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Atac licenzia quattro autisti: "900 giorni di assenza in due anni"

Dei 900 giorni di assenza, 600 sono di malattia e tra il 67 e il 74% ricadono in contiguità con riposi e festività. Il record tra i quattro: 403 giorni lontano dal lavoro. Atac: "Miglioreremo la produttività"

Giro di vite per gli autisti Atac. Dopo gli annunci legati al nuovo Piano Industriale volti ad aumentare la redditività dei propri dipendenti, l'azienda capitolina passa all'azione: quattro autisti sono stati licenziati “per scarso rendimento”. I quattro hanno collezionato, in totale, 900 giorni di assenze, di cui oltre 600 di malattia, dal 1 gennaio 2013 al 12 aprile 2015, poco più di due anni. Così, dopo una serie di controlli sui casi sospetti, la municipalizzata dei trasporti ha deciso di intervenire: “Oggi Atac ha risolto il rapporto di lavoro con quattro operatori di esercizio per giustificato motivo oggettivo, in particolare per cosiddetto 'scarso rendimento' (articolo 27, lettera D, del Regio Decreto 148/31)” si legge in una nota.

A spiccare uno dei lavoratori che ha collezionato 403 giorni di assenza, di cui 239 per malattia. Un secondo autista è risultato assente per 163 giorni, uno 214, un altro per 162. Continua Atac: “Da notare, in particolare, la percentuale dei giorni di malattia, tra il 67 e il 74%, ricadenti in contiguità con i giorni di riposo/festività”. La decisione non sarebbe però stata presa 'a caldo' ma è stata preceduta da “un lungo periodo di osservazione, nel corso del quale agli autisti interessati sono state segnalate le criticità riscontrate”.

Spiega l'azienda: “L'attività rientra nell'ambito di un piano di monitoraggio che Atac sta svolgendo sull'andamento delle assenze per malattia. Tale analisi, motivata dalla necessità di migliorare la produttività, come espressamente previsto nel piano industriale, si focalizza sui dipendenti che hanno totalizzato un numero di assenze per malattia superiore alla media registrata nella propria categoria di appartenenza, e si sviluppa in un arco temporale di alcuni mesi, a garanzia anche dei dipendenti, durante i quali le prestazioni delle persone coinvolte vengono monitorate, anche prevedendo specifiche visite mediche”.

Prosegue così, per Atac, il “percorso di miglioramento della qualità del servizio erogato”. Un obiettivo che richiede “oltre alla necessaria valorizzazione delle risorse interne, una decisa assunzione di responsabilità da parte di tutti i dipendenti”. Conclude l'azienda: “Tali provvedimenti risultano coerenti con l'interesse di Atac a garantire il servizio atteso dai cittadini e soprattutto a consentire la corretta distinzione tra coloro i quali lavorano in modo corretto,rispetto ad altri soggetti che con il loro comportamento danneggiano l'azienda e la sua reputazione”.

Soddisfatto il sindaco Ignazio Marino. “La volontà della nostra amministrazione è chiara: vogliamo, senza nessuna caccia alle streghe, elevare l'efficienza della nostra azienda di trasporti dalla quale dipende la qualità della vita di milioni di romane e romani. So che la stragrande maggioranza dei lavoratori di Atac la pensa così, nell'interesse dei cittadini e della dignità del loro lavoro”.

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