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L’Estate Romana diventa ‘Romarama’, la lupa capitolina un gatto: “Raggi cancella storia e identità”

A quarantatrè anni dalla manifestazione creata da Renato Nicolini l'Estate Romana cambia nome. Raggi: "Sono cambiati i tempi, ma valori restano"

Estate Romana dal 1977, da quando l’allora assessore alla cultura Renato Nicolini pensò di allestire eventi cinematografici, teatrali e musicali nel centro della città per coinvolgere il grande pubblico, con particolare attenzione alle periferie, e rispondere così ai “nuovi bisogni” di cultura e condivisione espressi da una larga parte di popolazione.

L'Estate Romana di Renato Nicolini

C’erano voglia e bisogno di voltare pagina dopo il buio degli anni di piombo, c’era una città in fermento dove l’utilizzo e la valorizzazione degli spazi pubblici attraverso gli eventi culturali si rivelarono utili per far uscire le periferie dall’emarginazione, per superare la paura indotta da violenza e terrorismo.

L’Estate Romana: non un mero insieme di eventi, ma una vera e propria “rivoluzione culturale”. Conosciuta, apprezzata ed emulata ben oltre i confini della Città Eterna. Un esperimento collettivo e all’avanguardia, un modello culturale che ha resistito all’effimero. 

L’Estate Romana diventa ‘Romarama’, la lupa capitolina un gatto

Estate Romana da oltre quarant’anni. Quarantatrè per la precisione: l’Estate Romana cambia nome e diventa Romarama. Anche il simbolo muta: via la lupa capitolina, al suo posto un gatto colorato. “L’arte che muove la città” - lo slogan scelto per l’edizione con un cartellone che dura da luglio a dicembre. 

"Il suffisso rama deriva dal greco e vuol dire guardare, il nome non è propriamente bellissimo, me ne assumo la responsabilità, ma si ricorda, ricorda il cinerama" - ha ammesso il vicesindaco Luca Bergamo presentando l'iniziativa in Campidoglio. "Il bando dell'Estate Romana ormai non aveva più nulla a che fare con quello che era il contenitore iniziale. Siamo in un momento specifico che ci spinge a lanciare un messaggio che dice 'il palinsesto culturale dura tutto l'anno'. È come - ha sottolineato Bergamo - se l'Estate Romana avesse conquistato tutto l'anno". A difendere la scelta la sindaca Virginia Raggi: "È un nome di impatto. Abbiamo sentito l'esigenza di un nuovo nome, non tanto perché siano cambiati i valori dell'Estate Romana quanto perché sono cambiati i tempi, abbiamo pensato ad un contenitore che durasse tutto l'anno". 

"Romarama, l'arte che muove la città", un ricco programma di eventi anima la Capitale fino a dicembre

Niente più Estate Romana: "Raggi cancella storia e identità"

Via dunque l’Estate Romana di Renato Nicolini. Ecco Romarama. "L' Estate Romana, idea di Renato Nicolini, è stata il simbolo della rinascita dopo gli anni del terrorismo e gli anni di piombo. Un brand oggi internazionale, che avremmo bisogno di spendere e reinventare con il contributo di tutte le migliori energie della città per il rilancio di Roma oltre la tragedia COVID 19, partendo da quell'idea geniale e ancora straordinariamente attuale di disseminare cultura per combattere le diseguaglianze, mettendo la produzione artistica e creativa al centro della strategia di rinascita civile, economica e umana della città. Sostituirla con un machiavellico Romarama, di difficile pronuncia ancor prima che comprensione, - hanno tuonato Andrea Casu, segretario del PD Roma e Gioia Farnocchia, responsabile dem di Roma Creativa - è un atto gratuito che sottrae alla città una manifestazione che dal 1977 ha avuto la forza di rappresentare tutti, superando colori e appartenenze, per portare avanti con un nuovo nome il nulla che questi 4 anni di amministrazione Raggi hanno purtroppo rappresentato in ambito culturale. Non permetteremo questo ennesimo oltraggio alla storia e al futuro della Capitale, insieme ai nostri eletti ci batteremo in ogni sede per impedirlo". 

Critica anche la Lega. “Alla Giunta questa idea è venuta svagandosi con il termine ‘orama’ - ‘veduta’ che sostituisce l’Estate romana, con il simbolo di un gatto, credo in tangenziale, che sloggia la Lupa capitolina dal suo posto” - ha commentato il consigliere Davide Bordoni.

“Evidentemente chi gioca con le parole trascura l’importanza di altre e del loro significato. ‘Tradizione’ non è un caso che abbia la stessa derivazione della parola ‘tradimento’. Così una tradizione intrapresa nel 1977 trova il suo tradimento in chi vuole innovare senza rinnovare in uno scenario che da Tiberis in poi, la spiaggia sul Tevere, aveva perso già del suo smalto. E’ proprio la romanità che va difesa e non la bislacca ‘veduta’ dei 5stelle. Neanche al sindaco Marino andò bene, storpiare loghi e simboli di questa Città - ha aggiunto - non è di buon auspicio. La parola ‘romana’ deve accompagnare l’estate, l’inverno e ogni altra azione che gli amministratori di questa città intendano intraprendere”. 

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