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Congresso Pd Roma , Livio Ricciardelli: "Io, l'unico candidato che non ha chiesto il permesso a nessuno"

Boccia il commissariamento di Orfini, ma anche il sindaco Marino. Sul partito ha le idee chiare e per il futuro sindaco è l'unico a fare un nome: Paolo Gentiloni.

E' il candidato più giovane, ma nello stesso tempo il primo ad essere sceso in campo. Livio Ricciardelli, consigliere del I municipio, dall' "alto" dei suoi 27 anni le canta e le suona ad un partito romano che ha bisogno di una sveglia. Lui, l'unico "a non avere chiesto il permesso di candidarsi", boccia il commissariamento di Orfini, ma anche il sindaco Marino. Sul partito ha le idee chiare e per il futuro sindaco è l'unico a fare un nome: Paolo Gentiloni. L'abbiamo intervistato per capire che Pd ha in mente. 

Un congresso che chiude un ciclo, iniziato il 2 dicembre 2014 con gli arresti di Mafia Capitale a cui il Pd viene tutt'oggi identificato. Cosa ne pensa?

Il Pd è composto da gente onesta, da militanti che sognano ed hanno idee per migliorare la città. Il Pd non è Mafia Capitale. Ci sono degli esponenti del partito che hanno stretto rapporti d'amicizia con quella gente e che stanno vivendo le loro vicende giudiziarie. Non possiamo continuare a pagarne le conseguenze tutti. 

Il commissariamento di Matteo Orfini è figlio di quelle macerie. Che giudizio ne da?

Penso che non abbia risolto i problemi e che sia servito solo ad allontanare la base e i circoli, dal partito e dalle decisioni più importanti. Le correnti comandano come comandavano anni fa e nulla è stato fatto per cambiare questa situazione. Questo congresso e la mia candidatura ne sono la dimostrazione. 

Cosa vuol dire?

Beh, sono di fatto l'unico candidato che non ha dovuto chiedere permesso a nessuno per correre per la segreteria e che è in campo da più di un mese. Gli altri hanno aspettato fino all'ultimo perché dovevano mettersi d'accordo le anime del partite. Solo a poche ore dalla fine hanno avuto il via libera e si sono candidati. Diciamo che non è stata una bella immagine. 

Momento chiave di questi anni è stata la cacciata di Marino. Che giudizio ne da?

Penso che Marino non sia stato un buon sindaco. Ciò detto a mia memoria non ricordo in Italia un sindaco cacciato con 26 firme da un notaio. Anche lì si poteva gestire meglio. Si sarebbe dovuto, come prima cosa, ascoltare la base che invece ha subito passivamente le decisione dall'alto. 

Che Pd vorrebbe da segretario? 

Un Pd che parta dagli iscritti, dai circoli, che ascolti le istanze di tutti e che metta il pensiero di tutti sullo stesso. Un partito che faciliti la partecipazione senza ostacolarla. Un partito dove il peso delle correnti venga azzerato, anche nel momento dell'ingresso nelle istituzioni. 

Che intende dire?

Vorrei che fosse posto un tetto alle spese elettoriali per ciascun candidato. Solo così avremo la certezza di partire tutti alla pari e non con qualcuno più forte di un altro in forza di appoggi politici o economici di altro tipo. 

Come strutturerebbe la segreteria?

Con 15 persone, una per ogni municipio. E' da lì, dai territori, che bisognerebbe selezionare le energie migliori. 

E che tipo di opposizione sogna al Movimento Cinque Stelle?

Un'opposizione dura, intransigente, che ponga sul tavolo idee, proposte, delibere, da concordare con tavoli perennemente attivi. Insomma un'opposizione vera, non come quella di oggi. 

Non le piace come il Pd si sta opponendo alla sindaca Raggi?

Non sono io a dirlo, ma i sondaggi. E' drammatico il calo nei sondaggi di Raggi e del M5s. Noi però cresciamo solo del 2%: abbiamo preso il 16% lo scorso anno, oggi siamo al 18%. Se consideriamo tutte le liste civiche che c'erano allora direi che è un bel fallimento. 

A Roma comunque un voto anticipato non è escluso. Lei chi candiderebbe?

Paolo Gentiloni, passando per le primarie. E' l'uomo giusto per Roma. 

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