia portiamo l'esperienza di un campo largo del centrosinistra che può provare a cambiare le cose governando. Se il 5 marzo questa esperienza si rivelerà un successo potrà costituire un modello per un processo di cambiamento all'interno del Paese. 

Sta dicendo che di fronte a un successo nel Lazio tenterete la ribalta nazionale?

Dopo il 4 marzo sarà cambiato tutto a livello nazionale. Mentre siamo presi da feroci beghe interne al centrosinistra, osserviamo silenti l'affermazione di una destra che rischia di vincere le elezioni e un Movimento cinque stelle che otterrà un consenso importante. Sondaggi alla mano, il fatto che il Lazio sia un luogo in cui siamo competitivi è rilevante. Purtroppo non possiamo dire la stessa cosa in altre regioni o a livello nazionale. 

Dopo lo stop al progetto di Campo Progressista di Giuliano Pisapia, avete intrapreso la scelta della lista civica. Era l'unica percorribile?

Come è noto ho creduto tantissimo nell'ipotesi di Campo Progressista per Giuliano Pisapia, perché portava con sé la cifra della capacità di farsi progetto e governo sul territorio. La credibilità veniva proprio da come lo stesso Pisapia ha governato Milano sul piano dell'innovazione e della solidarietà. Venuto meno quel modello abbiamo deciso di dedicarci di nuovo, con più convinzione, al nostro territorio. In quel momento a livello nazionale non c'era nessuna ipotesi convincente mentre nel Lazio vedo la possibilità di aprire una partita politica complessiva. Questo è un percorso senza piano B. Non sono candidato né in Regione né in Parlamento. Se perdiamo io andrò a casa e Zingaretti farà il consigliere regionale. E' una scelta coerente con la nostra storia e speriamo che anche gli altri candidati facciano altrettanto, senza avere una poltrona sicura in Parlamento. Ovviamente se vinceremo sarò a disposizione per continuare il lavoro iniziato. 

Nelle ultime ore si sta consumando un dibattito intenso dentro a Liberi e uguali (Leu) in merito all'eventualità di appoggiare Zingaretti. Mentre l'area Mdp è aperta a questa ipotesi, le maggiori resistenze arrivano proprio da suoi ex compagni di partito, poi confluiti in Sinistra Italiana. Lancerebbe loro un appello all'unità?

Si, lo schema che stiamo ricercando è quello della coalizione larga. Siamo pronti a discutere nel merito, anche delle critiche di carattere programmatico, per chiarire, migliorare e anche cambiare se questo può servire a costruire un accordo di fondo anche con Leu. Le dichiarazioni di importanti esponenti di Si mi fanno preoccupare perché non sanno cogliere la specificità del Lazio nel panorama nazionale. Non capirlo, significa non voler investire sulle cose che funzionano e che mostrano un segno di controtendenza. Appiattirsi su una visione ideologica delle cose non ha mai portato bene alla sinistra radicale, dalla quale provengo. E' una storia fatta di cicli di distruzione e qualcuno sembra più impegnato a consegnare il Lazio alla destra più pericolosa. Spero che la ragione e le passioni abbiano la testa dura e che alla fine anche Leu farà parte di questa storia. 

Teme un exploit del Movimento cinque stelle? Roberta Lombardi è un volto molto conosciuto tra gli attivisti. 

Al momento le sue uscite non sono brillanti. Continua a sferrare attacchi ad personam contro Nicola Zingaretti provando a distruggerne la credibilità piuttosto che affrontarlo sul piano programmatico. E la sfuriata ai suoi, circolata su tutti i social, dimostra la pochezza della loro proposta. Noi sappiamo che consegniamo alla prossima giunta una regione più forte, chiunque sarà il vincitore. Auspico una competizione elettorale aspra ma sulle idee, sul modello di sviluppo, sulle scelte di fondo ma non sulla rissa. I consensi elettorali sono importanti ma servono idee consistenti, con gambe solide e una copertura economica dichiarata. Questo farà la differenza di fronte ai cittadini. E vale per tutti, sia per il Movimento cinque stelle sia per la destra. Ci sottrarremo alla rissa sulla biografia dei candidati, la cosa migliore per il Lazio è entrare nel merito.

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