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Regionali Lazio 2013

Regionali, Strano: "La rappresentanza politica? Uno strumento nelle mani dei cittadini"

Intervista a Pino Strano, candidato alla presidenza della regione per la Rete dei cittadini

Per Pino Strano, candidato per la Rete dei cittadini alla presidenza della Regione Lazio "ai cittadini deve andare l'ultima paroa". A Romatoday ha raccontato il suo progetto per il Lazio.

Quali sono i temi che ritenete più urgenti nel programma per il Lazio?

Il tema più importante è certamente quello della sovranità. In tutte le sue espressioni: quella monetaria, quella territoriale e quella politica. Per quanto riguarda la prima mi riferisco al controllo dell'emissione della moneta nel contesto regionale: è necessario implementare gli strumenti di controllo monetari per ridare fiato all'economia. Il secondo punto invece riguarda la possibilità per i cittadini di avere l'ultima parola sull'utilizzo delle risorse del territorio.

E la sovranità politica?

Per poter fare tutto questo serve sovranità politica. Puntiamo a liberarci dalla schiavitù dei partiti. Non condivido la divisione tra gli schemi ideologici che portano i cittadini a votare per un paradigma politico piuttosto che per un altro. Al posto di questi schieramenti preferiamo sostenere dei progetti concreti.

A propostio di schieramenti ideologici. La Rete dei cittadini, è più vicina a destra o a sinistra?

Siamo lontani da qualsiasi scheramento. Secondo me è necessario decidere sui singoli temi o progetti come cittadini e non come esponenti di un partito politico. Per il nostro movimento la rappresentanza politica deve essere uno strumento in mano ai cittadini.

Si parla tanto di partecipazione. Quanto è importante questo aspetto per un movimento di cittadini?

Il nostro programma è stato costruito con i cittadini tra cui ci sono delle intelligenze e delle competenze in grado di costruire delle proposte valide. Come Rete dei cittadini, una volta eletti, proporremo una serie di strumenti per favorire la partecipazione in merito alle decisione che dovrà prendere l'amministrazione regionale.

Per esempio?

Vorremmo introdurre dei referendum propositivi e deliberativi senza quorum. Altri provvedimenti utili sono quelli che favoriscono la trasparenza come la pubblicazione on-line dei contratti stipulati dall'ente o quella degli stipendi.

Le due emergeze che si trova ad affrontare il Lazio sono la gestione dei rifiuti e la sanità. Avete pensato a qualche azione per superarle?

Per quanto riguarda i rifiuti è necessario mettere in campo soluzioni fin da subito. Il Lazio già è fuorilegge rispetto a quanto imposto dall'Unione Europea per lo sversamento nella discarica di Malagrotta di rifiuti non trattati. Noi proponiamo di intraprendere la strada verso i "Rifiuti zero", l'unica che rende superflui inceneritori e grandi impianti ed elimina gli sprechi. Ma non proponiamo solo delle modifiche al metodo di smaltimento ma anche la predisposizione di azioni per non produrli. Nel Lazio, per esempio, si potrebbero favorire economie a chilometro zero.

E per la sanità?

Per quanto riguarda la sanità scontiamo il limite nazionale in cui ormai le risorse sono gestite in base ai meccanismi imposti dalla Bce e dalle banche private.

E nel Lazio cosa serve?

Prima di tutto cambieremmo tutti i dirigenti nominati "politicamente" e riassegneremmo le cariche in base a criteri di efficienza. Ci opponiamo ai tagli lineari che per definizione non hanno come obiettivo i bisogni e la qualità del servizio ma il rispetto di criteri puramente economici. Inoltre introdurremo degli strumenti per fare in modo che i cittadini possano dire la loro sull'efficacia del servizio. Da questo punto di vista faremo in modo che anche gli operatori sanitari che svolgono il servizio vengano inteprellati. Si dovrebbero istituire dei tavoli tecnici in cui si incontrano gli operatori e le associazioni degli utenti.

Un punto all'ordine del giorno della campagna elettorale di tutti i candidati è la riduzione dei costi della politica.

Lo sostengono tutti, anche quelli che se li sono intascati per tutti questi anni. Noi puntiamo ai fatti. Abbiamo firmato una dichiarazione che qualora venissimo eletti continueremo a percepire lo stesso stipendio che prendiamo ora.

Di competenza della regione Lazio ci sono una serie di "grandi opere", penso per esempio alla Roma-Latina. Che posizione avete su questo tema?

Siamo a fianco del comitato che si batte contro la realizzazione della Roma-Latina. In questa regione c'è la necessità di recuperare territorio e bloccare il consumo di suolo. Bisogna ripensare anche la qualità dell'agricoltura: dire basta alle colture massificate, bloccare la produzione di energia con le biomasse. Al loro posto, puntare sull'alta qualità, sulla diversificazione.

E' la seconda volta che vi candidate alla Regione Lazio. E' cambiato qualcosa rispetto alla prima esperienza?

Abbiamo lasciato l'asticella del discorso territoriale per affrontare e capire i problemi di questa regione a livello più generale. Come per esempio la questione monetaria. Proponiamo la cambiale sociale e il reddito di cittadinanza, insieme a una serie di provvedimenti per ridare fiato all'economia.

Cos'è la cambiale sociale?

E' uno strumento monetario parallelo all'euro che potrebbe essere utilizzato su scala regionale per sostenere le imprese e l'economia territoriale. E' già stato utilizzato in passato, per superare momenti di crisi simili. Il debito regionale, così come quello nazionale, crollerebbe se eliminassimo gli interessi che versiamo alle banche.

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