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Trattati di Roma, 27 firme per rilanciare l'Europa: "Ritroviamo il coraggio dei padri"

I leader europei a Roma per sancire un nuovo inizio a sessant'anni dalla nascita della Cee. Gentiloni: "E stato un viaggio di conquiste, ma dobbiamo ridare speranza". Juncker: "Ci sarà anche il 100esimo anniversario". E la Raggi polemizza con il Tg1

"Siamo qui per ribadire il nostro impegno per una Europa unita e indivisa. Solo uniti possiamo affrontare le grandi sfide. Non guardiamo al passato ma al futuro". Così Jean Claude Juncker, presidente della Commissione europa, ha commentato la sfida per una "nuova" Europa rilanciata oggi dai 27 capi di Stato presenti a Roma. Ventisette firme per sancire un nuovo inizio a sessant'anni dal trattato che istituì la Cee, firmato proprio a Roma nel 1957. 

Ad accoglierle i capi di Stato il premier Gentiloni, il sindaco Virginia Raggi (che si è resa anche protagonista di una polemica contro il Tg1) e il neo presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani. Grande assente la premier britannica Theresa May. Un'assenza "molto triste" l'ha definita Jean-Claude Juncker, prima di lanciarsi in una profezia: "Ci sarà un 100esimo anniversario della Ue". Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha invece spronato i 27 a "dimostrare di essere i leader di quest'Europa". 

Durante la cerimonia in Campidoglio, Virginia Raggi ha rilanciato le parole d'ordine del Movimento 5 Stelle: "I cittadini devono essere messi al centro del potere decisionale", ha detto. "Le politiche non devono essere imposte dall’alto ma rappresentare la volontà popolare, introducendo strumenti di democrazia diretta e partecipata. Vanno tenute "in conto le attese dei cittadini". L’Europa o è dei cittadini o non è Europa". (Il discorso completo di Virginia Raggi)

L'INTERVENTO DI GENTILONI - Gentiloni ha citato Altiero Spinelli, Alcide de Gasperi e i "padri fondatori della coraggiosa scelta di un'Europa unita: il 25 marzo del '57 eravamo 6, oggi, dopo 60 anni, siamo 27 e lo dobbiamo al coraggio dei nostri padri".

"Noi oggi, qui riuniti, celebriamo dunque la tenacia e l'intelligenza dei nostri padri fondatori europei - ha detto il premier Paolo Gentiloni-. E la prova visiva e incontestabile del successo di quella coraggiosa scelta la offre il colpo d'occhio di questa sala: eravamo 6 sessant'anni fa, siamo 27 oggi. Non riesco a sfuggire al paragone con la generazione di chi firmò quei Trattati".

Per Gentiloni quello che ha portato all'Europa unita è stato "un viaggio di conquiste. Un viaggio di speranze realizzate e di speranze ancora da esaudire". Il premier ha elencato una serie di misure necessarie al cambio di marcia.

"Dobbiamo anzitutto restituire fiducia ai nostri concittadini. Crescita, investimenti, riduzione delle disuguaglianze, lotta alla povertà. Politiche migratorie comuni. Impegno per la sicurezza e la difesa. Ecco gli ingredienti per restituire fiducia. Serve il coraggio di voltare pagina. Il coraggio di procedere con cooperazioni rafforzate, e il coraggio di mettere al centro i nostri valori comuni. Parlo dei valori che ci fanno sentire tutti colpiti quando il Parlamento Britannico è sotto attacco. Che ci fanno gioire quando riapre i battenti il Bataclan. Che ci fanno essere orgogliosi delle donne e degli uomini di quell'avamposto europeo della civiltà che è Lampedusa". "Abbiamo imparato la lezione: l'Unione riparte - ha concluso Gentiloni -. E ha un orizzonte per farlo nei prossimi dieci anni. Abbiamo la forza per ripartire perché è la nostra stessa storia a offrircela".

Poi uno alla volta i Capi di Stato si sono alzati per firmare il documento che li impegna a rilanciare l'integrazione europea nei prossimi dieci anni. Un documento, ha chiosato Gentiloni, che rappresenta "un passo avanti" per rinnovare "la fiducia in un progetto comune. Il progetto dell'Ue può continuare a suscitare emozioni"

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