Roghi tossici, il delegato di Raggi: "Con l'esercito romani non respireranno più i fumi"
In arrivo i militari a sorvegliare i campi rom. L'intervista a Marco Cardilli
"I cittadini non saranno più costretti a respirare fumi tossici e pericolosi". L'obiettivo è di quelli da libro dei sogni. Le periferie romane lo attendono da secoli. A prometterlo è Marco Cardilli, delegato alla sicurezza della sindaca Virginia Raggi, intervistato da RomaToday sull'ultima novità in arrivo: l'esercito a guardia delle baraccopoli. La nuova misura, annuncia, garantirà lo stop alla filiera dello smaltimento illegale e alla diossina che appesta ogni giorno chi abita vicino a un campo rom. La videosorveglianza invece, quella annunciata un anno fa? "Per l'estate le telecamere arriveranno" spiega Cardilli, insieme a un patto per la sicurezza sottoscritto da Roma Capitale, Prefettura e Regione Lazio.
Cosa devono aspettarsi i cittadini dall'arrivo dell'esercito?
La fine allo sversamento illecito di rifiuti e ai roghi tossici prodotti per smaltirli. È l'obiettivo principale che ci siamo prefissati insieme a tutte le altre istituzioni.
Possiamo definirlo ambizioso come traguardo, data la complessità del tema.
E' da tempo che avevamo richiesto interventi per garantire una sorveglianza dinamica e congiunta. Ora grazie al contributo dei militari dell'operazione Strade Sicure otterremo maggiori controlli e più sicurezza per tutti i cittadini che non saranno più costretti a respirare fumi tossici e pericolosi.
Che costi avrà l'operazione per la collettività?
Nessuno. Verrà impiegato un plotone di riserva dei militari destinato a fronteggiare particolari situazioni di emergenza.
Per i campi dove non è previsto l'uso dei militari, ci saranno altri accorgimenti?
Le nuove misure verranno gradualmente estese a sorpresa anche agli altri campi e nelle aree adiacenti. Ovviamente rimangono i controlli della Polizia Locale e della task force deputata ai roghi tossici, già stabilita nel tavolo tecnico attivo in Prefettura.
A che punto è il piano rom?
Procede, come previsto, per la Barbuta e Monachina. In particolare nel primo caso è in fase particolarmente avanzata, il bando è stato aggiudicato prima. Terminata la capillare attività di censimento delle fragilità, caso per caso, stanno procedendo speditamente soprattutto i percorsi per l'inclusione lavorativa. Siamo assai fiduciosi per il completamento del lavoro finalizzato alla fuoriuscita volontaria delle persone.
E gli altri insediamenti?
Entreranno presto a far parte del piano, e verranno superati secondo le direttive che l'Unione Europea ci ha fornito.
Un anno fa venne annunciata l'installazione a stretto giro, fuori dai campi, di circuiti di videosorveglianza. Che fine hanno fatto?
Troveranno presto realizzazione nel Patto per la Sicurezza che a breve verrà sottoscritto tra Roma Capitale, Prefettura e Regione Lazio. Entro l'estate, una volta messi a disposizione i fondi da parte della Regione Lazio, contiamo di apporre un ulteriore tassello al complesso mosaico della legalità.