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Parla Piero Marrazzo: “Ho sbagliato umanamente e politicamente”

A quasi due anni dal ricatto e dopo gli otto rinvii a giudizio, l'ex Governatore si confessa a Concita De Gregorio di Repubblica: "Dai transessuali cercavo un sollievo legato alla loro femminilità"

Parla dei suoi errori, della vita privata e dei perché di quei “blitz” in via Gradoli. Lo fa con la consapevolezza di essere vittima, come testimoniano quegli otto rinvii a giudizio di qualche giorno fa, ma senza sottrarsi alle proprie responsabilità. Piero Marrazzo torna a parlare. Lo fa a  La Repubblica, in una lunga intervista a Concita De Gregorio nella quale spiega il perché andasse a via Gradoli.

I RINVII A GIUDIZIO – L'intervista cade nei giorni successivi ai rinvii a giudizio. Marrazzo non si dice soddisfatto: “Come potrei essere soddisfatto? Sono due anni che vivo solo, che non parlo di questo con nessuno, che provo a ritrovare il bandolo della vita. Sono il figlio di Joe Marrazzo, ce la farò. Ce l'ho fatta già. Ma la soddisfazione, mi creda, in questa storia non è contemplata”.

LA VITA PRIVATA -  L'ex direttore del L'Unità chiede a Marrazzo come ha spiegato a sua figlia di 10 anni quanto accaduto: “Le ho detto che papà è andato alla festa sbagliata”. Sul rapporto con l'ex moglie: “Certo che la amo ancora, come sempre".

L'ERRORE DI VIA GRADOLI – La discussione si sposta poi su Via Gradoli e sul cosa possa essere considerato un errore: “Un uomo che assume un incarico pubblico non può avere debolezze. Le deve controllare. Per questo mi sono dimesso, per quanto fossi vittima di un reato come oggi quei rinvii a giudizio dicono. Vittima, non colpevole. Ma l'aspetto giudiziario è secondario: so di non aver commesso reati, di non aver violato alcuna legge. Umanamente però, nei confronti della mia famiglia, e politicamente, verso i miei elettori e la comunità che governavo, ho sbagliato. Così mi sono dimesso".

OMOSESSUALITA' – Interessante poi il passaggio in cui Marrazzo risponde sull'omosessualità: “Io non sono omosessuale. Non ne faccio un vanto, ma non lo sono. È così. Ho amato solo donne. Moltissimo, e con frequente reciprocità. Dai transessuali cercavo un sollievo legato alla loro femminilità. Il fatto che abbiano attributi maschili è irrilevante nel rapporto, almeno nel mio caso. Non importa, non c'è scambio su quel piano. È il loro comportamento, non la loro fisicità, quello che le rende desiderabili. Ma temo che ogni parola possa suonare come una giustificazione: non è quello che voglio. Quando sei padre le scelte in questo ambito, giuste o sbagliate che siano, se date in pasto alla pubblica opinione fanno male non a te ma ai tuoi figli. È questo che non mi perdonerò mai".

ANGELUCCI – Marrazzo risponde poi alle accuse su presunti favori ad Angelucci che, dice la De Gregorio, “lo trattava da padrone”: “Veniva in tuta, è vero. Era un suo problema, non un mio problema. Lo facevo sedere, lo ascoltavo, e poi gli dicevo di no. Ho detto molti no, parlano gli atti per me. La sfido a trovare una singola carta che dimostri un mio trattamento di favore verso gli Angelucci. Non esiste. Al contrario, vedrà. Ho toccato interessi molto consistenti, e non solo a danno dell'imprenditore che lei nomina. La sanità è un territorio esteso, gli interessi sono trasversali. E poi c'è stata la tutela dell'ambiente nelle zone del basso Lazio, gli appetiti dell'edilizia sui parchi, il racket dei rifiuti. A Fondi ho commissariato il mercato ortofrutticolo inquinato dalla camorra e ho fatto saltare le speculazioni urbanistiche intorno al lago dichiarandolo "monumento naturale". Su questo ci sarebbe molto da dire. Ho scontato un isolamento ed un'ostilità assolute, dopo. Bipartisan, si dice in politica”.

L'intera intervista su Repubblica.it

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