Grande partecipazione di cittadini, personalità politiche e istituzioni all’assemblea pubblica del Partito Democratico di San Cesareo per salvare la Villa di Cesare-Massenzio tenutasi all’Auditorium comunale lunedì 27 Giugno.L’iniziativa, che anche a detta del segretario Roberto Scaramella è andata oltre le più rosee previsioni, è iniziata con l’esposizione della posizione del partito locale rispetto al piano integrato in questione. Il segretario ha illustrato l’osservazione presentata al comune e bocciata dall’attuale maggioranza: per salvare la realizzazione della chiesa, il sito archeologico e l’investimento della ditta promotrice, bisognerebbe spostare il complesso parrocchiale sulla zona non coinvolta dai reperti, valorizzare il sito archeologico inglobandolo in un museo diffuso nel paese, riscoprendo alcuni dei più importanti reperti già censiti sul territorio del nostro comune, prevedere una compensazione per la ditta promotrice trovando un’altra zona da edificare. L’assemblea ha visto poi alternarsi sul palco personalità locali e nazionali del partito, a cominciare da Matteo Orfini resp. Nazionale cultura del Partito democratico che si è impegnato ad approfondire il tema presso i dicasteri competenti: L’On. Renzo Carella che portando ad esempio il parco di Tor Marancia a Roma ha proposto compensazioni di cubatura da dare all’imprenditore per salvare l’investimento già fatto e nello stesso tempo creare un parco archeologico e consegnare la villa alla comunità di san cesareo. Dello stesso avviso l’On Maria Anna Madia che ricordando la sua interrogazione alla camera ne annuncia un'altra in stretta collaborazione con Renzo Carella per il ritardo nell’apposizione del vincolo. “Il sindaco deve svolgere in questo caso un ruolo istituzionale e non politico” per questo Carlo Ponzo auspica la nascita di una commissione in consiglio comunale formata da maggioranza, opposizione e cittadini. Bruno Astorre invece pone l’accento sulla nuova chiesa rilevando che il Partito Democratico è sempre stato a favore della sua costruzione “un paese che ormai è arrivato quasi a 15000 abitanti non può avere una sola chiesa”, ma andrà inserita in un ambiente diverso, magari circondata dal parco archeologico. Daniele Leodori invita a ragionare sulla fattibilità del piano che prevede l’edificazione di ben 54.000 mc di cemento, affermando che oltre a danneggiare il sito archeologico creerà problemi di viabilità di gestione del traffico cittadino. Sul palco poi sono saliti vari esponenti del partito e dei giovani democratici di San Cesareo e cittadini.Tutti hanno espresso la volontà di salvare una delle poche testimonianze del passato di San Cesareo, ricordando che in vista della possibile espansione che sta vivendo il nostro territorio quale ad esempio il Parco Giochi e l’Outlet di Valmontone questa potrebbe essere una grande opportunità ricettiva per il nostro paese. I giovani democratici di San cesareo, cercando di coinvolgere tutti i circoli limitrofi, cominceranno una campagna di sensibilizzazione a livello provinciale per cercare di portare più visibilità possibile al ritrovamento, e far si che il famoso paese senza storia torni a essere un luogo ricco di cultura e di ricchezze storiche per tutti i cittadini. Su tutto è assordante il silenzio del Sindaco e di consiglieri della maggioranza comunale di San Cesareo che non hanno ritenuto finora, di partecipare a nessuna delle assemblee indette dai cittadini sull’argomento. Ora più che mai questi nostri amministratori sembrano chiusi nei loro uffici, in quello che pure, il giorno dell’inaugurazione è stato definito “palazzo di vetro”.

Forse per la sua fragilità?