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Case Rosse, incontro per la delocalizzazione della Basf: "Ancora nessuna decisione"

L'assessorato alla Trasformazione Urbana sta lavorando per trovare un'area più idonea all'inceneritore di solventi chimici sito tra Settecamini e Case Rosse. Istituito un tavolo

Su una possibile delocalizzazione della Basf non è stata presa, al momento, alcuna decisione. L'intenzione però c'è, ed è stata confermata ieri dall'assessore alla Trasformazione Urbana, Giovanni Caudo, che ha incontrato i rappresentanti dei lavoratori e le organizzazioni sindacali.

L'assessorato sta lavorando per trovare un'area più idonea all'inceneritore di solventi chimici sito tra Settecamini e Case Rosse. Due le ragioni: favorire la crescita dello stabilimento, al momento confinato in una zona urbanizzata senza margini di ampliamento, tutelando quindi i lavoratori, e proteggere la salute dei cittadini. 

"Il lavoro dell'assessorato per la verifica di un'area più idonea allo sviluppo della Basf, lontana dalle aree abitate - ha dichiarato il Campidoglio - si deve configurare come un'opportunità di crescita e di sviluppo dell'azienda e dei livelli occupazionali. L'attuale stabilimento, ormai in una zona urbanizzata, rischia di non avere ulteriori margini di crescita. Proteggere la salute dei cittadini, il posto di lavoro e mantenere la presenza industriale a Roma sono gli obiettivi che l'amministrazione comunale intende perseguire. 

I rappresentanti dei lavoratori hanno preso atto del percorso proposto da Roma Capitale e parteciperanno al tavolo istituito per la verifica di quali possano essere le eventuali opportunita' per conseguire gli obiettivi sopra enunciati".

LA BASF - Dove trasferire il complesso industriale non è emerso dall'incontro, ma il tavolo tecnico è stato avviato, perché l'intenzione è quella. Non nuova del resto, se ne parla da anni. Da quando intorno alla sede romana del più grande colosso chimico mondiale si leva un fumo perenne che i residenti sono costretti a respirare, e da quando a pochi metro dai camini che lo sputano si trovano un asilo e un fitto anello di case abitate. Se i fumi siano o meno nocivi non è chiaro. 

I Comitati di Quartiere (Settecamini e Case Rosse) hanno il dito puntato contro la fabbrica da tempo, forti di un'analisi del Dipartimento di Epidemiologia della ASL RME, datata 16 Settembre 2003. Quei numeri evidenzierebbero una mortalità per tutti i tumori, nella popolazione maschile di Case Rosse e Settecamini dal 1987 al 2001, del 30% in più della media di Roma. Da qui la richiesta di comitati e cittadini di spostare la fabbrica lontano dai nuclei abitati. 

CONTROLLI E INDAGATI - Del pericolo inquinamento intorno agli impianti della Basf si è tornati a parlare nei giorni scorsi, a seguito di alcuni controlli effettuati all'interno dello stabilimento dagli agenti del gruppo servizio prevenzione emergenze (SPE) della Polizia Municipale, diretti dal comandante Antonio Di Maggio. 

Un blitz che ha portato al sequestro di alcune cartelle e diverse analisi a campione per verificare i livelli di contaminazione ambientale intorno alla fabbrica. L'operazione ha portato qualche giorno dopo all'iscrizione nel registro degli indagati di due dirigenti dell'azienda. E non finisce qui. 

IL LAGO INQUINATO - A finire sotto sequestro c'è anche il lago per la pesca sportiva nei pressi di via di Salone, molto vicino alla fabbrica. I sigilli, sempre apposti dagli agenti della Spe, sono stati disposti dalla Procura a seguito di alcuni prelievi sulle acque che hanno evidenziato la presenza di arsenico, manganese, bario e piombo oltre i livelli consentiti dalla legge. 

Secondo quanto accertato nel corso delle indagini, la falda acquifera del lago è la stessa su cui insistono le attività della vicina fabbrica chimica Basf. Ancora da verificare il legame effettivo tra le acque inquinate del lago e l'attività della fabbrica. 

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