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Fiera di Roma, Catarci critica il progetto di Marino: "Troppi regali"

La delibera sulla valorizzazione dell'area lungo la via Cristoforo Colombo è tornata al centro della discussione politica. L'VIII municipio aveva dato parere favorevole ma ad alcune 'condizioni' a cui oggi non è ancora stato dato seguito. Romatoday ha intervistato il presidente Andrea Catarci

“Le cubature edificabili vanno ridotte”. Ne è convinto il presidente dell’VIII municipio Andrea Catarci in merito al progetto di valorizzazione dell’area dell’ex Fiera di Roma. Una delibera che è tornata al centro della discussione politica cittadina, legata a doppio filo con la difficile situazione economica della società a un passo dal fallimento. Dopo il primo progetto targato 'Veltroni' e quello elaborato dalla giunta Alemanno, entrambi ‘criticati’ dal minisindaco, nel luglio del 2014 è stata approvata in giunta una delibera elaborata dall'assessore Giovanni Caudo. 

Presidente, la sua posizione rimane critica. Cosa non la convince?

Il progetto di Caudo fa dei significativi passi avanti ma questi non sono sufficienti a rendere sostenibile il piano di valorizzazione per il nostro territorio. Inizio da una premessa: lo strumento scelto. La giunta Marino ha lavorato a una variante del Piano regolatore. Non un progetto vero e proprio ma un documento generico, un 'Piano di utilizzazione', nel quale non vengono definite le dimensioni e le altezze dei singoli fabbricati e non vengono nemmeno individuati i servizi. Si fissano solo le cubature. O meglio la Superficie utile lorda (Sul) e le percentuali di destinazione. Il municipio è stato quindi chiamato a dare il suo parere consultivo solo su questo aspetto e non su un progetto vero e proprio. Si tratta di una questione metodologica importante.

Entriamo nel merito della proposta della giunta Marino. Qual è il parere avanzato dal municipio?

Ripeto, nella proposta di Caudo abbiamo individuato alcuni importanti miglioramenti. Per esempio nel documento si afferma che gli strandard urbanistici (servizi, aree verdi, parcheggi ecc..., ndr) vanno reperiti all'interno dell'area e non all'esterno come invece fissato in precedenza. Anche le cubature totali vengono ridotte di circa 30 mila unità: dai 91 mila metri quadrati di Sul delle precedenti proposte alle attuali 75 mila. Si tratta di un passo avanti ma non basta. Per questo, come municipio, abbiamo dato il nostro parere favorevole ma con 12 condizioni.

Quali condizioni?

Riassumo i primi quattro, i più importanti. Al primo punto abbiamo chiesto un'ulteriore riduzione delle cubature considerando come base i metri cubi attualmente presenti dentro l'area.  Il secondo punto riguarda la destinazione della quota residenziale che nella variante ammonta all'80%. Nell'atto municipale proponiamo che sia suddivisa in parti uguali tra edilizia a libero mercato e quella residenziale pubblica. Al terzo punto c'è la mobilità. Chiediamo che prima di realizzare il nuovo quartiere venga costruito il tram che da viale Marconi passa da via Giustiniano Imperatore e, attraversando la Cristoforo Colombo all'altezza della Fiera di Roma, vada verso il centro della città. Si tratta di una delle sette linee di tram annunciate nei mesi scorsi dall'assessore Guido Improta, la più lunga. Infine, al quarto punto, chiediamo che le opere pubbliche vengano realizzate contestualmente a quelle private. Un modo per evitare che si ripeta quanto accaduto a piazza dei Navigatori. 

Torniamo al primo punto: il volume delle cubature da costruire. Quale quota avete fissato come municipio?

Abbiamo chiesto di partire dalle cubature attualmente presenti nell’area. Per trovare questo dato, dopo aver dato il nostro parere favorevole ma ‘con riserva’ il primo agosto del 2014, gli uffici municipali non si sono fermati e, grazie anche alla competenza in tema del mio assessore all'Urbanistica Massimo Miglio, abbiamo iniziato a raccogliere e analizzare tutte le carte e i documenti necessari a ricostruire questo dato. E qui sono sorte non poche sorprese.

