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Mafia capitale, l'inchiesta dell'Espresso fa infuriare Marino: “Li quereliamo”

Secondo il settimanale il sindaco avrebbe indugiato nel consegnare importante documentazione alla procura portando la finanza a "bussare alla sua porta". La risposta: "E' tutto falso"

Il Campidoglio contro l'Espresso. Adirà a vie legali il sindaco Ignazio Marino contro l'articolo pubblicato dal settimanale dal titolo 'Mafia capitale, la finanza bussa alla porta di Ignazio Marino'. “Personalmente, e come sindaco di Roma Capitale, l’ho trovato inaccettabile e mi vedo costretto a chiedere all’avvocatura capitolina di adire alle vie legali a tutela del nome della città, dei miei concittadini e anche mio” si legge in una nota. Tra i punti di attacco del giornalista il fatto che sia servito un intervento diretto della Procura per costringere il primo cittadino a consegnare importanti documenti in merito all'inchiesta su mafia capitale. Ecco uno dei frammenti di articolo nel mirino del sindaco: “Visto che Ignazio Marino la tirava troppo per le lunghe, lo scorso venerdì i finanzieri del nucleo di polizia tributaria hanno bussato agli uffici del Campidoglio e hanno ordinato l’esibizione di centinaia di documenti che riguardano decine di appalti sospetti”. Risponde: “Qui c’è un falso bello e buono: io non l’ho mai tirata per le lunghe, al contrario”.

Ecco i documenti che, secondo l'Espresso, a procura attendeva dal comune di Roma: dai "pagamenti dal 2008 a oggi effettuati a favore delle cooperative di Buzzi e Carminati" alla visione "degli emendamenti presentati dal consigliere comunale Luca Gramazio (già indagato) in merito allo stanziamento di euro 800.000/1.000.000 per la manutenzione delle piste ciclabili" fino ad arrivare alla "documentazione per rifinanziare la gestione dei campi nomadi, la manutenzione delle aree verdi e dei servizi relativi ai "Minori per l'emergenza dell'Africa del Nord".

Spiega invece Marino: “Roma Capitale ha ricevuto il giorno 16 gennaio 2015 da parte dei Ros la richiesta di esibizione di  documenti relativi alle vicende contenute nell’inchiesta della Procura. Il termine per la consegna dei documenti era stabilito per oggi, 22 gennaio 2015. Gli uffici li hanno preparati e hanno immediatamente contattato i Ros  perché li venissero a prendere. Essi ci hanno comunicato che avrebbero provveduto a ritirarli domani, venerdì 23 gennaio 2015. Noi, dunque, abbiamo rispettato i tempi alla lettera e quei documenti non li avremmo mai potuti consegnare se non di fronte ad una richiesta come quella che ci è pervenuta lo scorso 16 gennaio”.

Attacca ancora Marino: “Fin qui siamo alle ricostruzioni palesemente false (era così difficile riportare serenamente i fatti così come sono realmente avvenuti, senza inventare ritardi inesistenti?). Ma il nocciolo più negativo dell’articolo è nel fatto di allineare e affastellare tanti diversi episodi per scrivere che, “studiando decine di incartamenti e informative è evidente che il magna magna non è affatto un luogo comune della plebe ignorante ma il tratto distintivo indiscutibile della Capitale”. Frasi sostenute da commenti anonimi addirittura attribuiti a pubblici ministeri”.

Altre frasi hanno fatto infuriare il primo cittadino: “Il sindaco Marino ci prova, promette da anni onestà e trasparenza, ma finora non sembra essere riuscito a smantellare una struttura marcia dove i controlli non esistono, la confusione amministrativa è regola lo statu quo un moloch apparentemente invincibile”. Continua la nota del Campidoglio: “No, questa non è Roma e neppure l’amministrazione che ho l’onore di guidare. Gli scandali e la corruzione sono il cancro che questa giunta ha deciso di avere come nemici. Abbiamo varato le nuove regole sugli appalti a 50 giorni dall’avvio dell’inchiesta su Mafia Capitale meritandoci, ancora stasera, l’apprezzamento del presidente dell’autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone”.

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