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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Bordoni: "O si fa Forza Italia o si muore, ma nessuno passerà alla Lega"

Intervista al capogruppo romano di Forza Italia

E' l'ultima chiamata. O il rinnovamento ci sarà e sarà profondo, o lo strappo tra base e vertici verrà ricucito con un serio rilancio dell'attività politica, o l'alternativa è una lenta sparizione dalla scena. "O si fa Forza Italia o si muore". La frase pronunciata dal capogruppo romano Davide Bordoni dice tutto, mutuata da quella assai più celebre di Garibaldi, che parlando al generale Nino Bixio escludeva la ritirata delle truppe. Nemmeno il partito di Berlusconi si vuole ritirare. Tenterà il tutto per tutto. Ma alla luce delle dinamiche nazionali, stretti sempre più all'angolo da un Matteo Salvini che prende piede anche a Roma con un forte voto d'opinione - ma non abbastanza data la sonora sconfitta nei due municipi andati al voto - tocca sedersi a un tavolo e attuare nuove strategie. Da qui il documento a cui stanno lavorando i dirigenti locali, da inviare a Silvio Berlusconi. Con una sorta di appello ultimatum: "Dobbiamo ritrovare il senso della realtà. Ma va fatto adesso. Non c'è più tempo". 

Ha usato parole dure. "O si fa Forza Italia o si muore". Ci spiega meglio?

Sì, intendevo dire che occorre un rinnovamento profondo che ristabilisca un legame tra base e vertici. Manca completamente l'organizzazione sul territorio, momenti di incontro, congressi, iniziative di scambio politico. I militanti sono lasciati a loro stessi, completamente abbandonati nonostante siano gli avamposti del partito. Sono tutte questioni che faremo presenti in un documento che verrà sottoscritto da tutti i dirigenti locali che mandaremo al presidente. 

Una strigliata a Silvio Berlusconi?

Una serie di punti programmatici e organizzativi per rilanciare il partito, con richiesta di attenzione alle dinamiche locali, per recuperare un rapporto con il territorio che la Lega in generale sta curando più di noi. Ma siamo ai tempi supplementari. Dobbiamo sbrigarci. 

Che intende? E' una corsa all'elettorato prima che ve lo "rubi" Salvini?

Sicuramente a Roma la Lega può contare oggi sul voto d'opinione anche se non è radicata nella città. E sì, dobbiamo recuperare un elettorato sfiduciato, ma i toni non saranno quelli della Lega. 

Ecco, come si fa a parlare degli stessi temi leghisti, penso alla sicurezza, senza alzare l'asticella della propaganda?

Le faccio l'esempio su Roma: il poliziotto di quartiere che ideò Berlusconi era un'ottima risposta alle esigenze di sicurezza dei cittadini e portò buoni risultati. Le risposte ci sono senza bisogno di urlare. 

Al netto dell'ascesa di Matteo Salvini, voi cosa avete sbagliato?

Non abbiamo avuto una linea chiara. E' capitato che alcuni dirigenti dicessero una cosa e altri l'opposto. 

Tipo?

Su commercianti e piccole e medie imprese ad esempio, non ci siamo mossi in maniera coerente e non abbiamo raccolto a dovere le istanze. 

Da capogruppo romano, che idea si è fatto dei risultati nei municipi?

Erano territori difficili. L'VIII è rosso da sempre e l'astensione in III non ha aiutato. Il dato significativo è che si è tornati a uno scontro destra-sinistra. I Cinque Stelle sono rimasti fuori. 

La priorità oggi per la Capitale.

Far ripartire l'ordinario, la pulizia delle strade, la manutenzione verde e delle buche. Il quotidiano. Roma è una città ferma. 

Quindi Forza Italia a Roma esiste ancora o dobbiamo aspettarci una lunga serie di cambi di casacca verso la Lega?

Certo che esistiamo ancora. Nessun cambio. 

E se non cambia il partito? Berlusconi sta lavorando a nuovi assetti. Ma non sembrano tanto nuovi a leggere i nomi che fanno parte degli organi interni. 

Speriamo che il documento a cui stiamo lavorando possa contribuire al rinnovamento. E speriamo però che i volti siano nuovi ma soprattutto quelli di militanti "bravi". Che si premi il merito. 

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