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INTERVISTA | "Ama non ce la fa da sola: per gli ecodistretti un bando per aprire ai privati"

Lo ha spiegato l'assessore all'Ambiente Estella Marino in un'intervista a Romatoday. "Roma raccoglie il 43% di indifferenziata, servono impianti per trattarla"

L'obiettivo principale è quello di rendere Roma autonoma in merito al riuso e riciclo dell'immondizia. 'Da rifiuto a risorse' lo slogan. E il luogo dove realizzare queste infrastrutture, gli ecodistretti, “da realizzare sul territorio di Roma”. Poi ancora. Le nuove gare per la manutenzione del verde pubblico e per quello scolastico e le sfide per il futuro “fuori dall'emergenza e in un orizzonte di programmazione”. L'assessore all'Ambiente di Roma Capitale, Estella Marino, intervistata da Romatoday, fa il punto di un anno e mezzo di amministrazione ma soprattutto delinea ciò che i cittadini romani si devono aspettare nei prossimi mesi.

Assessore Marino partiamo dalla 'Roma del futuro': gli ecodistretti. A che punto siamo?

L'obiettivo di questa amministrazione, e quello di Ama, è puntare sulla filiera del recupero. Per fare questo è necessario dotarsi di apparati industriali che ci permettano di conferire alle piattaforme Conai materiale pulito e accedere ai contributi di prima fascia. In questo momento però Ama non possiede queste infrastrutture ed è costretta a servirsi di soggetti terzi e privati per trattare carta, plastica, metalli e umido. Un'eredità che viene da un passato in cui la maggior parte dell'immondizia veniva conferita in discarica. Oggi invece Roma si attesta al 43% di raccolta differenziata, ai livelli delle maggiori capitali europee. Abbiamo coinvolto più di 1 milione e 800 mila utenti e nei prossimi mesi partiremo con il nuovo modello di raccolta a 5 frazioni nei 5 municipi rimanenti. Senza impianti della filiera del riciclo e per la valorizzazione, tutto questo resterebbe più un costo che una risorsa. Per questo stiamo lavorando agli ecodistretti.

L'ipotesi di Ama di collocare un ecodistretto a Ponte Malnome è stata bocciata. Non le sembra un boicottaggio verso l'Ama? Quanto saranno impattanti?

È giusto che l'azienda faccia le proprie valutazione rispetto al patrimonio disponibile però non possiamo non considerare alcuni temi territoriali. La Valle Galeria ha già scontato 35 anni di impiantistica 'pesante' e sappiamo che Malagrotta è rimasta una ferita aperta per i residenti. La discarica non è ancora stata coperta, il cosiddetto capping a carico del gestore privato non è ancora partito, e una recente sentenza del Consiglio di Stato ha valutato necessaria anche una bonifica del territorio. Prima di realizzare nuovi impianti bisogna parlare di riqualificazione. Detto questo l'impiantistica che propone Ama non somiglia in nessun modo a una discarica. Per esempio a Rocca Cencia la realizzazione di un ecodistretto per trattare rifiuti differenziati sarà un'occasione di riaqualificazione e riconversione rispetto alla situazione attuale. Nel polo ci sarà spazio anche per start up e piccole imprese che lavorano nel campo del riuso e del riciclo.

Anche a Rocca Cencia però non mancano le proteste. I residenti sono preoccupati per la realizzazione del biodigestore, impianto che brucia 'gas' prodotto dall'umido.

Nell'impianto di compostaggio ci sarà anche una parte di produzione di biogas per l'utilizzo interno dell'area. Con i cittadini faremo chiarezza in merito a ciò che effettivamente verrà costruito e alle caratteristiche degli impianti. Apriremo un tavolo con loro e ci confronteremo.

Oltre a Rocca Cencia e via Salaria, escludendo Ponte Malnome, rimangono 'scoperti' due siti. Avete già pensato ad alcune ipotesi?

Stiamo avanzando verifiche su localizzazioni alternative. Quel che è certo è che è Roma che si deve far carico della chiusura del ciclo dei rifiuti all'interno del suo territorio.

Valutiamo ora l'aspetto economico. Ama non versa certo in condizioni economiche ottimali. Quanto costa costruire i nuovi impianti? Chiederete aiuto anche a soggetti privati?

