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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Inceneritori, sì delle Regioni allo sblocca Italia: si riapre la partita di Malagrotta

Il ministro Galletti al margine della Conferenza Stato-Regioni ha riferito il parere favorevole di tutte le regioni tranne la Lombardia e la Campania. Un impianto verrà acceso nel Lazio

Sui nuovi inceneritori, le Regioni hanno detto sì. Come annunciato dal ministero dell'Ambiente Gian Luca Galletti, la Conferenza Stato-Regioni relativa alla realizzazione di una rete nazionale di 'termovalorizzatori' contenuta nell'art. 35 dello Sblocca Italia, ha ottenuto il via libera di quasi tutte le Regione, escluse Lombardia e Campania. Il decreto riguarda tutta l'Italia, dal momento che “si verrà a creare una rete unica di smaltimento a livello nazionale”. Ma il quadro cambia anche per la Regione Lazio. In particolare si prevede la realizzazione di 8 'termovalorizzatori'. Uno dei quali dovrà essere acceso nel Lazio. 

Nel Lazio, quindi, si riapre la partita. Soprattutto quella di Malagrotta dove il Colari di Manlio Cerroni, proprio a fianco dell'enorme discarica chiusa nel settembre del 2013, ha attivi due impianti di trattamento meccanico biologico e una linea del gassificatore (una particolare tecnologia di combustione dei rifiuti) aperta negli anni scorsi ma chiusa da tempo. E proprio a Malagrotta Cerroni ha da tempo il progetto di aprire la seconda linea di gassificazione. Il progetto però è passato dalla caotica stagione dei rifiuti romana senza mai essere approvato definitivamente. Anzi, come informa il Colari stesso in una recente lettera indirizzata alle istituzioni competenti, nell'agosto scorso il consorzio aveva manifestato “la volontà di rinunciare alla seconda fase”. Con il decreto la partita si riapre. Per Malagrotta ma anche per gli altri progetti come quello di Albano che sembrava ormai archiviato. 

“Il PD nazionale e regionale sta facendo il solito favore a Cerroni a svantaggio della salute dei cittadini, questa volta con il decreto ministeriale che prevede una seconda linea per l’inceneritore di Malagrotta” denuncia Devid Porrello, consigliere del Movimento cinque stelle del Lazio. “Né le indagini, né gli arresti, né i sequestri né l’opinione pubblica riescono a far desistere il Pd dal suo assurdo piano di riaffidare alle aziende di Cerroni la gestione dei rifiuti. In assenza di un Piano Rifiuti Regionale è evidente che continueremo sotto scacco di chi per decenni ha avvelenato il nostro territorio, imponendo un modello di raccolta e trattamento dei rifiuti che va contro qualunque buona pratica applicata nel resto del mondo. Quello che non capisco e su cui vorrei una risposta dal neo assessore Buschini, dall’alto della sua esperienza, è a cosa serve un gassificatore se, come recitano spesso i comunicati stampa della regione e dei comuni amministrati dal PD, nel Lazio la raccolta differenziata è in aumento” ha concluso il consigliere. 

La notizia del Governo è arrivata in giorni in cui i fari su Malagrotta erano già stati riaccesi. Nonostante la chiusura della discarica nel 2013, l'attesa bonifica e la presenza di impianti sul territorio non hanno mai fatto abbassare la guardia ai cittadini. E' di oggi una nota della  presidente del XII municipio Cristina Maltese, proprio sulla mancata bonifica e contro l'accensione dell'inceneritore: “Dopo la chiusura di Malagrotta aspettiamo ancora il piano di bonifica e il monitoraggio ambientale di tutta l'area. La commissione MAGVA istituita dall'ex provincia di Roma, con un finanziamento di 3.500.000 di euro, che avrebbe dovuto lavorare per verificare lo stato di salute di aria, acqua e suolo, è ferma da sei anni. Comune e Regione ad oggi non ci danno certezze sul recupero della Valle Galeria. Il municipio sarà al fianco dei cittadini in difesa della loro salute per lottare ancora una volta contro questo scempio”.

A far scattare l'allarme una lettera del Colari datata 20 gennaio ed indirizzata al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, all'assessore Michele Civita (anche se nel frattempo la delega ai rifiuti è passata al neo assessore Mauro Buschini), al commissario straordinario capitolino Francesco Paolo Tronca e al suo 'sub' Camillo De Milato, al ministro competente Luca Galletti e al Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti. 

Dopo la chiusura della discarica e l'avvio in molti quartieri della raccolta differenziata porta a porta, i tempi sono cambiati. Da fanalino di coda, oggi la Capitale si avvicina sempre più alla percentuale del 50 in quanto a differenziazione dei rifiuti. Gli impianti di trattamento da quali esce il cdr da inviare agli inceneritori servono solo per la parte di rifiuti non trattati e, la speranza, è che servano sempre meno. Dopo la chiusura della discarica di Malagrotta però una parte dei rifiuti trattati finisce in altre regioni. 

Scrive il Colari nella lettera: "La principale causa di tale situazione è facilmete individuabile nella mancanza di impianti idonei a ricevere quanto deriva dal trattamento negli impianti e, dunque, a completare il ciclo". Due i fronti aperti dal Colari: da una parte viene ripescata la discarica di Quadro Alto che nel 2009 aveva causato la rivolta della popolazione di Riano; dall'altro il gassificatore. Pur ricordando come il 10 agosto 2015 il Colari aveva rinunciato alle altre due linee, nella lettera si chiedeva l'autorizzazione per procedere con un revamping (una sorta di ristrutturazione con una tecnologia più moderna) della linea esistente. 

Alla Maltese risponde il cosigliere regionale Fabrizio Santori: "Ho presentato interrogazioni e fatto approvare ordini del giorno al bilancio regionale sulla questione inceneritore di Malagrotta e sul progetto di monitoraggio ambientale della Valle Galeria, per migliorare la vita e la salute dei cittadini e lo stato dell'aria e delle falde. Ma la giunta regionale non ha mai dato attuazione a questi indirizzi. Ora ascolto le parole della presidente del Municipio Maltese che si sveglia dal torpore e lancia frecciate nel vuoto, con la speranza di colpire il presidente della Regione Lazio Zingaretti? Senza dimenticare che il governo Renzi ha imposto di accendere tutti gli inceneritori esistenti, nel silenzio assordante dei suoi sodali di partito. La verità è che attraverso la commissione MAGVA la Provincia aveva provveduto a uno stanziamento di 3 milioni e 500mila euro per il monitoraggio ambientale della Valle Galeria. Di questi danari non si sa più niente e ad oggi il silenzio del PD è imbarazzante nei confronti di tutto il quadrante della Valle Galeria e dei suoi residenti", così in una nota il consigliere regionale del Lazio Fabrizio Santori, componente della commissione ambiente e rifiuti".

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