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I risparmi dei cittadini per rimediare ai flop degli amministratori: il caso Eur

Un'opera faraonica, la Nuvola di Fuksas, nuovo centro congressi di Roma. L'hotel chiamato Lama e un edificio di lusso, le Torri di Piano, per finanziare il tutto. Ma il progetto per portare a valorizzazione l'Eur è fallito. Un fallimento targato Veltroni-Alemanno da scaricare sul Ministero delle Finanze

Quella che state per leggere è la storia del fallimento di un modello. Il "modello Roma". Ma è al tempo stesso, su scala nazionale, la storia tipo del fallimento del sistema "project financing" al tempo della crisi. Parliamo dell'Eur di Veltroni prima, Alemanno poi, Marino oggi. Ma parliamo anche dell'Eur delle archistar, Fuksas e Piano. Il progetto di un Eur moderno, compreso tra un centro congressi "futurista", la Nuvola di Fuksas, un hotel costruito per servirlo, la Lama, e un complesso residenziale di lusso dall'altra parte della strada, le Torri di Renzo Piano, è fallito. Colpa della crisi, certo. Ma colpa anche, se non soprattutto, del modo italiano di fare "progetto di finanza", di far sedere allo stesso tavolo il pubblico e il privato. Il progetto creato sotto Veltroni è ormai morto. Irrealizzabile. Cerchiamo di capire perché.

IL PROGETTO INIZIALE - Correva l'anno 2008. L'idea era semplice, il modo per realizzarla complicata. Eur spa è una società privata ma a capitale pubblico, detenuta al 90% dal Ministero delle Finanze e al 10% da Comune di Roma. Eur spa ha un patrimonio edilizio di 570mila mq per un valore stimato di 700 milioni di euro. L'obiettivo del progetto era, è, di fare dell'Eur un polo congressuale di livello europeo. E così all'epoca del modello Roma di Veltroni si decide di costuire, proprio accanto al centro congressi, la Nuvola di Fuksas, mega progetto datato 2000 da edificare con soldi pubblici al fine di attirare nella Capitale migliaia di persone ogni anno. Per trovare i fondi si segue una strada rischiosa: costruire un hotel a ridosso della Nuvola. Contestualmente si decide di svuotare dagli uffici del ministero le Torri delle Finanze, edificio di alto valore architettonico ma di bassa rendita economica. Al loro posto Renzo Piano progetta un complesso residenziale di extra lusso vista laghetto e acquario dell'Eur.  

IL FALLIMENTO - Partono i cantieri della Nuvola. Parte la costruzione dell'hotel "Lama". Parte la demolizione delle Torri delle Finanze. Ma nessun progetto decolla e oggi la situazione, cinque anni dopo lo "start" alla valorizzazione del quadrante, è l'emblema del fallimento. La Nuvola di Fuksas che doveva essere completata all'inizio del 2013, quando siamo a fine 2014 è solo al 76% dell'opera. Per la sua costruzione sono stati stanziati 256,2 milioni di euro (al netto dell'Iva). Ne sono stati spesi il 76% e oggi se ne chiedono, al Ministero delle Finanze, altri 170. Altrimenti l'opera non si finirà. La Lama, hotel di lusso vista Nuvola, è terminato ma non si riesce a vendere. Così si pensa bene di bandire una gara per l'affitto dell'hotel. Obiettivo, rimediare tra i 5 e i 7 milioni di euro l'anno. Le Torri sono state smontate dei rivestimenti esteri e svuotate all'interno. Oggi è rimasto in piedi solo lo scheletro ma la società mista pubblico (sempre il ministero delle Finanze tramite Fintecna) e privata (nel progetto iniziale c'era di tutto, da Ligresti a Marchini, dai Toti ai figli di La Russa e Pisanu) si è tirata indietro, non ha ritirato le concessioni edilizie dal Comune di Roma e ha lasciato alla città un "pezzo di Beirut" che copra la vista della fantasmagorica Nuvola. E così si è pensato bene di far tornare tutta la proprietà delle Torri in mano pubblica, a Fintecna, ergo al ministero delle Finanze, con la speranza che quelli che una volta erano uffici dopo cinque anni di lavori e milioni di euro spesi ... tornino ad essere uffici.

