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Regionali Lazio 2018

Regionali, tira e molla nel centrodestra: prende quota Pirozzi come candidato unitario

Leader "costretti" a convergere sul sindaco di Amatrice. Tramonta invece l'ipotesi Gasparri

I partiti attendono sondaggi ulteriori che chiariscano le reali potenzialità dei candidati in campo. Ma una cosa è certa: se il centrodestra vuole una chance alle regionali del Lazio il nome dev'essere uno solo. E allora, dal momento che Sergio Pirozzi non sembra intenzionato al passo indietro - "mi ritiro solo se me lo chiedono gli elettori" - i leader potrebbero essere costretti a convergere su di lui.

Sono ormai settimane che il risiko delle candidature tra le file di Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega va avanti senza soluzioni. Perché non solo non si trova l'accordo interno su un candidato che piaccia a tutti, ma il sindaco di Amatrice (che sondaggi danno tra il 10 e il 20 per cento) tira dritto rifiutando seggi e controseggi messi sul piatto per convincerlo a farsi da parte, e minando alla base le possibilità di vittoria della destra.  

Nel frattempo l'ipotesi Maurizio Gasparri - parlamentare azzurro di lungo corso fortemente voluto dal Cavaliere - sembra già tramontata, in parte ostacolata dalla corrente dell'europarlamentare Antonio Tajani, forte nel Lazio, che invece aveva lanciato Gennaro Sangiuliano, vice del Tg1, profilo civico. Idem per Fabio Rampelli di  Fratelli d'Italia, nome comunque di facciata perché il partito di Giorgia Meloni punta all'ultima parola in Friuli Venezia Giulia. D'altra parte, naufragato almeno per ora il tentativo di "liberarsi" dell'ex allenatore di calcio, già in campagna elettorale da settimane, i leader potrebbero ritrovarsi costretti a sceglierlo ob torto collo, negoziando un ticket con un profilo politico che lo affianchi nel ruolo di vice presidente. Chi sarebbe disponibile? 

Guido Bertolaso, prima opzione emersa nei giorni scorsi, ha già smentito. L'ex numero uno della Protezione Civile, già candidato poi ritirato alle amministrative romane del 2016, è stato chiaro: non vuole incarichi. Altra possibilità Francesco Giro, senatore che avrebbe volentieri appoggiato Gasparri, o il capogruppo FdI in Campidoglio Fabrizio Ghera. La porta è più che mai aperta e il tira e molla con Pirozzi sempre più complesso. Anche perché, riferiscono i bene informati, quella dei partiti sarebbe una convergenza "con il naso turato". Che il sindaco "con lo scarpone" non sia in simpatia a nessuno o quasi non è una novità. Dargliela vinta vorrebbe dire movimentare gli stessi rapporti di forza interni al centrodestra (ad appoggiarlo fin dalla prima ora i sovranisti Gianni Alemanno e Francesco Storace). E c'è chi è pronto a scommettere che prevarrà l'orgoglio: "Meglio perdere che dargliela vinta". 

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