rotate-mobile
Politica

"L'onestà non basta. Il M5s deve imparare dalle sue esperienze migliori"

Intervista a Fabio Fucci, sindaco di Pomezia

"L'onestà non basta, servono capacità per governare". E lui, Fabio Fucci, sindaco di Pomezia finito nel mirino delle polemiche per aver tentato di aggirare la regola grillina dei due mandati, le rivendica entrambe. Trasparenza e buon governo. Ma la porta gli è stata sbattuta in faccia comunque. Prima consigliere di opposizione dal 2011 al 2013, poi - caduta l'amministrazione - diventato sindaco, Fucci è stato eletto in due amministrazioni differenti, ma non è arrivato a coprire i dieci anni dei due mandati naturali.

Ha chiesto quindi di poter riproporre il suo nome alle amministrative del 2018 per "raggiungere gli obiettivi prefissati in campagna elettorale", segnando magari l'inizio di un'applicazione meno rigida dei precetti pentastellati. Ma il no è stato netto, dai vertici (Luigi Di Maio: "Fucci si autoesclude") ai suoi (Valentina Corrado: "Un tradimento") che l'hanno scaricato. Non vuole ingaggiare sanguinose battaglie in tribunale, ma ai Cinque Stelle drenerà voti con una lista civica, giurando che la sua richiesta non ha mai avuto niente a che fare con potere e poltrone: "Se era questo il problema, accettavo il posto di capo di gabinetto che mi era stato offerto al termine di questo mandato"
 
 

Da migliore dei sindaci a grillino "ribelle" che disconosce uno dei principi cardine del Movimento. Come ci siamo arrivati?

Posso dire innanzitutto che mi dispiace molto, i risultati e i successi che ho conseguito a Pomezia restano e sono stati molto apprezzati e pubblicizzati dal Movimento Cinque Stelle. Ho accompagnato in tour lo stesso Di Maio nei comuni che sono andati al balottaggio, per spiegare proprio che c'è bisogno di continuità di governo. Trovo paradossale venire demonizzato per essermi limitato a osservare che l'applicazione delle regole in maniera rigida può provocare danni. Ho solo chiesto di avere 10 anni di tempo, due mandati appunto, per portare a termini gli obiettivi. Il mio primo mandato (2013, ndr) è durato poco più di un anno. 

Ha mai pensato di impugnare il regolamento in Tribunale?

Non voglio fare la guerra, quindi no. Non ho preso in considerazione l'ipotesi. Prendo atto semplicemente che il Movimento mi ha chiuso le porte in faccia.

Conferma di voler correre con una lista civica?

Non vedo altre soluzioni per mantenere fino in fondo le promesse fatte al territorio, continuando con quello che lo stesso movimento a definito "modello Pomezia". 

Qualche grillino della sua squadra la seguirà?

In giunta c'è chi mi ha già dimostrato di voler proseguire sulla mia strada, di voler replicare il modello vincente.

Può farci nomi?

Non è ancora il momento.

A proposito di persone a lei vicine, qualcuno dei suoi l'ha scaricata. Con Valentina Corrado ha avuto modo di chiarire?

Si ci siamo parlati il giorno dopo del famoso post, mi ha ferito molto, io non sono sicuramente una persona che resta attaccata al potere, se volessi fare della politica di professione avrei accettato l'incarico a Capo di gabinetto che mi era stato offerto, non è questo che mi interessa, vorrei semplicemente chiudere il ciclo amministrativo di dieci anni. Credo che la reazione di Valentina sia stata dettata dall'emotività del momento, ci conosciamo da anni e sa bene che non sono un arrivista assetato di potere. 

Ai vertici invece, ha sentito qualcuno?

Ho parlato con l'onorevole Alfonso Bonafede, abbiamo fatto una chiaccherata serena ma mi ha confermato la linea dura. Non è possibile nessuna interpretazione del regolamento. 

Lei dice che la politica non deve essere una professione. E questo è uno dei principi cardine del Movimento, ma la regola degli incarichi "a tempo" non doveva servire a evitare appunto di restare attaccati alla poltrona? Non si sta in qualche modo contraddicendo?

Si quello che lei dice è vero, nel senso che condivido ancora pienamente il principio. Ma attenzione, quando ne parlavamo dai palchi ai tempi dei v-day (i vaffa day del 2007, ndr), l'intento era far uscire persone che occupavano da secoli poltrone in parlamento accumulando una serie infinita di privilegi e finendo per perdere contatto con la realtà del paese. Ma questo nei piccoli comuni non avviene, fare il sindaco o il consigliere in un contesto come quello di Pomezia è più un impegno civico, al limite del volontariato. Io il principio continuo a condividerlo, dopodiché sto chiedendo una flessibilità senza la quale si va a sacrificare una buona amministrazione. Non basta l'onestà e la trasparenza per governare bene.

Questa frase la dicono in molti, anti grillini...

Intendo semplicemente dire che il Movimento dovrebbe fare un salto in avanti, ovvero offrire alle persone il sogno di una classe politica trasparente ma anche capace. Serve capacità per governare. Questo a Pomezia c'è stato. 

Per quale ragione la questione della ricandidatura l'ha posta soltanto adesso e non prima del voto al nuovo candidato Adriano Zuccalà? Diciamo che le tempistiche sono quanto meno sospette.

Non nasce oggi, ci stavo lavorando già da prima, lo stesso Movimento di Pomezia aveva condiviso questa ipotesi, c'è chi è andato a Milano da Davide Casaleggio per chiedere la mia ricandidatura. Poi, per non creare troppi problemi in altrettanti si sono sfilati. Ma il tema è sul tavolo da tempo, da quando si è presa coscienza, io per primo, che il governo ha bisogno di continuità per funzionare, non si può ricominciare tutto e sempre da capo. 

Prima il cambio di rotta su indagini e avvisi di garanzia (leggi Virginia Raggi), adesso il problema dei due mandati che lei non sarà certo l'unico a porre. Fin dove è possibile restare fedeli ai principi cardine del Movimento nella loro applicazione alle diverse realtà di governo? E tradendoli non c'è il rischio di non fare più la differenza rispetto ai tanto vituperati "partiti tradizionali"?

Credo che i principi di cui lei parla possano in linea di massima rimanere validi, ma si deve essere pronti ad apportare dei cambiamenti dettati dall'esperienza. Il problema è stato posto e va affrontato, so di strategie di consiglieri che evitano di candidarsi nei consigli perché non vogliono bruciarsi il mandato, perché ambiscono a posti più prestigiosi. Lo ripeto, Pomezia che è stata pionieristica per diversi aspetti poteva esserlo anche su questo. 


 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"L'onestà non basta. Il M5s deve imparare dalle sue esperienze migliori"

RomaToday è in caricamento