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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Bracciano, Raggi contro lo stop ai prelievi: istituzioni del lago in rivolta

Roma Capitale in sostegno del ricorso di Acea Ato2 contro la determinazione regionale

E' di nuovo scontro tra Comune e Regione sul lago di Bracciano. Roma Capitale è infatti intervenuta in favore di Acea Ato2 nel ricorso che l'azienda ha presentato contro la determinazione regionale del 29 dicembre scorso che regola e limita i prelievi di acqua potabile dal bacino lacustre. Una decisione a cui si è arrivati dopo la grave crisi idrica della scorsa estate che già aveva reso necessario ridurre il prelievo e poi sospenderlo. 

Con la determina di dicembre la Regione subordinava qualsiasi ripresa dei prelievi al recupero del livello delle acque del lago, fissando i 161,90 metri sul livello del mare come soglia sotto la quale non scendere, limitando la ripresa dei prelievi solo a momenti di effettiva emergenza. L'attivazione, inoltre, dovrebbe essere subordinata a una autorizzazione scritta da parte della stessa Regione Lazio. Nonostante le recenti piogge, il livello delle acque è ancora molyo al di sotto dei valori medi stagionali, circa 120 centrimetri di differenza.

"Raggi sostiene che Acea debba avere mani lbere sul lago" la denuncia di una serie di sindaci e istituzioni del lago. Tra loro i sindaci Sabrina Anselmo (Anguillara Sabazia), Claudia Maciucchi (Trevignano Romano), Armando Tondinelli (Bracciano), Vittorio Lorenzetti, Presidente del Parco Naturale Regionale Bracciano-Martignano, Renato Cozzella, Presidente del Consorzio di Navigazione del Lago di Bracciano. "Si tratta di un atto incomprensibile e davvero fuori luogo che non tiene conto delle esigenze di tutela degli ecosistemi lacustri e che anzi mostra di non tenere in nessuna considerazione il danno ambientale fin qui prodotto sul lago e su tutto il territorio circostante". 

Continua la nota: "Suona come una vera e propria beffa leggere nel documento di Roma Capitale la richiesta di misura cautelare che sarebbe giustificata a tutela anche del "danno di immagine" derivante dai disagi arrecati ai turisti per una eventuale nuova crisi idrica della città" scrivono. "Qui sul Lago di Bracciano abbiamo subito dei danni ben più consistenti e reali. Le strutture ricettive del territorio vengono da una stagione che è stata disastrosa e se il lago non ritornerà a livelli ragionevoli anche la prossima stagione si annuncia problematica". 

Polemizza anche il Comitato Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano: "La Raggi questa volta ha superato se stessa. Il lago di Bracciano non è una proprietà Acea ma un bene naturale che va universalmente tutelato. Mettersi a fianco della sua multiservizi per difendere generici diritti dei turisti che si recano a Roma, tradisce più logiche di cassa che reali esigenze di tutela della salute pubblica". Poi la richiesta di dimissioni da sindaca della Città Metropolitana "visto che l'hinterland è sacrificato ai disservizi della capitale. La nostra battagli a tutela dell'ecosistema lago di Bracciano non si ferma".

Polemiche dai consiglieri regionali. Per Daniele Leodori, ex presidente del Consiglio regionale del Lazio si tratta di "un affronto all'area metropolitana di Roma. Raggi con questa decisione, dimostra ancora una volta di fare prevalere gli interessi di una società pubblico-privata a danno di altre comunità che lei dovrebbe tutelare". Emiliano Minnucci, consigliere regionale, attacca: "E' un atto di assoluta arroganza. Con quest'ultimo atto abbiamo capito definitivamente che per il M5S il Lago di Bracciano è un pozzo senza fondo da utilizzare a proprio uso e consumo senza considerare il suo valore ambientale e paesaggistico". E infine Adriano Palozzi, consigliere di Forza Italia: "Una azione intollerabile, che va in direzione opposta rispetto alle istanze di comunità e istituzioni locali, e che dimostra, per l'ennesima volta, l'inadeguatezza dell'operato amministrativo della prima cittadina di Roma".

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