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Liberazione, a Roma festa con polemica: l'Anpi in piazza senza la comunità ebraica

Niente corteo dell'Anpi, ma un presidio a porta San Paolo. Centinaia di persone presenti per una festa dedicata al comandante Max e al rabbino Elio Toaff

Festa della liberazione in tono dimesso quest'anno a Porta San Paolo. Il settantesimo anniversario ha risentito delle polemiche per l'assenza delle Brigata Ebraica e dell'Aned, entrambe in protesta contro la presenza dei movimenti filo palestinesi al corteo dello scorso anno. Non c'erano loro e l'Anpi ha scelto di non muoversi in corteo. Una festa statica, con  centinaia di persone, comprese intere famiglie e un buon numero di giovani. Canti popolari, striscioni e tante bandiere: dei sindacati, di Rifondazione, di Emergency. Presenti anche i tanto discussi movimenti filo palestinesi

Assente pure la comunità ebraica, per la coincidenza con lo Shabbat, il riposo del sabato, ma anche perchè "i palestinesi durante la guerra erano alleati dei nazisti". La celebrazione è stata dedicata a Massimo Rendina, il "comandante Max", morto n febbraio, e all'ex rabbino capo di Roma Elio Toaff, scomparso nei giorni scorsi. A precedere la celebrazione della festa un minuto di silenzio per ricordare le vittime del naufragio nel canale di Sicilia.

"Non dobbiamo dimenticare il dramma di quei popoli - ha detto il presidente dell'Anpi di Roma Ernesto Nassi intervenendo dal palco allestito sotto la Piramide Cestia -, degli sfortunati fratelli dell'Africa. Molti di loro riposano nel mare Mediterraneo. Meritano di essere ricordati visto che l'Europa fa finta di niente. Cerchiamo che questo non accada mai più".

"E' la festa laica per eccellenza", continua Nassi, un giorno da ricordare "perché ha ridato al nostro Paese la libertà e la democrazia". Nella piazza, luogo simbolo della resistenza centinaia di persone, comprese tante famiglie, bambini e tanti ragazzi.

"La mia esperienza nelle scuole - ha detto poco prima di salire sul palco Nassi, riferendosi alle polemiche sulla scarsa conoscenza della ricorrenza da parte delle nuove generazioni - è positiva. I giovani raccolgono, se gli si spiega. Denunciano piuttosto - ha sottolineato di non essere informati correttamente a scuola, la guerra partigiana è praticamente sconosciuta ma sono disposti e partecipi se gli viene raccontata".

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