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Tutti zitti! Grillo toglie alibi alla Raggi: riprende la caccia all'assessore

Dopo il no di Tutino, il leader del Movimento ordina via twitter il silenzio stampa. Frongia a La Stampa: "Ci sono tre nomi". Cinque i posti vacanti da riempire

Cento giorni di governo, ventotto giorni senza assessore, ennesimo nome bruciato, nuove polemiche e ancora caccia aperta. L'amministrazione cerca il successore di Marcello Minenna. Non sarà Salvatore Tutino che ha detto ufficialmente no a Virginia Raggi. Lo ha fatto attraverso la stampa dove ha di fatto messo a nudo i conflitti interni al Movimento Cinque Stelle. Già perché la motivazione è chiara: "Sono sulla graticola sottoposto a esami surreali. Sono diventato oggetto di una contesa in cui, più che i curricula, contano le illazioni e dove le falsità e le beghe di una certa politica fanno aggio su professionalità e impegno". 

Tutino ha puntato il dito contro gli attacchi subiti da Fico e dagli ortodossi del Movimento Cinque stelle. Di domenica mattina le dichiarazioni. Nel pomeriggio la fiducia alla Raggi, la linea per cui "gli assessori si decidono a Roma" e la sensazione che la nomina di Tutino fosse ad un passo. Qualcosa però ha infastidito il consigliere della Corte dei Conti. Nelle tante interviste concesse oggi parla di "guerra tra bande" e ricostruisce il primo incontro, le mancate promesse ("doveva partite una mail indirizzata alla corte dei conti per chiedere l'aspettativa e non è mai stato fatto") e la decisione di dire basta. 

Impallinato dal fuoco amico, con tanto di dichiarazioni e ammissioni. Stavolta la contronarrazione ha fallito, è arrivata tardi. Se con Minenna e Raineri alzandosi alle 5 del mattino e postando il parere dell'Anac si era riusciti ad accreditare l'idea della trasparenza; se con De Dominicis si era riusciti ad anticipare la stampa dichiarando il magistrato incompatibile con i valori del Movimento (era indagato, ndr), con Tutino, Raggi e i suoi sono rimasti spiazzati e impreparati. Così, lasciando il Campidoglio, Tutino è diventato "una delle persone che stavamo esaminando". Peccato però che lo stesso Tutino smentisca questa moltitudine di candidati affermando che la sindaca gli ha rivelato essere l'unico nome sulla lista. 

"La nomina", assicura Raggi, "arriverà presto", è la versione ufficiale. Daniele Frongia, suo vice, a La Stampa, spiega che in corsa ci sono tre nomi. A decidere sarà la sindaca, nel rispetto della linea che gli assessori si decidono a Roma. Una Raggi che "balla da sola", come avevamo detto. Autonoma, ma un po' più sola. Da ieri Grillo ha messo ma museruola a tutti, isolandola da tutto e tutti. Il diktat è preciso e arriva via twitter a poche ore dal no di Tutino: "Ringrazio di cuore tutti i portavoce M5S che non faranno nè dichiarazioni nè interviste su Roma nei prossimi giorni. Grazie di cuore a tutti".

Un tweet che punta a togliere gli alibi alla Raggi. Nessuna intromissione, nessuna indicazione, nessun aiuto. A lei gli oneri e gli onori. Mancano due assessori (bilancio e partecipate), un capo di gabinetto, un amministratore unico di Ama e un direttore generale di Atac. La speranza è di fare l'annuncio in settimana. 
 

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