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Venerdì, 19 Aprile 2024
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060606 e Call center Acea, Cgil si appella a Marino: "In 700 a rischio"

La denuncia viene dalla Slc Cgil di Roma e del Lazio che punta il dito contro il primo cittadino: "Basta massimo ribasso, applichi la clausola sociale"

Sono circa settecento i lavoratori impiegati in due diversi appalti comunali per cui potrebbero aprirsi le porte del licenziamento. La Slc Cgil di Roma e del Lazio lancia l'allarme sul cambio d'appalto di due importanti commesse: quella per il centralino di Acea, controllata al 51% dal Comune di Roma, e quella per il servizio 060606. “Nei giorni scorsi sono state aperte le buste di due importanti gare di appalto del Comune di Roma, ora in fase di aggiudicazione”si legge in una nota del segretario Fabrizio Micarelli. “Per entrambe le gare si prospetta un cambio dell'azienda appaltatrice e per circa 700 lavoratori, da anni impiegati su tali commesse, si profila lo spettro del licenziamento”. Proprio nei giorni scorsi le proteste dei lavoratori del call center Acea, fino al 30 settembre scorso nelle mani della società E-Care, erano arrivate fino in Campidoglio dove è stata approvata una mozione per chiedere al sindaco Ignazio Marino di fermare il bando. Ma nulla da allora è successo e le buste sono state aperte.  

'TUTELARE I LAVORATORI' - “Nulla da dire sul cambio dell'ente appaltatrice se fossimo in presenza di un sistema di regole certe e di garanzia anche per le lavoratrici e i lavoratori, al pari di quanto avviene in altri settori e in altri paesi europei” continua la nota. “Ci troviamo invece di fronte a un cambio del fornitore da parte del Comune di Roma, solo ed esclusivamente per abbattere i costi dell'appalto senza tener conto della qualità e della professionalità che le lavoratrici e i lavoratori possono ancora offrire alla cittadinanza, considerandoli di fatto una variabile indipendente dell'appalto. Questo per noi è inaccettabile" denuncia Micarelli.

AL SINDACO MARINO - Tra i punti contestati dai lavoratori nei giorni scorsi infatti l'assenza nel bando di gara di qualsiasi clausola sociale a garanzia dei dipendenti né alcuna clausola territoriale. Il dito è puntato contro il primo cittadino:“Sarebbe sufficiente che il sindaco Marino applicasse la clausola sociale per garantire la continuità occupazionale e salvarli dal licenziamento. Sono mesi che come sindacato abbiamo denunciato al Comune di Roma il rischio licenziamenti qualora non si fosse intervenuti a modifica dei capitolati di appalto, da mesi continuiamo a ricevere rassicurazioni e solidarietà da singoli rappresentanti politici locali” si legge nel comunicato in riferimento alle mozioni presentate.

'NO AL MASSIMO RIBASSO' - Da evitare per la Cgil il fatto che il criterio determinante sia il massimo ribasso.“È arrivato il momento che Marino intervenga con un atto concreto e chiuda positivamente la vicenda per le lavoratrici e i lavoratori. Se si vuol salvare il mondo dei call center in Italia, basta modificare la legge sugli appalti evitando il massimo ribasso, inserendo clausole sociali e recependo correttamente le direttive europee in materia. Altro che articolo 18 e job act".

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