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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Il terzo settore si appella al sindaco: "Non siamo tutti Mafia Capitale, riapra il dialogo"

Una lettera al sindaco, e una anche al presidente Nicola Zingaretti. Dal Forum del Terzo Settore: "Stiamo facendo i conti con fermi e blocchi completi delle attività, il dialogo è fondamentale"

Confuso "con un unico insieme di sospetto e malaffare" e affiancato senza distingui "a scelte illegittime o illegali di pochi", il Terzo Settore di Roma e Lazio alza la voce. Cosa è successo dopo Mafia Capitale? In nome di discontinuità e immagini da ripulire, complici le indagini ancora in corso e i blocchi amministrativi su stipendi e procedure, la Cooperazione Sociale è rimasta isolata. Tra amministrazione e associazionismo c'è un muro, che qualcuno chiede di abbattere. 

"Gli effetti comunicativi e mediatici dell'inchiesta ancora in corso sono stati devastanti, soprattutto per il clima che si è venuto a creare tra le parti". A parlare in audizione in Commissione Politiche Sociali, Eugenio De Crescenzo, vicepresidente di AGCI (Associazione Generale Cooperative Italiane), che dà il quadro.  

"Stiamo facendo i conti con fermi e blocchi completi delle attività, a rischio perdita del posto di lavoro ci sono 6mila occupati in prima fascia, in seconda 10mila, sono cifre importanti per il momento di crisi che tutto il Paese sta vivendo. Questa commissione è il primo organismo istituzionale che risponde alla nostra chiamata, e la ringraziamo". 

Altra questione, sottolinea De Crescenzo, è il piano anti corruzione dell'assessore alla Legalità Sabella, simbolo prescelto come nessun altro per segnalare il cambio di passo. "Nel testo in discussione non c'è niente che riguardi la Cooperazione Sociale, niente di specifico neanche per gli appalti". Proprio l'assessore risponde all'appello, placando gli animi. 

MAFIA CAPITALE ----->>Notizie e aggiornamenti sull'inchiesta in corso

LA RISPOSTA - "Stiamo lavorando a un nuovo regolamento comunale sugli appalti, dove una parte corposa sarà dedicata alle imprese che lavorano nella cooperazione sociale. Abbiamo tutto l’interesse, assieme all’assessore alle Politiche Sociali Francesca Danese, a sentire i vostri pareri in un tavolo tecnico, per scrivere insieme questo nuovo regolamento". 

Ma, e qui sta il punto controverso, "bisogna fare attenzione a parlare di peculiarità del mondo della cooperazione sociale, perché altrimenti rischiamo di usare le stesse parole di chi ha fatto soldi illeciti su questo settore. Io preferisco parlare piuttosto di uguaglianza: rimettiamo il rispetto delle regole e delle leggi al centro del nostro lavoro" ha dichiarato l’assessore intervenendo al convegno Per una Costituente del Sociale e della Solidarietà, organizzato da "Soc!al Pr!de" in Campidoglio.

"Mi ha veramente impressionato la grande partecipazione a questo appuntamento – ha proseguito Sabella – testimonia quanta voglia ci sia tra gli operatori del settore di ribadire la distanza da chi ha provato a creare un business del dolore e lucrare sul disagio, come emerso dall’inchiesta mafia capitale. Quando parliamo di cooperazione sociale non possiamo mettere al centro il business ma dobbiamo necessariamente pensare prima all’importanza del fattore umano. Ribadisco quindi il nostro impegno – ha concluso - a recuperare quelle somme che sono state sottratte illecitamente da chi ha speculato sul settore e ad usare meglio le risorse che ora abbiamo a disposizione". 

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