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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Roma Capitale delle barriere: "Invito la sindaca Raggi a passeggiare con me in carrozzina"

La proposta è della deputata dem, Ileana Argentin, firmataria della proposta di legge 705 per la realizzazione di infrastrutture senza barriere. Intervistata da Romatoday si appella ai "nuovi cittadini a Cinque Stelle"

La rampa non c'è, o è chiusa da un'auto parcheggiata in barba alla civiltà. I bus, i pochi che hanno una pedana, ospitano solo due carrozzine, e due sono anche il numero massimo di posti disponibili nei cinema. Roma non è una città per disabili. E tra barriere architettoniche e culturali la routine quotidiana diventa un inferno per chiunque abbia fragilità motorie. A ricordarcelo ci pensa la deputata dem, Ileana Argentin, romana, su una sedia a rotelle, ex consigliera comunale delle giunte Rutelli e Veltroni e delegata alle politiche dell'handicap. Prima firmataria della proposta di legge per la formazione di studenti, architetti, ingegneri alla costruzione di infrastrutture senza barriere, intervistata da Romatoday rivolge un appello alla sindaca Raggi. "Facciamo insieme una passeggiata per la città, dovrebbe capire sulla sua pelle cosa vuol dire rischiare di cadere per le buche su un marciapiede".

Onorevole, qual è l'ultima occasione in cui una barriera le ha impedito di svolgere una normale attività?

Abito a Roma nord, sulla via Trionfale in un tratto di marciapiede vicino a un supermercato, c'è lo scivolo per salire ma non per scendere. In pratica fai in carrozzina cento metri e poi sei costretto a tornare indietro perché il gradino è troppo alto. Ma il vero scandalo sono le buche, ho visto cadere donne anziane con il carrello della spesa. E questo è solo un caso. Sono infinite le situazioni in cui Roma mette barriere. 

Qualche altro esempio?

I mezzi di trasporto, lo sappiamo, ma anche più banalmente la posizione dei cassonetti dell'immondizia, sopra il marciapiede e con il piede meccanico per l'apertura. Come è possibile per un disabile gettare la spazzatura? O ancora penso ai bar, di rado hanno una pedana per l'ingresso, in molti c'è un gradino anche alto. Insomma è un misto di inadempienze istituzionali, mancanza di interesse, inciviltà. Penso ai cinema, spesso ci sono solo un paio di posti per le carrozzine. O gli uffici dei municipi. Nel mio, il XIV, si entra solo ai piani bassi agli uffici dell'handicap. Se sono un negoziante, su una sedia a rotelle, non posso salire nelle stanze dove vengono rilasciate le licenze. 

In che direzione sta andando la giunta Raggi sul tema della disabilità? 

Per il momento da nessuna parte. Nel programma elettorale però ne hanno parlato molto. Vedremo se daranno seguito alle promesse fatte. 

Vuole darle qualche suggerimento? 

Io per prima cosa cercherei di calarmi nei panni di una persona che si muove in carrozzina. Mi muoverei per la città con una sedia a rotelle. Bisogna provare il disagio per poter parlare. Potremmo andare insieme. Sì, vorrei invitare la sindaca Virginia Raggi a fare con me una passeggiata, prendendo anche i mezzi pubblici. 

E una volta constatato il disastro?

Siamo tutti buoni a dire che siamo d'accordo. Roma è solo per normodotati, l'opinione è trasversale, poi però bisogna mettere in pratica. Un'altra cosa che farei se fossi sindaca sarebbe separare le voci nel bilancio, anziani non autosufficienti da una parte, disabili da un'altra, le due categorie al momento vanno insieme. Le esigenze però sono diversi. La verità è che non c'è attenzione, non c'è interesse se non quando ci sono le paraolimpiadi e simili. Eppure le leggi sulla disabilità in Italia sono le migliori del mondo. Mancano le politiche concrete. 

Lei è firmataria di una proposta di legge, la 705, sul "design for all". Di cosa si tratta?

Sì esatto. Le norme sulle barriere architettoniche, su come eliminarle e sull'obbligo di eliminarle, ci sono. Io invece parlo di progettualità, prima ancora di abbattarle, è bene sapere come non costruirle. E allora entriamo a scuola, all'università e insegniamo a costruire senza barriere. Così che nessuno abbia più un abili. La legge prevede l’introduzione negli istituti tecnici, così come nelle facoltà di ingegneria e architettura, di corsi specifici e obbligatori per saper costruire rispondendo alle esigenze di tutti i cittadini. Questo approccio di progettazione di spazi, ambienti e oggetti utilizzabili da un ampio numero di persone a prescindere dalla loro età e capacità psico-fisica è conosciuta appunto come "design for all" o "universal design". 

Però è ferma da anni in commissione Cultura...

Non va nè avanti nè indietro, ma non perché qualcuno non sia d'accordo, peggio. Semplicemente non c'è interesse, non è una priorità dell'agenda. Ma alla politica (e da politica) che guarda i numeri vorrei ricordare che ogni 40 normodati in Italia c'è una persona disabile, a Roma uno ogni 70. E la petizione che ho lanciato su Change.org per superare l'empasse della legge ha raggiunto 11mila firme. Siamo tantissimi. 

--->QUI PER FIRMARE LA PETIZIONE<---

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