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Home food, stesse regole dei ristoranti? La difesa dei cuochi a domicilio: "Noi siamo un'altra cosa"

I nuovi chef si sono riuniti in una neonata associazione a tutela e difesa della categoria, HomeRestaurantItalia. Sulla circolare annunciata da Leonori: "Servono regole, ma noi non facciamo concorrenza"

Home restaurant come i tradizionali ristoranti? L'assessore al Commercio, Marta Leonori, ha lanciato giorni fa l'annuncio: a breve verrà emanata una circolare con le norme che i nuovi cuochi a domicilio dovranno rispettare per servire pranzi e cene nelle loro case.  

Le stesse "che valgono per tutte le attività di somministrazione di cibi e bevande e questo perché è necessario prima di tutto tutelare il consumatore finale, a partire dalle norme igienico-sanitarie e di conservazione dei cibi". Una concorrenza che la stessa Leonori ha definito "sleale anche sotto il profilo delle norme fiscali". Ma gli chef 2.0 non ci stanno. 

"Questo fenomeno è già diffuso e regolato negli altri paesi europei e non va demonizzato ma va incentivato e sostenuto perchè è una risorsa, soprattutto culturale, per il nostro paese". Così in una nota Daniela Chiappetti, presidente della neonata associazione a tutela e difesa della categoria, HomeRestaurantItalia, per garantire "un sano e trasparente sviluppo del settore". Nessuno vuole aggirare le regole, questo il messaggio lanciato da Chiappetti, che cerca di frenare "l'allarmismo di questi giorni dovuto al fatto che si pensa che gli HomeRestaurant arrechino danno alle attività di ristorazione". 

Perché "dietro il fenomeno dell'HomeFood non ci sono furberie per aggirare la legge e scavalcare le norme che regolano la ristorazione aperta al pubblico ma solo la voglia di diffondere le nostre tradizioni e le nostre specialità culinarie. Siamo di fronte a fenomeni occasionali e sporadici che nulla vogliono togliere alla ristorazione tradizionale". Con ciò non significa che non servano regole, anzi. 

"E' giusto che gli enti preposti diano delle linee guida per indirizzare questo fenomeno e al contempo tutelare il consumatore - conclude Chiappetti -  saremo i primi a sederci ad un tavolo per dare il nostro contributo, a spiegare la filosofia degli HomeRestaurant e ad indirizzare gli step necessari per regolamentare il settore ricordando che parliamo di una attività saltuaria e sporadica che si svolge in private abitazioni dove vengono utilizzati mattarelli e pentole delle nonne e delle mamme italiane. Siamo i primi a voler garantire gli utenti finali e lavoreremo affinchè la genuina filosofia dell'HomeFood e dell'HomeRestaurant non venga inquinata. Per questo occorrono poche regole chiare e precise che al contempo agevolino e sostengano questo diffusissimo fenomeno"

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