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INTERVISTA | Zingaretti: "La nostra alleanza del fare contro il caos e le incertezze"

Dai trasporti all'emergenza abitativa il Governatore fa il punto su quanto fatto e su quanto c'è ancora da fare

La "forza del fare" ha sostituito "Immagina". La voglia di vincere, se possibile, è aumentata. La determinazione, pure. Nicola Zingaretti cerca il bis, provando a fare quello che non è riuscito a nessun governatore del Lazio: essere riconfermato. Lo fa in controtendenza rispetto al suo partito, con un'alleanza che guarda a sinistra, che tiene dentro - unico caso in vista del 4 marzo - Liberi e Uguali e rinuncia al partner di governo, la ministra della Salute Beatrice Lorenzin. Un modello che, se vincente, potrebbe rappresentare il futuro del centrosinistra a livello nazionale.

Intanto però Zingaretti, forte di cinque anni di governo pancia a terra, si presenta davanti agli elettori snocciolando quanto fatto e quel che ancora c'è da fare. Dribbla le polemiche e fissa gli obiettivi, provando a farle uscire dal libro dei sogni di tutte le campagne elettorali. RomaToday l'ha intervistato provando a raccontare quanto fatto negli ultimi cinque anni e quel che resta da fare.

Presidente, partiamo dalla coalizione. Oltre alle civiche avete stretto accordi con i Radicali e ancor prima avete incassato il niente affatto scontato via libera di Liberi e Uguali. E' soddisfatto della forma che ha preso la coalizione di centrosinistra che la sosterrà?

Abbiamo costruito un’alleanza “del fare”, una proposta politica plurale, che non ha paura delle differenze, ma che è unita e solidale. Il sostegno di tante diverse forze politiche, tra cui Liberi e Uguali e +Europa, è frutto di uno sforzo comune per confrontarsi sul campo delle idee e delle proposte. E' lo stesso spirito con cui abbiamo lavorato in questi cinque anni. Di fronte al caos, alle incertezze e alle paure, i cittadini del Lazio hanno potuto contare su un'alleanza forte, leale e seria, che si è sempre posta come primo obiettivo la soluzione ai problemi. Ora vogliamo continuare su questa strada.

Che giudizio dà di questa prima parte di campagna elettorale?

Per me una sensazione molto positiva. Giro il Lazio e sento tra le persone il riconoscimento per la serietà con cui abbiamo lavorato in questi anni. Persino tra persone che normalmente votano M5S o il centrodestra. Non era scontato arrivare così dopo 5 anni di governo in una regione difficile come il Lazio, dove un presidente non è mai stato confermato e dove le precedenti legislature si sono concluse tra bufere e scandali. Noi ce la giochiamo, sulla base delle idee, delle proposte, dei fatti con cui vogliamo continuare a cambiare il Lazio.

Andiamo sui temi. Partiamo dai trasporti. In questi 5 anni c'è stata la "rinascita" di Cotral e un'inversione in positivo per quanto riguarda il trasporto ferroviario regionale. Cosa è rimasto da fare? 

Abbiamo rinnovato gran parte della flotta dei treni regionali e dei bus Cotral, che gestisce per la Regione il trasporto pubblico su gomma. Il Lazio, oggi, è la prima regione italiana per investimenti nel trasporto ferroviario regionale. Cotral è un’azienda risanata che ha risorse per investire ancora sulla qualità del servizio. E' da poco partita la gara per l'acquisto di altri 400 nuovi bus. I dati dicono che le condizioni di viaggio per i pendolari del Lazio sono migliorate. 

Quali gli obiettivi per i prossimi 5 anni?

Ora la grande sfida è affrontare i due grandi nodi critici, le ex concesse Roma-Lido e Roma-Civita Castellana-Viterbo gestite da Atac, su cui mettiamo a disposizione 400 milioni di euro per rinnovare completamente le infrastrutture ferroviarie e per l’acquisto di nuovi treni. Poi vogliamo dare, con i treni sulle linee ferroviarie regionali, un nuovo impulso al trasporto pubblico di Roma, garantendo in orari di punta un treno ogni 5 minuti. Con Cotral aumenteremo invece i collegamenti "espressi" tra le province e Roma, con corse ogni 15 minuti. Obiettivi importanti e raggiungibili, grazie al lavoro di questi anni.

Sulla sanità si inizia a vedere la luce. A fine anno scadrà il commissariamento. In questi 5 anni di governo su questo tema qual è il più grande rimpianto. Cosa sarà possibile fare usciti dal commissariamento?

