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Isis: a Roma aumentano i controlli, ma per ora nessuna psicosi

Settecento militari in più, poliziotti e carabinieri più presenti, ma nessun isterismo. La Capitale torna al lavoro senza essere militarizzata, ma con un grado d'allerta in più

Roma, simbolo della cristianità, sorvegliata speciale da sempre. Da venerdì sera, dopo i fatti di Parigi, anche di più. E' stata elevata a livello 2 l'allerta, il grado massimo, uno al di sotto di una situazione che di fatto è quella in cui una città o una nazione sotto attacco. Girando per la Capitale però per fortuna non si ha la sensazione di una città militarizzata. E' innegabile però che i controlli si sono fatti più rigidi e nulla viene sottovalutato o lasciato al caso. Basta anche una macchina parcheggiata sul marciapiede con delle pistole giocattolo lasciate in bella vista  per provocare un allarme, chiudere una via del centro e far arrivare gli artificieri.

Con Parigi ancora sotto attacco, sulla rete è iniziata a girare la rivendicazione che minacciava Roma. Tanto è bastato per gettare nel panico i romani. Di condivisione in condivisione, di notizia confusa in notizia confusa, la notte è passata all'insegna della psicosi che di fatto ha accompagnato tutti per il resto del week end. Le istituzioni, a partire da venerdì sera, hanno alzato l'allerta. Da sabato mattina le forze in campo sono state moltiplicate. Spiega il ministro degli interni Angelino Alfano: "Il prefetto di Roma ha riunito in coordinamento le forze di polizia e ha deciso il rafforzamento dei servizi a tutela degli obiettivi francesi di natura diplomatica, culturale, commerciale, delle sedi istituzionali"

Rafforzati i presidi "anche sugli obiettivi vaticani e ebraici, con una particolare attenzione ai centri di aggregazione turistica, con servizi di sorveglianza specifici in forma fissa istituiti in 12 aree del centro storico di maggiore frequentazione, comprese quelle tradizionalmente interessate dal fenomeno della 'movida'". Domenica nella zona di San Pietro le operazioni di filtraggio per accedere alla piazza sono state più scrupolose del solito. Situazioni identiche negli aeroporti. 

Già da sabato stazioni ferroviarie e metropolitane sono maggiormente controllate. Serrati i controlli, con poliziotti e carabinieri raddoppiati rispetto al solito. Che la sicurezza nelle stazioni fosse una priorità però non è una novità. Già venerdì, durante il lancio delle iniziative di Ferrovie dello Stato per il Giubileo, era stata presentata l'ormai prossima installazione di ulteriori 110 telecamere di videosorveglianza a Termini. A queste se ne aggiungeranno altre 80 ad alta definizione per Tiburtina, entro il prossimo semestre. Sempre di pari passo ad agenti, carabinieri, finanzieri e militari armati. 

Controlli elevatissimi che però per Roma non sono una novità. Il Procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Franco Roberti conferma il pericolo per l'Urbe. "Da tempo l'Isis lancia messaggi contro Roma, non è una novità, il pericolo esiste ma non parlerei di un pericolo concreto e circostanziato, ma di un pericolo oggettivo dal quale dobbiamo guardarci, che dobbiamo tenere presente, mettendo in campo tutti i mezzi di prevenzione, che sono stati già messi in campo".  

"In questo senso - ha aggiunto Roberti - voglio rassicurare tutti, perchè i nostri servizi di intelligence funzionano, gli organi di polizia giudiziaria funzionano, noi come magistrati ci siamo coordinati per rendere sempre più incisive le nostre indagini in materia di terrorismo". Roberti, parlando di soluzioni spiega: "Dobbiamo essere pronti a cedere una parte delle nostre libertà. Di fronte al rischio terrorismo, per esempio la libertà nelle comunicazioni può essere ridimensionata, però dobbiamo anche sapere che tutti devono partecipare in qualche modo a quella sorta di controllo sociale. Per fare un esempio, se un cittadino vede un pacco abbandonato per strada deve chiamare subito la polizia e non far finta di niente come purtroppo alle volte siamo abituati a fare". 
 

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