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La Lega vuole Ciampino: ecco perché il campo La Barbuta sarà il prossimo ring tra Salvini e Raggi

I salviniani invocano la ruspa e il ministro dell'Interno non potrà che seguire le richieste degli elettori. Ma c'è di mezzo il piano per la chiusura avviato dal M5s

Frenate su Roma dall'assoluzione della sindaca Virginia Raggi, con le amministrative slittate alla scadenza naturale del 2021, le truppe leghiste di Matteo Salvini, nell'attesa, marciano su Ciampino. Nel piccolo Comune di provincia si vota a primavera, in concomitanza con le europee. Non c'è ancora il nome del candidato sindaco, ma i temi cari al ministro dell'Interno sono noti. E tra i cardini della campagna elettorale ci sarà, anzi già c'è, il campo rom de La Barbuta, collocato al confine con il VII municipio della Capitale. Mega villaggio di baraccati sotto il cono di volo dell'aeroporto, tra le competenze del Campidoglio sul piano gestionale ma con ricadute immediate sul territorio ciampinese, il leader della Lega lo inserirà presto in agenda. E non mancherà di recarsi sul posto, invocando la ruspa.

"Ho comunicato con una lettera a Matteo Salvini le condizioni allucinanti di quest'area, per capire come ci muoveremo nelle prossime settimane" dice Laura Corrotti, consigliera regionale leghista, da tempo impegnata nella denuncia di quella che per molti è una vera bomba sociale tra disariche, roghi tossici, liti interne tra diverse fazioni del campo. "Gli agenti di polizia locale ci hanno sconsigliato vivamente di entrare dentro" spiega. Sconsigliano chiunque si avvicini che non abiti nel villaggio. 

Le tensioni tra etnie sono frequenti, e le visite dall'esterno non proprio gradite. Un mese e mezzo fa l'aggressione ai vigili del fuoco entrati dentro per spegnere uno dei tanti incendi che appestano i residenti delle case vicine, oltre a quelli del campo. Ricordiamo che nel grande "ghetto", stando ai dati dei vigili urbani, abitano 540 persone, 260 minori, 98 nuclei familiari. Che in due anni sono andati a fuoco 58 moduli abitativi. E che il personale capitolino, vedi chi si occupa dello svuotamento delle vasche di accumulo liquami, sempre secondo un report della Polizia locale, "è stato spesso oggetto di aggressioni e minacce"

"Abbiamo segnalato più volte ai vigili il problema dei roghi e del continuo smercio di metalli bruciati per rivendere il rame. O delle discariche che ci circondano il campo" denuncia Adolfo Guglielmi, coordinatore della Lega di Ciampino. Che ammette di aver apprezzato il divieto d'ingresso a ogni tipo di veicoli, imposto dal Comandante della Polizia locale di Roma Capitale Antonio Di Maggio, onde evitare il traffico di metalli da bruciare in mezzo alla baracche. Un escamotage che da solo non basta però, il problema persiste. "Ci sono altri ingressi al campo - spiega Guglielmi - entrano da altre parti". 

Insomma, il terreno è fertile per la campagna elettorale delvicepremier. Si parlerà di sgombero, di ritorno alla legalità, di sicurezza per i romani. Ma l'operazione non sarà semplice. E stavolta Salvini potrebbe venire allo scontro con la sindaca Virginia Raggi. La Barbuta, lo ricordiamo, è al centro di un piano di chiusura dei campi rom fortemente voluto e difeso dalla giunta M5s, in parte cominciato con il superamento del Camping River a Roma nord (fallito, qui il perché), ora in corso per la baraccopoli al confine con Ciampino. 

All'interno opera la Croce Rossa di Roma, vincitrice di un bando di gara per la gestione del campo (1 milione e 570mila euro la cifra stanziata con fondi europei) con l'obiettivo di smantellarlo, ma anche di assicurare ai suoi residenti una sistemazione alternativa e un'autonomia che garantisca una qualche forma di integrazione nel tessuto sociale. Si cerca un lavoro e una casa per le famiglie, con sostegni anche economici del Comune. Ma la scadenza è il 31 dicembre 2020, un anno e mezzo dopo le  di Ciampino. E per il momento le famiglie uscite dal villaggio si contano sulle dita di una mano. I tempi di chiusura certo non coincideranno con quelli dei salviniani, pronti a capitalizzare il consenso del territorio nei prossimi mesi. Stavolta il conflitto con Raggi non si potrà evitare. 

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