"In questi giorni una spiacevole vicenda sta coinvolgendo una responsabile del servizio sanitario dell'Ime, l'Istituto Mediterraneo di Ematologia, nato su iniziativa del Ministero della Salute, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero dell'Economia e della Regione Lazio. La dottoressa Francesconi, infatti, su richiesta dell'ambasciatore del Qatar, dallo scorso 10 febbraio è stata sospesa dal servizio poiché accusata di aver tenuto un atteggiamento scorretto nei confronti di una donna araba. In sostanza alla responsabile dell'Ime sarebbe stato imputato di aver proibito ad una cittadina, che indossava il burqa, di entrare all'interno dell'area sterile della struttura sanitaria, nella quale - è bene sottolinearlo - sono degenti bambini, affetti da talassemia e sottoposti a trapianti d'organi. Partendo dal presupposto che secondo regolamento sarebbe stato vietato l'accesso a chiunque, e non solo ad una donna in burqa, è noto che l'ingresso nelle aree sterili dei presidi sanitari di questa tipologia, è consentito solamente con abbigliamento adeguato. Ci chiediamo, dunque, come sia possibile che nessuno sia stato in grado di tutelare la dottoressa Francesconi. Lo Stato, inerme, non ha mosso un dito. Esattamente come sta facendo per i nostri Marò, da oltre tre anni tenuti prigionieri in India. Per questo motivo sollecitiamo Governo nazionale e Regione Lazio ad intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, azioni volte a porre rimedio all'annosa questione. Chiediamo, inoltre, alle due istituzioni, se non ritengano opportuno attivarsi per riabilitare la dottoressa Francesconi nel ruolo di responsabile del servizio infermieristico dell'Ime". Così in una nota il senatore FI, Francesco Aracri, e il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi, che hanno depositato una doppia interrogazione in Senato e Regione Lazio.