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Finanziamento illecito, rinviato a giudizio l'ex sindaco Gianni Alemanno

Secondo l'accusa, il presunto finanziamento illecito, finalizzato a favorire la lista dell'ex presidente Polverini alle regionali del 2010, sarebbe stato mascherato da 'falso sondaggio'

L'ex sindaco Gianni Alemanno, insieme ad altre sette persone, è stato rinviato a giudizio dal gup del tribunale di Roma, Flavia Costantini, per un presunto finanziamento illecito alle elezioni regionali del 2010. Secondo l'accusa il finanziamento, destinato a favorire la lista dell'ex governatrice Renata Polverini, sarebbe stato mascherato da un falso sondaggio. Il processo comincerà il 5 luglio del 2016. In sede di udienza uno degli accusati ha patteggiato la pena a 12 mesi di reclusione.

Il procedimento è stato originato da una denuncia presentata dalla società "Accenture" per una presunta provvista di circa 30mila euro realizzata grazie a false fatture della società e destinata, tramite un falso sondaggio, secondo l'impostazione accusatoria, a promuovere il listino di Renata Polverini, ex Governatrice del Lazio ed attuale deputato di Fi, poco prima delle elezioni regionali vinte, nel 2010, dal centrodestra.

L'inchiesta ha consentito di portare agli arresti domiciliari un ex collaboratore di Alemanno, Fabio Ulissi, e Giuseppe Verardi, ex manager di Accenture spa, la società di consulenze finita anch'essa vittima. Stando alla ricostruzione dei pm Mario Palazzi e Paolo Ielo il presunto finanziamento illecito sarebbe avvenuto proprio attraverso l'Accenture. L'ipotizzata operazione di Telemarketing politico aveva come oggetto il "sondaggio percezione qualità servizi scolastici".

Gli accertamenti sul caso sono stati condotti dalla Guardia di finanza, nucleo di polizia tributaria e dai carabinieri del Ros. La Polverini è risultata invece estranea all'operazione che per i pm fu ideata da Alemanno, e per la sua posizione è stata chiesta l'archiviazione.

Si difende Alemanno: “Io non ho mai sollecitato o ricevuto un finanziamento illecito, questa è una vicenda marginale di cui non potevo verificare gli adempimenti di legge, perchè non riguardava una mia campagna elettorale. Per orientamento della Cassazione i rinvii a giudizio non entrano più nel merito delle accuse. Sarà il giudice monocratico a certificare la mia totale innocenza”.

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