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Rifiuti, Galletti bacchetta la Capitale: "Serve realismo. Evitare emergenze e infrazioni Ue"

Il ministro dell'Ambiente incalza Roma Capitale sulla gestione dei rifiuti: "Bisogna chiudere il ciclo dei rifiuti, senza portarli all'estero". Replica Diaco (M5s): "Galletti perora le cause dell'inceneritore e della discarica"

La gestione dei rifiuti della Capitale diventa una questione di Stato. Forse anche un terreno di contesa tra l'amministrazione a Cinque stelle, ed il governo a guida Democratica. Resta il fatto che, da Montecitorio, arrivano segnali chiari. Se ne fa portavoce il ministro Galletti dettando le condizioni per una parte che ora, per il Campidoglio, si fa difficile.

IL CICLO DA CHIUDERE - “Da ministro dell'Ambiente sono chiamato ad affrontare con realismo la questione dei rifiuti di Roma, ragionando, dati alla mano, sulla situazione attuale e non su piani futuri – premette Galletti –  L'obiettivo di tutte le continue interlocuzioni con l'amministrazione capitolina, compresa l'ultima lettera trasmessa l'11 aprile dalle mie strutture, è tenere alta l'attenzione sulla chiusura del ciclo integrato dei rifiuti: se il Comune di Roma mi dimostrerà di riuscire a farla senza il ricorso a un termovalorizzatore e a una discarica ne' mandando i rifiuti all'estero, potrò solo essere contento". 

UN PIANO INNOVATIVO - La risposta non tarda ad arrivare. “Le dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti sul piano rifiuti 2017-2021 parrebbero essere figlie di una lettura superficiale e poco attenta delle misure in esso contenute – replica Daniele Diaco, presidente della commissione Ambiente di Roma Capitale –  Noi stiamo parlando di un piano innovativo, che punta ad elevare i tassi di raccolta differenziata al 70%, a ridurre il volume dei materiali post-consumo del 3% e a promuovere la riduzione dei rifiuti e il riciclo eco-efficiente degli stessi, in piena coerenza con i dettami previsti dall’Unione Europea ai fini del corretto perseguimento di un’economia di tipo circolare”.  Secondo il presidente della commissione Ambiente “Il Ministro sostiene che il piano non sia in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti e perora la causa della realizzazione di un inceneritore e di una discarica. È evidente che la traumatica e scellerata esperienza di Malagrotta non sia stata sufficiente ai fini di una corretta comprensione degli errori commessi in passato”.

IL FUTURO - Da una parte c’è dunque l’istanza di Montecitorio, che rivendica la necessità di “chiudere il piano dei rifiuti”. Dall’altra quella del M5s che punta su un percorso votato all’innovazione. “Il piano rifiuti di Roma Capitale per il quinquennio 2017-2021 – sottolinea Daniele Diaco – si pone l’ambizioso obiettivo di una gestione eco-sostenibile dei rifiuti, attraverso l’incentivazione di comportamenti virtuosi da parte dei cittadini. Cittadini che attendono ancora risposte concrete dal Governo sui 12 milioni di euro stanziati dal Ministero dell’Ambiente nel 2012 per la raccolta differenziata di Roma Capitale e mai conferiti a quest’ultima. Così come si attendono iniziative governative che affrontino, con coraggio e determinazione, le tristi vicende legate alla discarica di Malagrotta.” 

IL PRESENTE - La premessa resta la stessa. Bisogna persuadere il governo che, il ciclo dei rifiuti, possa chiudersi senza conferimenti all’estero ed a prescindere da inceneritori e nuove discariche. Obiettivi che, per il titolare del ministero all’Ambiente, devono essere raggiunti immediatamente. “Oggi purtroppo- sottolinea Galletti - i fatti dicono altro: la priorità assoluta resta quindi evitare alla Capitale nuove situazioni di emergenza e all'Italia pesanti infrazioni comunitarie a carico di tutti i cittadini”. E per quanto riguarda i fondi non ancora arrivati “Per sbloccare i 20 milioni di euro da destinare alla differenziata previsti dal Patto per Roma del 2012- conclude il Ministro  - si è reso necessario, come il Comune sa bene, un 'addendum' al protocollo di 5 anni fa. E' stato predisposto e quindi i fondi sono in dirittura d'arrivo”.
 

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