"Roma nel caos per colpa di Renzi. Io cacciato perché contro Malagò e Montezemolo"
In un'intervista all'Huffington Post duro affondo dell'ex sindaco Marino: "Volevano il villaggio Olimpico in un'area verde a Tor Vergata. Io ho proposto Roma Nord". E sul Premier: "Siamo all’impraticabilità da guano di Matteo Renzi, che è assai più maleodorante della neve di Alemanno"
"Roma da due mesi ha la più alta forma di governo possibile: è governata da Palazzo Chigi. Sono i risultati che sono al minimo storico". A due mesi dalla sua defenestrazione Ignazio Marino torna nuovamente a parlare. Lo fa in un'intervista all'Huffington Post (leggi qui il testo completo), portando un durissimo attacco al Premier Matteo Renzi, scagionando di fatto l'attuale commissario Tronca e disegnando scenari sul suo allontanamento che ne aprono di nuovi per il futuro urbanistico della città.
"CACCIATO PERCHE' CONTRO MALAGO' E MONTEZEMOLO" - Già perché Ignazio Marino non ha dubbi: "Palazzo Chigi ha deciso di rimuovere la politica da Roma, e così adesso tornano avanti le lobby, i potentati e il sottogoverno. A far traboccare il vaso, e dunque a prendere la decisione di cacciare il sindaco eletto democraticamente dai romani, ha contribuito in modo pesante il fatto che io mi sia opposto all’idea di Giovanni Malagò e di Luca di Montezemolo di realizzare il villaggio olimpico in un’area verde di Tor Vergata. L'assessore Caudo ed io volevamo progettarlo in un’altra area, tra la Flaminia e la Salaria". E l'ex sindaco non ha dubbi: "Quando Tronca dovrà scegliere, sceglierà Tor Vergata".
ROMA CHIUSA PER GUANO - Secondo Marino "Roma è governata direttamente da Palazzo Chigi e dunque anche i media si adeguano. Renzi aveva annunciato l’arrivo dei super eroi e di un sacco di soldi statali, la città pulita, i problemi risolti. E invece per la prima volta ci troviamo con la chiusura dei lungotevere per il guano degli uccelli. Peggio della neve di Alemanno! (ride). Siamo all’impraticabilità da guano di Matteo Renzi, che è assai più maleodorante della neve di Alemanno".
ATTACCO AD ALFANO - Quindi, sulla scia del pezzo dell'Espresso, Marino attacca Alfano: "I prefetti rispondono al ministro dell’Interno e non possono avere il compito di decisioni che spettano alla politica. Tronca non ha corso alle elezioni, è stato mandato dal governo. E tuttavia anche alcune recenti nomine in Campidoglio fanno capire che il ministro dell’Interno e i suoi amici hanno voglia di tornare al passato, al clima di nebbia che c’era prima di noi. Una sorta di normalizzazione della città".
POCA AUTOCRITICA - L'ex primo cittadino poi, alla domanda sui suoi errori, glissa attaccando la stampa e la comunicazione, arrivando poi all'affondo contro il Pd: "Io un errore l’ho commesso prima delle elezioni del 2013: non ho esaminato per nulla i curriculum dei consiglieri candidati dal Pd. Se lo avessi fatto, su alcuni avrei espresso delle perplessità. Non ho preteso che il Pd candidasse solo persone cristalline e motivate dall’amore per Roma".
"I ROMANI MI CHIAMANO SINDACO" - Marino smentisce poi Renzi sottolineando come il rapporto con i romani non si sia rotto: "Sfido Renzi a fare un giro insieme in un quartiere popolare di Roma. Così verifichiamo con chi il rapporto si è realmente rotto. Stamattina al mercato di Primavalle in tanti mi hanno fermato per una foto, per incitarmi a non dargliela vinta. La cosa che più mi ha commosso è che tutti mi chiamavano sindaco".