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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Niente incontro sul referendum, Imposimato contro Roma Tre: "Illegittimo"

Una delibera del Senato accademico dell'11 ottobre impedisce qualsiasi inziativa sul referendum negli spazi dell'ateneo. L'ex magistrato: "Legge interpretata in maniera erronea"

Ha sollevato polemiche la decisione dell'ateneo di Roma Tre di non autorizzare iniziative sul referendum. A finire nelle maglie delle restrizioni anche un incontro organizzato dagli studenti del coordinamento universitario Link Roma con Ferdinando Imposimato, ex magistrato e presidente emerito della Corte di Cassazione, che reagito diffidando l'ateneo a dare il via libera all'inziativa e scontrandosi personalmente con direttore del dipartimento di Filosofia Paolo D'Angelo. Per protesta, come denuncia il Comitato per il No al Referendum Costituzionale, l'evento, si è tenuto lo stesso ma in corridoio. Un evento non isolato: "qualche giorno prima, infatti, a Tor Vergata un'assemblea per il 'No' si è svolta addirittura all'aperto" la denuncia. 

Secondo quanto denunciato dallo stesso Imposimato nella lettera, tutto è partito da una delibera del Senato Accademico dell'11 ottobre scorso che ha ratificato un provvedimento d'urgenza del rettore volto ad imporre il 'silenzio elettorale' nei quindici giorni precedenti all'apertura delle urne. Di fatto, paragonando il referendum alle altre tornate elettorali. Un divieto contro il quale si è espresso lo stesso Imposimato in una lunga lettera indirizzata alle più alte cariche dell'ateneo: "L’interpretazione regolamentare posta alla base della delibera è inesatta: la richiamata norma, infatti, si riferisce allo svolgimento delle sole elezioni politiche, amministrative o europee, senza fare menzione alcuna alla consultazione referendaria, alla quale la norma è stata applicata per analogia, in maniera errata" scrive l'ex magistrato. Spiega ancora Imposimato: "Nel voto referendario i cittadini sono chiamati ad esprimere il proprio giudizio sul merito della materia oggetto del quesito, che non li vede contrapposti né agli autori della riforma, né agli altri cittadini". Nella fase precedente "i cittadini non sono in posizione contrapposta tra di loro, ma tutti nella stessa posizione di “apprendisti”.

Gli studenti, e lo stesso Imposimato, hanno così deciso di tenere comunque la lezione in corridoio "ritenendo fondamentale la possibilità di discussione di studenti e studentesse all'interno dell'Università, in particolar modo rispetto ad un tema così importante come quello referendario". Per Michela Becchis, Coordinatrice del Comitato Romano per il No, è “gravissimo che venga ostacolata la libera discussione sulle modifiche costituzionali proprio negli spazi che dovrebbero essere dedicati al sapere e al dibattito”. 

Non è mancata la risposta del Rettore Mario Panizza e del Direttore generale Pasquale Basilicata: "Nessuna richiesta di autorizzazione per la concessione di spazi universitari da destinare a manifestazione [...] è stata presentata da componenti studentesche" il primo punto sottolineato. A cui segue: "I regolamenti universitari, legittimamente adottati dalle Autorità Accademiche, stabiliscono modalità e tempistiche precise per la richiesta di concessione di spazi da parte delle organizzazioni e associazioni studentesche [...] la richiesta deve essere avanzata con apposito modulo almeno 20 giorni prima". Per i vertici dell'Ateneo, nella modalità di presentazione della domanda non c'erano i tempi per garantire la didattica: "L'aula numero 4 della Scuola di Lettere, che viene indicata in alcuni comunicati fatti circolare dagli organizzatori, risulta destinata a lezioni già programmate nel calendario didattico dalle ore 10 del 24 novembre, cosicchè a meno di 24 ore dall'evento che Lei richiama i tempi escludono la possibilità di una diversa organizzazione della didattica che è mio dovere garantire". 

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