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Politica Salario / Via Nizza

Da un'ex fabbrica occupata ad un museo, nasce Macro Asilo: De Finis sarà il direttore

Al direttore del Maam il progetto che inizierà ad ottobre del 2018

La nomina è nell'aria da mesi. Questa mattina è stata ufficializzata: Giorgio De Finis, direttore e ideatore del Museo dell'altro e dell'altrove Metropoliz (Maam) sarà il direttore artistico di un nuovo che troverà spazio al Macro di via Nizza, il 'Macro Asilo'. Dall'ex fabbrica Fiorucci di via Prenestina 913, occupata nel marzo del 2009 dai Blocchi precari metropolitani, tutt'oggi un 'museo abitato' e a rischio sgombero, non verrà 'esportato' solo l'antropologo ma anche il 'modello Maam'. 

L'annuncio è stato dato questa mattina dal vicesindaco di Roma con delega alla Crescita culturale, Luca Bergamo, in una conferenza stampa a cui ha preso de Finis. Con loro, anche l'artista Michelangelo Pistoletto, la direttrice della Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea, Cristiana Collu, Bartolomeo Pietromarchi, ex direttore Macro oggi direttore sezione Arte contemporanea del Maxxi, il dg facente funzioni dell'azienda speciale Palaexpo, Fabio Merosi, e la presidente della commissione capitolina Cultura, Eleonora Guadagno.  

Il progetto, prevede una "temporanea sospensione" delle mostre e una valorizzazione della collezione permanente. Partirà ad ottobre del 2018 e durerà per 15 mesi con un budget di 800 mila euro. L'ingresso sarà gratuito. "Raccontiamo oggi di una decisione radicale che non sempre chi governa si sente libero di fare" ha detto Bergamo "noi ci siamo sentiti molto liberi di farlo, di prendere un pezzo di utopia sperimentata al Maam e portarla all'interno delle istituzioni, perchè il Maam è una esperienza fondamentale a cui una istituzione deve guardare. Talvolta, ciò che sembra impossibile invece è possibile". 

Intervista a Giorgio De Finis: "Pronto a contagiare il Macro"

Macro Asilo cercherà un "rapporto sinergico" anche con le altre realtà di arte contemporanea come il Maxxi e la Galleria nazionale, con de Finis diventerà uno spazio aperto agli artisti e a chiunque faccia pratica artistica. "Non sarà un luogo dove si faranno mostre" ha detto de Finis "ma un palinsesto quotidiano abitato dalla città e dagli artisti che chiameremo qui a parlare e fare ricerca". 

La nomina, fin da quando è stata ipotizzata, ha suscitato polemiche e anche questa mattina agli applausi si sono alternate richieste di chiarimenti ai protagonisti della conferenza stampa. Il Maam è potuto crescere all'interno di un'ex fabbrica occupata, attualmente a rischio sgombero, come un altro centinaio di stabili per la città. "Abbiamo detto più volte che il futuro del Maam al Prenestino è fortemente determinato dalla volontà della proprietà privata. Abbiamo avuto occasione di fare incontri al Mibact in riferimento al fatto che quel luogo possa far parte del ragionamento che il ministero sta facendo sul Cerimant, che è lì accanto, per la creazione di un grande polo del Contemporaneo. Se questo progetto si sviluppa si possono individuare dei percorsi". 

Sul futuro dello spazio di Testaccio, Bergamo ha invece specificato che "non fa parte di questo intervento. Quel luogo tornerà a chiamarsi Mattatoio e stiamo lavorando in Giunta per avere finalmente un disegno e restituire a quel complesso la sua forza urbanistica".

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