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Leli: “Rifiuti al posto delle antenne vaticane? No al progetto scellerato di Marino”‏

"In altre città italiane sono stati costruiti ‘biodigestori’, come quello che vorrebbe costruire Marino e non sono mai mancate polemiche"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

"Arrivano sempre più indiscrezioni, confermate a mezza bocca dalla stampa, che il sindaco Marino voglia costruire un impianto di trattamento dei rifiuti a Roma nord sui terreni del centro trasmittente di Radio Vaticana a Santa Maria di Galeria, tra Cesano, Osteria Nuova e La Storta-Olgiata".

Lo comunica in una nota Vincenzo Leli, Presidente del Club Forza Silvio XV Municipio di Roma.

"I cittadini stavano appena festeggiando in questi giorni l'abbattimento delle prime quattro antenne dopo decenni di battaglie, che già devono vedersi rovinata la festa dal Sindaco: potrebbe arrivare qualcos'altro al posto dei tralicci… e sempre nei loro quartieri".

"Le zone che fiancheggiano la struttura del Vaticano - spiega Leli - sarebbero secondo diversi studi tutt'oggi già irrorate quotidianamente dall'elettrosmog, senza contare che a meno di un chilometro è anche presente il Centro 'Enea-Casaccia' dove sono custoditi rifiuti nucleari. Come se non bastasse il territorio di Santa Maria di Galeria e della Braccianese in generale è stato duramente colpito solo pochi mesi fa dallo scandalo dell'acqua all'arsenico".

"A tutto questo - prosegue Leli - non può e non deve essere aggiunto alcun altro elemento che potrebbe disturbare l'ambiente. Laddove in altre città italiane sono stati costruiti 'biodigestori', come quello che vorrebbe costruire Marino - spiega Leli - non sono mai mancate polemiche sui cattivi odori che fuoriescono dagli impianti e sull'impatto negativo che comunque queste strutture hanno sulle aree in cui ricadono".

"Inutile che il sindaco parli di 'eco-distretto' - conclude Leli - non si potrà mai associare la parola 'eco' ad una potenziale ulteriore aggressione socio-ambientale nei confronti di un territorio che già troppo ha dato, sta dando e dovrà dare ".

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