A cosa si riferisce?

Ricordo che nel progetto della giunta Marino si punta a demolire i manufatti presenti per ricostruire 75 mila metri quadrati di Sul. Cifra raggiunta partendo da quanto contenuto in un importante documento, quello che fissa le misure delle aree verdi sulla Colombo, in cui si stimano 216 mila metri cubi. Questo dato, tradotto in Sul, fa 67 mila metri quadrati. Cifra che arrontondata in eccesso dà i 75 mila metri quadrati della delibera di Caudo.

Voi invece cosa avete scoperto?

Nell’area ci sono 18 mila e 700 metri quadrati di Sul di strutture abusive condonate di proprietà di Investimenti spa. Sempre di proprietà della spa sussistono altri manufatti costruiti legalmente. In totale: 33 mila e 800 metri quadrati. E ancora. 1175 metri quadrati di costruzioni demaniali e poco meno di 10 mila metri quadrati nelle mani di Roma Capitale, ubicati nelle fasce di rispetto. Totale 44 mila e 500 metri quadrati circa.

Siamo molto lontani dai 75 mila metri cubi fissati dalla proposta. Come vi siete mossi?

Questo dato rafforza quanto scritto nel parere del municipio. Abbiamo informato tutti i comitati e le associazioni di cittadini che negli anni si sono battuti contro i progetti precedenti. Inoltre abbiamo sottolineato alla giunta Marino l'importanza di rispettare i punti da noi prescritti, in primis proprio la drastica riduzione delle volumetrie da costruire. Ed è proprio su questo punto che la delibera è bloccata in Aula Giulio Cesare da ormai un mese e Sel si sta opponendo alla sua approvazione così com’è. Sono troppi i favori concessi a una società che, anche se presenta dei soci pubblici, è un soggetto privato a tutti gli effetti. E il primo è proprio il condono.

Questo però risale agli anni precedenti l’amministrazione Marino. Quali altri favori si farebbero approvando questa delibera?

Anche la variante di Caudo, così come i precedenti progetti di Veltroni e di Alemanno, trasforma cubature a vocazione culturale in residenze fino all’80% del totale. Non dimentichiamo che anche il condono è stato concesso per attività culturali e non di certo residenziali. Il terzo ‘regalo’ è quello che proprio non possiamo concedere: il consistente incremento di Sul edificabile rispetto a quanto esiste oggi in quell'area. Da questo punto di vista esistono anche degli estremi legali per opporvisi e ci sono già alcune associazioni, come Italia Nostra, che stanno valutando di percorrere questa strada. Ripeto. In base alle nostre stime oggi ci sono 44 mila e 500 metri quadrati di Sul, una cifra molto lontana da quella fissata dall’amministrazione Marino. Infine, secondo me, è in gioco la visione di questa città.

Quale visione?

L'obiettivo dichiarato più volte dell'approvazione di questa delibera è quello di contribuire a bloccare le perdite economiche di Investimenti spa e i debiti contratti per la realizzazione della nuova Fiera. Immaginate cosa potrebbe succedere se questa modalità diventa prassi. Roma Capitale ha un buco di bilancio: perché non costruire dei grattacieli da qualche parte? Senza considerare che Investimenti spa ha soci pubblici ma è un soggetto privato. Il fatto di non farla fallire non può essere un criterio ragionevole a guidare un’operazione urbanistica di queste dimensioni. Non siamo contrari alla valorizzazione ma non si possono massimizzare i profitti per coprire un'operazione in perdita come quella della Fiera di Roma e per di più senza nemmeno risolverli completamente. Siamo per una valorizzazione economica attenta agli equilibri territoriali. Anche perché il primo a rimetterci da questa situazione di abbandono è proprio il territorio.

Come sono i rapporti con l'attuale amministrazione su questo tema?

Come detto prima, un importante passo avanti è stato fatto ma non nascondo che in questi anni su tante questioni la mia amministrazione e quella di Marino hanno assunto posizioni divergenti. La questione della Fiera di Roma riguarda la visione della città. Non è un giardino. Ma un'area di 7 ettari. Serve il coraggio di portare a termine questa operazione urbanistica nel rispetto del territorio. 

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