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Il lago di Bracciano continua ad abbassarsi, ora è emergenza. Il caso in Regione

Si inizia a parlare di "disastro ambientale ambientale da scongiurare". Il 27 febbraio incontro in Regione. Oltre alle scarse piogge, sul banco degli imputati anche Acea Ato2

Il lago di Bracciano continua lentamente a scomparire ed ora, dopo gli allarmi dei mesi scorsi, si inizia a parlare di “disastro ambientale ambientale da scongiurare”. Continua a non piovere e i prelievi di Acea Ato2, da molti individuati come concausa del problema, non si fermano. Il livello delle acque, non bastasse il calo sotto lo zero idrometrico, appare, anche ad occhio nudo, compromesso.

Un vero e proprio caso che, giorno dopo giorno, sta vedendo aumentare la preoccupazione di cittadini e istituzioni locali. A raccogliere l'allarme la Regione Lazio. A provare a sbrogliare la matassa sarà direttamente il presidente Zingaretti che dopo le numerose richieste di attenzione dei sindaci del territorio, partite già dallo scorso novembre, ha convocato un tavolo per affrontare istituzionalmente  quella che è ormai a tutti gli effetti un'emergenza.

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A rischio non è solo l’ecosistema lacustre. Il lago, ritirandosi, sta portando alla luce molti rifiuti, anche pericolosi: pneumatici di automobili e in qualche caso lastre di eternit. Tra le sorprese emerse dai fondali anche residuati bellici che i carabinieri artificieri di Roma hanno fatto brillare sulla riva della zona di Vigna di Valle. 

A risentirne anche il turismo. Il caratteristico battello, quello che fa il giro del lago, se i livelli dovessero continuare a scendere potrebbe ben presto incontrare difficoltà ad uscire. Prospettive tutt'altro che rosee anche per gli stabilimenti: sugli arenili infatti si stanno depositando detriti e carcasse di animali. Nella località paleolitica “La Marmotta” - un villaggio di palafitte sommerse – rischiano di andare in frantumi i pali che sorreggono le costruzioni. Allarme anche per la zona delle “Pantane”, sul golfo di Trevignano,  una  zps “Zona a protezione speciale”, nonchè sito di rilevanza comunitaria. 

La situazione non è migliorata dallo scorso 30 gennaio dopo l'incontro presso il Consorzio del Lago, nel corso del quale Acea, grafici alla mano, ha mostrato di essere in regola con i limiti della concessione del 1990 con il Ministero dei Lavori pubblici. E, forte di questo rispetto delle regole, in queste settimane, nonostante i livelli bassi e l'allarme lanciato, non ha ridotto i prelievi. 

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Da più parti si parla di una situazione che potrebbe portare al disastro ambientale  e anche per questo grande è l'attesa per l'incontro in Regione. Il deputato Pd, Emiliano Minnucci: “La Regione è fondamentale per scongiurare il disastro ambientale”. Al tavolo ci sarà anche Acea che secondo Minnucci “deve capire che la risoluzione di questo problema passa soprattutto dalle sue mani attraverso una seria programmazione di interventi con l’obiettivo di limitare la captazione delle acque. 

Grande la determinazione dei comuni sabatini. Il vice sindaco di Trevignano, Luca Galloni: “Andremo in Regione per individuare le azioni necessarie per contrastare questo drammatico processo. Ci aspettiamo che venga istituita una regia, con l'ente regionale a giocare un ruolo centrale in questa vicenda. Acea deve comprendere che è necessario mettere in atto soluzioni alternative, per realizzare infrastrutture utili in questi casi di emergenza”. 

Anche tra i cittadini l'attenzione resta alta e le associazioni del territorio stanno organizzando eventi  informativi  coinvolgendo anche il mondo accademico. L’11 marzo ci sarà l’incontro #openlake organizzato dall’Associazione Progetto Comune e Bracciano Smart Hub che coinvolgerà numerosi esperti che ruotano intorno al settore ambientale.  Per il momento gli abitanti del territorio, anche se preoccupati, stanno reagendo in maniera ordinata. Da inizio febbraio è online su Change.org una petizione per salvare il Lago che ha già quasi raggiunto l’obiettivo delle 2500 adesioni. Inoltre sono in programma giornate di pulizia alle quali parteciperanno i volontari. 

La preoccupazione è sostenuta dalle affermazioni del professor Loreto Rossi, docente di Ecologia presso il Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università La Sapienza, che parteciperà all’incontro di lunedì: "Sulle rive del lago di Bracciano stanno avvenendo veloci cambiamenti, con una serie di ripercussioni sull’ecosistema lacustre. Le cause sono la scarsa piovosità non omogeneamente distribuita nel tempo e nello spazio e i forti prelievi d’acqua. Il limite massimo accettabile con danni non catastrofici è una riduzione di 1,5 metri che porterebbe alla perdita di circa il 13-15% della superficie utile all’auto depurazione. La conseguenza sarebbe l’impossibilità di usare l’acqua del lago per uso potabile senza un serio e costoso trattamento di depurazione. Oggi il lago lascia scoperte ampie aree fangose con pozze d’acqua utili per lo sviluppo di insetti, che con la primavera renderanno l’ambiente meno salubre e toglieranno spazio vitale per le zone di frega dei pesci foraggio, con potenziali danni alla pesca".

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