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Il Pdl ciociaro fa tremare la Polverini: “Una regione senza Roma”

Non è andata giù l'esclusione dalla giunta degli esponenti della provincia di Frosinone. Ieri il presidente della provincia Iannarili ha detto: "Vogliamo una Regione a tutti gli effetti senza Roma"

Si sono autodefiniti "non allineati". Il gruppo di politici che fa tremare la neonata giunta di Renata Polverini è eterogeneo ma animato da un unico sentimento: quello della delusione per l'esclusione dalla neonata giunta. Il gruppo più agguerrito è quello del Pdl ciociaro che nella spartizione delle poltrone è rimasto escluso. Un'esclusione che ha fatto parlare il presidente della provincia di Frosinone, Antonello Iannarili, di una vera e propria "porcata".

Ieri lo stesso Iannarili ha rincarato pesantemente la dose, portando un vero e proprio attacco alla giunta, utilizzando un vecchio cavallo di battaglia delle province non romane: "Vogliamo una Regione a tutti gli effetti senza Roma".Il malumore degli esclusi e del neonato moto 'anti-romano' prenderà compiutamente forma il 17 maggio all'Abbazia di Fossanova quando "si riuniranno in seduta congiunta i consigli provinciali di Frosinone e Latina per disporre la delibera - annuncia Iannarilli - con cui chiederemo di staccarci da Roma. La delibera deve essere approvata da un terzo dei consiglieri comunali delle aree interessate. A quel punto andremo al referendum e se avrà esito positivo lo Stato sarà costretto a concedere l'autonomia" perché "non è più possibile dipendere dalla Capitale per qualsiasi decisione, dalla sanità all'urbanistica. Non siamo secessionisti ma ci arriveremo".

Anche a nord monta la rabbia. Ad attaccare è Giulio Marini, deputato Pdl della provincia di Viterbo: "Il Lazio, così com'é, non è più attuale. O ci stacchiamo da Roma o diventiamo una regione a statuto speciale, nella quale i poteri della Capitale siano estesi a tutto il territorio".

"Il problema è annoso, spiega il vicesindaco Mauro Cutrufo: "Dal 1970 Roma avrebbe dovuto essere la 21/ma regione, l'errore nasce allora. Capisco il mal di pancia delle province, ma tutti in Italia dovrebbero rendersi conto che Roma ha uno Stato che non la sostiene come un unicum, quale è. Allora si faccia un percorso politico-amministrativo con Polverini perché è vero che è necessario cercare un equilibrio che non penalizzi le province, ma nemmeno Roma. Far diventare Roma regione poi è una modifica costituzionale. Non se ne occuperebbe la Regione ma il parlamento".

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