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“Servono trecentomila alloggi: noi ci mettiamo le aree, i privati i soldi”

Intervista all'assessore alla casa Alfredo Antoniozzi: "Puntiamo sull'edilizia a basso costo. Troveremo aree all'interno della città da destinare alla costruzione per risolvere il problema della casa"

Sicurezza e casa. Su queste due parole chiave Gianni Alemanno ha “conquistato” Roma e i romani, mettendo fine al predominio di 15 anni della sinistra. Se sulla sicurezza i provvedimenti della sua giunta si susseguono periodicamente, con effetti positivi anche sulle statistiche dei crimini, meno evidenti sono i provvedimenti presi per quel che riguarda la casa, considerata da tutti una vera e propria emergenza per Roma e i romani.

Delle politiche abitative che intende mettere in campo questa giunta abbiamo parlato con l'assessore comunale alla casa Alfredo Antoniozzi.

Assessore, il Pd romano ha convocato una conferenza stampa per rimproverarvi di non aver messo a bilancio soldi per le politiche abitative. Come risponde?

Che si tratta di una bugia. A bilancio ci sono 300 milioni per 3 anni. Quindi ogni anno, da qui al 2011, ci saranno 100 milioni di euro.

Che situazione avete ereditato?

Beh penso sia sotto gli occhi di tutti la situazione. Le case a Roma costano troppo e negli ultimi 20 anni sono aumentate le persone che non possono permettersi di comprare casa ed anche quelle che non riescono ad affittarla. Il vero piano abitativo in questi anni l'hanno fatto i romani, andandosene in 200.000 da Roma e scegliendo di abitare nei paesi limitrofi.

Come contate di evitare che queste 200.000 persone aumentino?

Puntando sull'housing sociale e l'edilizia a basso costo. Abbiamo già presentato un bando per concedere delle aree ai privati con l'accordo che poi dovranno vendere a prezzo contenuto quanto costruito metà degli alloggi, affittando, sempre a prezzo contenuto l'altra metà.

  In questi anni la politica abitativa l'hanno fatta i cittadini, scegliendo di andare ad abitare fuori Roma
 
Il sindacato degli inquilini delle case popolari dice che volete sostituire l'edilizia popolare con l'housing sociale. Cosa risponde?

Va fatto notare che appena insediati ci siamo visti sottrarre dalla Regione 62 milioni per l'edilizia popolare. Soldi che poi la Regione ha dirottato sull'edilizia della 167.

Immagino però vi abbiano dato una spiegazione …

La spiegazione fornita è che quei soldi non sono stati impiegati dalle giunte precedenti. Però è singolare che, appena arrivato Alemanno, quei soldi siano spariti. Con la Regione però ora è stato trovato un accordo per recuperare almeno una parte di quei soldi.

Alemanno ha vinto le elezioni anche sul tema della casa. Rispetto all'altro grande tema, la sicurezza, poco sembra essere stato fatto. Come mai?

Beh, rispetto alla sicurezza le politiche per la casa hanno bisogno di più soldi e più tempo per essere evidenti. I risultati sono sicuramente meno immediati. Comunque non è vero che non abbiamo fatto niente.

Cosa avete fatto sinora?

Abbiamo rivisto il sistema delle graduatorie, trovando graduatorie false nel 70% dei casi. E' una cosa importante perché ora i romani sanno che dentro le case popolari c'è gente che realmente lo merita. Poi c'è l'housing sociale per il quale abbiamo già approntato un primo bando.

Mi pare di capire che puntate molto sull'housing sociale, giusto?


Come ho già detto il vero problema è l'edilizia a basso costo. Siamo convinti che oggi troppa gente non riesca né a comprare né ad affittare casa. Questo perché i prezzi sono spropositati. Del resto, se noi vendiamo un'area a 2.000 euro al metro quadro, tra costi, tasse e guadagno che il costruttore vuole comunque realizzare, il costo arriva a 5.000 euro al metro quadro. Per abbattere questo costo dobbiamo concedere le aree gratuitamente ai privati i quali ci devono mettere i soldi, dopo aver sottoscritto un impegno a vendere a basso costo quegli alloggi.

Quindi al Pd che dice che per costruire i 30.000 alloggi promessi da Alemanno occorrono 5 miliardi di euro, cosa dite?

Dico innanzitutto che 30.000 alloggi non sono che un primo modulo: ne servono 10 volte di più. Ed a finanziarli saranno i privati. A noi spetterà solo il compito di trovare le aree, senza intaccare l'agro romano ovviamente, ma provando a scardinare certi tabù intoccabili. Se così non sarà ci troveremo a dover gestire una città dove l'emergenza abitativa sarà ancora più emergenza.

Di quali tabù parla?

Dei freni posti in questi anni allo sviluppo della città. Roma è una metropoli che rispetto ad altre città nel mondo è meno sviluppata per quel che riguarda le politiche della casa. C'è una grande richiesta di nuove abitazioni e noi siamo chiamati a soddisfarla. Qui bisogna fare un avvio di revisione di questo piano regolatore, cominciando a ragionare su quelle aree che non hanno destinazione edificatoria e non parlo dell'agro romano, che è nostra intenzione salvaguardare.

Esempi di queste aree?

La città è piena di aree non edificabili che sono ormai compromesse. Ci sono ad esempio aree vicino Tor Bella Monaca, aree nel XVIIII municipio, nel V, nel VI .

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