Il disavanzo sanitario, che 10 anni fa portò il Governo a commissariare la sanità del Lazio, è quasi azzerato. Nel frattempo siamo riusciti a migliorare la qualità delle cure: vengono operati prima gli infarti; diminuiscono i cesarei inutili; salgono gli interventi ai femori operati entro i due giorni; sono aumentati moltissimo gli screening oncologici. Questi sono i numeri dietro la decisione del Governo di chiudere la fase del commissariamento della nostra sanità. Una conquista per tutti. Grazie al risanamento, abbiamo potuto sbloccare finalmente le assunzioni di personale sanitario, ferme da 10 anni, e cominciare a stabilizzare i precari. Grazie alla buona gestione, abbiamo investimenti sulle strutture sanitarie che nella nostra regione non si vedevano da almeno 30 anni.

 
Sempre sulla sanità, ci può indicare delle priorità su cui intendete lavorare? 

Abbiamo fatto grandi passi in avanti, ma sappiamo che ci sono grandi problemi ancora sul campo, a partire dalle liste d’attesa. Rispetto delle regole – come sull’intramoenia, che sospenderemo in caso liste d’attesa troppo lunghe -, valorizzare i nuovi investimenti per 720 milioni sugli ospedali e assunzioni di nuovo personale saranno i tre pilastri su cui costruire il sistema della salute del Lazio del dopo commissariamento. Vedo poi una grande battaglia da portare avanti sul piano nazionale: Regioni devono amministrare con il massimo rigore i fondi destinati alla salute, ma lo Stato deve investire in nuova sanità, tecnologie e nuovi farmaci che aiutino a curare meglio. Nei prossimi anni sarà un tema fondamentale, e io sarò in prima fila per garantire risorse adeguate per i cittadini del Lazio.

 
Per l'emergenza abitativa di Roma quali interventi avete in programma?

Il tema dell’abitare non coinvolge solo urbanistica ed economia, ma riguarda il benessere sociale, il sostegno alle persone e alle fasce di popolazione disagiate e deboli della nostra regione. La nostra proposta si basa su alcune importanti innovazioni: la creazione di un’Agenzia per l’Abitare per dare un quadro di certezze ai cittadini, per mappare il patrimonio abitativo pubblico e privato da destinare a Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) e ad affitto con canoni calmierati; l’apertura di una stagione di forte semplificazione nell’edilizia sovvenzionata per favorire gli interventi di autorecupero degli alloggi, sia quelli non assegnabili per carenza di manutenzione, sia quelli già assegnati e per adottare nuove norme che consentano la mobilità degli inquilini e i cambi di alloggio; l’istituzione di unità amministrative integrate - composte da Comune, ATER e Regione -  con lo specifico compito di affrontare e risolvere le problematiche e di velocizzare le procedure; la creazione di un Osservatorio composto da rappresentanti di Regione, Comuni, Regione, operatori economici, consorzi per le opere a scomputo, associazioni dei cittadini residenti. Anche con l’obiettivo di ridestinare i fondi previsti per l’avvio di nuovi Piani di Zona - e che giacciono nelle casse della Regione dal 2004, anche per la mancata assegnazione da parte dei Comuni degli ambiti di intervento - al completamento delle opere di urbanizzazione primaria nei Piani di Zona già avviati. Vogliamo intervenire sul cuore della città, con un’azione complessiva sulla qualità urbana che non si limiti solo all’emergenza abitativa.

 
Una chiusura sui rifiuti. Il rimprovero da parte dei suoi avversari politici è quello di non aver aggiornato il piano. Cosa rivendica invece con orgoglio e quali anticipazioni ci può dare sul programma dei prossimi 5 anni? 

 
Dal nostro arrivo in Regione non c’è più un grammo di rifiuti indifferenziati che viene smaltito in discarica. Stiamo aiutando tutti i Comuni a far crescere la raccolta differenziata, che in fatti in questi anni ha fatto nella nostra regione un balzo in avanti. Abbiamo messo a disposizione dei Comuni e dei Municipi risorse per acquistare microimpianti di compostaggio. Nel lazio la gestione dei rifiuti sta cambiando. Quanto a Roma e ai disagi dovuti alla raccolta dei rifiuti bisogna dire la verità: nel corso del 2017, sono stati ben cinque i tavoli convocati dalla Regione per sollecitare Campidoglio e Città Metropolitana a indicare le aree idonee alla chiusura del ciclo dei rifiuti. Sono disponibili i verbali, da cui si può evincere come, in tutti gli incontri, Roma e Città Metropolitana abbiano escluso la necessità di aggiornamento impiantistico (discarica di servizio, TMB ecc.). Ma, veramente, credo che sia il momento di lasciar perdere propaganda e polemiche e lavorare insieme perché nel futuro a Roma e nel Lazio i rifiuti non siano mai più un’emergenza. Noi ci siamo, con la massima disponibilità, con risorse economiche concrete a sostegno di chi vuole innovare e con un progetto fortemente innovativo bastato sulla gestione sostenibile dei rifiuti.

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