L'investimento per la realizzazione degli ecodistretti va dai 60 agli 80 milioni di euro. Ama non ha queste possibilità di investimento così sul tavolo c'è anche l'ipotesi di aprire a soggetti privati per realizzare l'impiantistica. Ricordo però che Ama è un soggetto pubblico e per individuare un partner dovrà emettere un bando. Stiamo valutando se cercare solo un soggetto finanziatore o un finanziatore che interverrà in maniera diretta anche nella realizzazione degli impianti.

Passiamo alla manutenzione e alla cura del verde pubblico. Con l'avvio dell'inchiesta 'Mafia capitale' molti appalti risultati legati ad alcuni dei soggetti coinvolti sono stati sospesi. Quanto questo aspetto ha complicato una situazione già delicata?

A dicembre abbiamo sospeso le gare aperte e stiamo finendo le ultime valutazioni per capire se sarà necessario l'annullamento definitivo. Di certo questa situazione non ha aiutato: erano gare di manutenzione del verde molto utili per la città. Ma dobbiamo guardare avanti e il servizio giardini in questi mesi si è riorganizzato e ha dato il massimo per fronteggiare la situazione con le risorse date. Se tra un paio di settimane il bilancio sarà approvato smetteremo di lavorare mese per mese e potremo invece partire con le gare annuali o pluriennali. In questo senso se da un lato l'inchiesta ha creato problemi dall'altro ha anche aperto l'occasione per dare un'accelerata a un processo che già avevamo avviato.

A cosa si riferisce?

Basta a gare spezzettate per aprire la strada a gare uniche sia per il verde orizzontale sia per quello verticale. Inoltre stiamo portando a termine anche quella per il monitoraggio delle alberature di tutta Roma per poter iniziare a programmare gli interventi.

Come sarà strutturata quindi la nuova gara?

Si tratta di un'unica gara che suddivideremo in lotti, uno per ogni municipio, in modo da avere corrispondenza tra l'operatore e il territorio. Un modo per controllare meglio il lavoro delle aziende vincitrici.

Dopo alcuni crolli che hanno suscitato le polemiche in città avete avviato un piano. Di cosa si tratta?

Stiamo intervenendo su circa 2500 alberature e insieme al servizio giardini e ai municipi abbiamo valutato le priorità. Con l'approvazione del bilancio poi potremo usufruire di nuove risorse. Puntiamo a un monitoraggio a tappeto, a un pronto intervento h24 e a un'azione mirata su circa 80 mila alberi più grandi e quindi anche più rischiose. Infine stiamo approntando anche un piano di sostituzione, molte piante sono arrivate al termine del loro ciclo di vita.

Ci sono zone di Roma o quartieri dove il problema è più urgente?

I pini sono i più a rischio e quindi anche le strade con questo tipo di alberi. Grande attenzione la daremo anche alle ville storiche mentre un piano specifico verrà dedicato alle scuole. Purtroppo anche qui insistono tante piante con una certa età.

Come valuta questo primo anno e mezzo di assessorato? Quali sono state le difficoltà?

È stato un anno e mezzo complicato per l'eredità che ci siamo ritrovati ad affrontare. Anche prima dello scoppio delle varie vicende giudiziarie su alcuni temi abbiamo presentato materiale alla Procura e alla Corte dei Conti in merito ad alcune illegittimità. Con una macchina amministrativa del genere non è facile lanciare progetti e nuove sfide. Credo però che abbiamo dato dei segnali di cambiamento: primi tra tutti la chiusura della discarica di Malagrotta e un considerevole slancio alla raccolta differenziata che a dicembre ha raggiunto quota 43%. Lo sforzo è anche teso a risollevare le aziende capitoline nel quadro più generale del piano di rientro e del piano di efficientamento di tutta l'amministrazione capitolina.

Cosa si augura per i prossimi mesi di lavoro?

Speriamo di uscire presto dall'emergenza per poterci dedicare alla programmazione. Ci sono ancora tanti temi che vorremmo porre al centro della nostra amministrazione come i cambiamenti climatici, la resilienza cittadina, le acque del Tevere.

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