UN PROGETTO MADE IN EUROPE - E veniamo al ragionamento sul perché del fallimento. Quello che si è provato a fare all'Eur e dell'Eur è semplice da spiegare. Si è seguito il modello europeo del project financing. Per mettere a valore un territorio si progetta una grande opera pubblica (la Nuvola). Per coprire quei costi si costruisce con soldi pubblici un hotel da vendere ai privati (la Lama). E per costruire strade e servizi per le due opere si progetta un mega centro residenziale metà pubblico e metà privato (le "Torri" di Renzo Piano). Un po' il sistema con il quale Londra, sfruttando le ultime Olimpiadi, ha riqualificato la zona dei Docks, il vecchio porto. Questa l'idea di project financing all'europea. 

IL VIDEO DEL CANTIERE DELLA NUVOLA

UN FLOP MADE IN ITALY -  Peccato che l'applicazione del "project financing" all'europea sia stato un "progetto di finanza" alla vaccinara. Partono i cantieri della Nuvola e i costi lievitano. Partono i lavori per l'hotel e i costi lievitano. Partono i lavori per la demolizione delle Torri e le cose vengono fatte aggirando le regole. E i costi lievitano. La Nuvola rallenta. L'hotel si porta a termine ma non si vende. Le Torri si smontano ma poi non si costruisce niente perché non conviene. In fondo i soggetti privati chiamati in causa sono tanti e nessuno è convinto del progetto ma sono tutti interessati a sedere a un tavolo dove si può discutere con il Comune di Roma, con Eur Spa e con Fintecna, società controllata da Cassa depositi e prestiti. Ergo dal Ministero delle Finanze. E così quello che il pubblico ha concepito come progetto di valorizzazione di un pezzo di Roma il privato lo ha recepito come momento di "trattativa" per altri progetti più remunerativi. In fondo ogni privato fa parte della cordata con percentuali talmente basse da non rischiare praticamente nulla. Chi rischia è solo il pubblico. Chi rischia è solo Roma. E tutto si ferma.

LE SOLUZIONI - E arriviamo a oggi. Davanti a un cantiere in difficoltà, un hotel che non si vende e un edifico smontato e dall'aspetto post bellico, frutto delle epoche Veltroni e Alemanno, Marino e i suoi pensano bene di dar vita a un evento che ha il chiaro obiettivo di fungere da momento di pressione nei confronti del ministero delle Finanze. Il senso: dateci 170 milioni di euro o lasciamo tutto così. Stampa e investitori sono chiamati all'interno del cantiere della Nuvola, con tanto di caschetto di sicurezza e scarpe antinfortunistiche, per ammirare l'indubbia bellezza dell'opera. Un'opera incompiuta. Il libro dei sogni viene riaperto e la soluzione prospettata è sempre la stessa: appena il pubblico metterà i soldi, tanti altri soldi (!), si finiranno i lavori

Nuvola di Fuksas, le foto della conferenza al Centro Congressi

MA..... - C'è un ma grande come una casa. Il pubblico al quale vengono chiesti i soldi è direttamente il Ministero delle Finanze. La società del Ministero delle Finanze che oggi viene chiamata in causa a erogare finanziamenti per le opere pubbliche è Cassa depositi e prestiti. La società che deve costruire la Nuvola di Fuksas è la Società italiana per Condotte d'Acqua Spa, fino al 1997 detenuta proprio dal Ministero delle Finanze tramite Fintecna (che oggi detiene le ex Torri delle Finanze). Ebbene, a capo di Cassa depositi e prestiti c'è Franco Bassanini, ministro dei governi Prodi, D'Alema II e Amato II nonché sottosegretario del governo D'Alema I. A capo di Società italiana per Condotte d'Acqua Spa c'è, insieme a Duccio Astaldi, Franco Bassanini, ministro dei governi bla, bla, bla. E allora perché questo grande evento mediatico quando bastava che Bassanini "costruttore" incontrasse Bassanini "finanziatore"? Poco cambia, poi, se mai si deciderà che a finanzare la Nuvola sarà direttamente il Ministero delle Finanze (cosa molto difficile) e non Cassa depositi e prestiti. L'assunto finale è lo stesso: sono i risparmi dei cittadini la strada per rimediare, oggi, ai flop degli amministratori.

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