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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Zingaretti parte senza LeU: l'Alleanza del fare si ferma prima del via

Leu non entrerà in Giunta. Ma il consigliere eletto resta in maggioranza

Non ha avuto nemmeno il tempo di cimentarsi con il terreno da gioco del governo regionale. L'Alleanza del fare che aveva permesso a Nicola Zingaretti di correre con una coalizione di centrosinistra che andava dal Pd a Leu, caso unico in Italia, si è scontrata sul primo scoglio: quello della nomina degli assessori con la delega al Lavoro, che il governatore aveva riservato per il partito di Grasso, ancora vuota. La rottura si è consumata ieri: "Liberi e Uguali ha deciso di non entrare nella nuova Giunta Zingaretti" si legge in una nota diramata dai coordinatori di Leu del Lazio, Angelo Fredda e Piero Latino, meno di un'ora dopo della chiusura della prima riunione dell'esecutivo del Zingaretti-bis. 

La frattura si è aperta sulla composizione della giunta. "Zingaretti l'ha strutturata senza coinvolgere nella discussione le forze politiche di maggioranza" la contestazione di Fredda e Latina. "Abbiamo appreso dalla stampa che la composizione della struttura di governo della Regione Lazio nonché la delega che ci era stata attribuita". Non è un segreto che gli esponenti di leu avrebbero preferito una poltrona più 'pesante' per sancire l'inedita alleanza, magari la vicepresidenza dove invece è stato riconfermato Massimiliano Smeriglio, ex compagno di partito di alcuni esponenti di Leu nelle fila di Sel, al quale è stato attribuito anche il coordinamento delle attività della Giunta sulle aree terremotate. 

La rottura, però, si è consumata sul nome di colui che si sarebbe dovuto sedere sulla poltrona dell'assessorato al Lavoro, riservato a Leu. "Abbiamo consegnato ieri mattina al presidente Zingaretti la proposta unitaria di LeU" si legge ancora nella nota in cui si smentiscono le contrapposizioni interne tra le due anime del partito, Si da una parte e Art.1-Mdp, nella scelta. "Una ristrettissima rosa di nomi espressione del pluralismo del movimento". La proposta arrivata sul tavolo di Zingaretti lunedì mattina si componeva di due nomi, espressione delle due anime del partito non arrivate a sintesi unitaria: Paolo Cento, esponente di Si, e Piero Latino, coordinatore regionale di Mdp. La scelta, nei piani di Leu, sarebbe toccata a Zingaretti. Ma il governatore si è sottratto al compito di dirimere una questione tutta interna a Leu. "Preso atto della mancata risposta di Zingaretti alla nostra proposta" la reazione degli esponenti di Leu "non ci siano le condizioni politiche per la partecipazione alla giunta regionale". 

Leu quindi, almeno per il momento, si chiama fuori. Non lo ha fatto però l'unico consigliere eletto nella fila del partito di Grasso, Daniele Ognibene, ex Pd e presidente del consiglio comunale di Velletri governato dal centrosinistra. "La mia appartenenza all'Allenza del Fare con cui abbiamo vinto le elezioni e il mio sostegno alla giunta di Nicola Zingaretti non sono messe in discussione" ha dichiarato Ognibene nella serata di ieri, dopo che la nota di Liberi e Uguali aveva palesato la rottura. Lo stesso Ognibene lunedì sera si era smarcato dalla proposta del suo partito e aveva avanzato una proposta alternativa: "Al fine di superare l’impasse legata alla rappresentanza di Liberi e Uguali nella giunta della Regione Lazio, ho già avanzato ai vertici nazionali di LEU ed ora al Presidente Zingaretti la proposta di una figura di garanzia". Il nome è quello di Claudio Di Berardino, per anni segretario della Cgil di Roma e del Lazio. Ma è stata bocciata dai vertici del partito: "Legittima" ma "a titolo personale". 

Leu per ora resta alla porta ma la situazione in consiglio, dove Zingaretti non ha la maggioranza, non dovrebbe peggiorare. Ognibene è deciso a rimanere al fianco del governatore e della maggioranza che lo sostiene. E se la crisi non dovrebbe rientrare, il consigliere potrebbe sempre decidere di proseguire il suo percorso autonomamente nel gruppo misto. Le trattative continuano. In gioco c'è quel modello di centrosinistra che ha spinto Zingaretti a guardare al Nazareno. I primi passi della neonata alleanza, però, non sono stati dei migliori. 

Intanto oggi Zingaretti inizia con le consultazioni. "L'obiettivo è trovare un'agenda condivisa di temi da affrontare" ha spiegato Zingaretti a margine della prima riunione di giunta. "Il luogo del confronto nel merito saranno le commissioni, nessuna delle quali avrà una maggioranza. Lì si dovrà sviluppare un confronto politico sui temi, le delibere e le leggi. Così come si dovranno costruire degli equilibri per le presidenze e le vicepresidenze che tengano in considerazione questo elemento". Zingaretti prova a mostrarsi ottimista e a proseguire: "Siamo partiti bene" ha detto ai giornalisti a margine della prima giunta. 

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