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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Rione Monti, l'isola ambientale resta ferma alle promesse: iter bloccato da mesi

I lavori dovevano partire entro il 2017, ma il progetto si è arenato. Stefàno: "Nessun passo indietro"

"Proprio in questi giorni ci stiamo occupando di redigere i piani di massima occupabilità. Poi finalmente potremmo procedere". Era gennaio. Il presidente della commissione Mobilità Enrico Stefàno ragguagliava i residenti del rione Monti sul progetto Argiletum, l'isola ambientale da istituire nel quartiere del centro di Roma tra strade pedonali, zone 30, inversioni di marcia, annunciato (e fortemente osteggiato) più di un anno e mezzo fa. Sono passati quattro mesi dalla dichiarazione di cui sopra, quasi nove dalla Conferenza dei Servizi che raccoglie i pareri tecnici. I cittadini cominciano a chiedersi che fine abbia fatto quello che sulla carta prometteva di essere il primo modello di un nuovo modo di fruire lo spazio urbano. In fondo, tra l'allargamento di qualche marciapiede (vedi via dei Serpenti) e una nuova segnaletica stradale dove cambia il regime di traffico, i lavori da fare, concretamente, sono minimi.

"Non abbiamo saputo più niente" commenta Alessandro, tra i sostenitori di Argiletum, residente in via Madonna dei Monti, mentre passeggia con il figlio piccolo su via Urbana. Dove il sogno, per molti, è veder sparire moto e auto. "Ho votato Cinque Stelle, ma mi pare che non sia cambiato molto. Almeno qui". Anche Valerio, che non abita a Monti ma lo frequenta quotidianamente per lavoro, fa spallucce. "Per adesso non è cambiato niente. Io sì, ero d'accordo ma so che in molti nel quartiere si sono opposti". E' cronaca sì: tra raccolte firme, esposti in Procura, mobilitazioni e tavoli paralleli per progetti alternativi, l'isola ambientale non ha avuto vita facile. Ha diviso il rione, da una parte i residenti favorevoli, gli stessi che nel 2015 chiesero all'allora giunta Marino di pedonalizzare via Urbana (il progetto venne bocciato), dall'altra i contrari che hanno dato battaglia da quando i Cinque Stelle hanno presentato il loro Argiletum. 

Il progetto Argiletum

Lo ricordiamo in sintesi: via Madonna dei Monti e via Urbana nel tratto da via dei Ciancaleoni a via Panisperna saranno percorribili solo da bici e pedoni, con l'installazione di tre nuovi varchi in via Cimarra, Largo Magnanapoli e alla Salita del Grillo. Via dell’Agnello e via del Garofano fino a via Baccina invece verranno riaperte al traffico. Da via dell’Angeletto alla Salita dei Borgia diventerà pedonale via Leonina e, da qui, sarà istituito un doppio senso di marcia fino a piazza della Suburra. Via Panisperna resterà aperta alle auto ma per i pedoni verrà garantito un corridoio protetto. E poi ancora su via dei Serpenti è previsto un allargamento dei marciapiedi con riduzione della sosta all'altezza di piazza Madonna dei Monti. Per quanto riguarda i posteggi auto, la nuova disciplina del traffico porterà alla perdita di 76 soste, che verranno parzialmente recuperate su via degli Annibaldi e tra via Milano e via Cavour. 

Critiche e proteste

Quali critiche hanno mosso i detrattori, in primis il municipio a guida Pd in linea con il Coordinamento Comitati Rione Monti? Nelle strade pedonalizzate il rischio è un'invasione incontrollata di tavolini e dehors, con annessi e connessi problemi legati alla movida notturna. Vedi Trastevere. E poi c'è l'accusa di danno erariale, perché in via Urbana, via Leonina e via Madonna dei Monti sono già stati effettuati dei lavori di riqualificazione. Soldi pubblici sprecati se ora tocca reintervenire. Da qui l'esposto in Procura e le 1171 firme consegnate in Campidoglio per dire no al progetto. Mentre il parlamentino della minisindaca Sabrina Alfonsi ha espresso in aula parere contrario con una delibera del 22 settembre 2017, forte dei pareri tecnici emersi nella Conferenza dei Servizi, dove l'isola pedonale, dopo l'estate, si è arenata. Qui la Soprintendenza ha espresso più di una perplessità per, è evidenziato nella relazione tecnica, il "rischio di un'eccessiva offerta turistico-ricettiva ed enogastronimica che possa alterare l'identità dei luoghi". 

"Per superarlo la Soprintendenza ha richiesto un piano di massima occupabilità per le vie interessate" spiega Enrico Stefàno. Ma ancora non ce n'è traccia. L'assemblea capitolina ha apportato alcune modifiche al regolamento Cosap, quello che stabilisce canoni e modalità per l'occupazione di suolo pubblico da parte di attività commerciali e pubblici esercizi: per le aree soggette a pedonalizzazioni le mappe per stabilire dove vietare i tavolini sono diventate obbigatorie. A redigerle, i municipi competenti. "Sono obbligatori è vero ma quando l'isola ambientale è già stata istituita" spiega l'assessore al Commercio della City romana Tatiana Campioni. "Sul progetto non riceviamo comunicazioni dal Campidoglio da mesi" commenta anche la titolare all'Ambiente Anna Vincenzoni.  

Stefàno invece, interpellato nel merito, sostiene che il piano sia propedeutico all'instaurazione del nuovo regime di mobilità e viabilità nel quadrante. Senza quello, niente taglio alle auto, aree pedonali, zone a circolazione ridotta. Una cosa è certa: il progetto si è fermato. Ma non è un passo indietro. Lo assicura il presidente grillino: "Le nostra intenzioni non sono cambiate, andremo fino in fondo". 

"Via Urbana è fuori legge"

Intanto c'è chi, dati alla mano, approfitta per lanciare un monito alle istituzioni. "Su via Urbana, zona a traffico pedonale privilegiato, pieno centro, parzialmente tutelata dalla Ztl, zona 30 e chi più ne ha ne metta, la quantità di biossido di azoto è nettamente oltre i limiti previsti dalla legge" scrive sul suo blog Paolo Bellino, in arte Rotafixa, ex delegato alla ciclabilità della sindaca Raggi. "Sono stati rilevati 45,1 microgrammi per metro cubo su base annua e 49,8 su base mensile. L’Organizzazione mondiale della sanità evidenzia rischi per la salute a partire dai 20 microgrammi per metro cubo, e secondo la normativa italiana il limite da non oltrepassare mai è 40 microgrammi. L’aria su via Urbana è fuorilegge". I dati rientrano nel rilevamento della qualità dell’aria promosso dal Comitato cittadini per l’aria a Milano, Brescia e Roma. Nella Capitale la campagna è stata realizzata da Salvaiciclisti Roma e Greenpeace.

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