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Elezioni comunali 2011

Il Pd pensa già alle prossime comunali e si fa largo il nome di Zingaretti

Peciola, Patanè, Corsetti e Miccoli vedono nel presidente della Provincia il candidato ideale per battere Alemanno. Si ipotizzano anche alleanze con l'Udc per ridare la città al centro sinistra

nicola-zingarettiProve generali per il candidato sindaco del pd romano. La paventata, o meglio  sperata, crisi nella giunta capitolina a causa di possibili salti della barricata tra Pdl e Fli, mette l'acquolina in bocca all'opposizione che pensa con un po' più di speranza al futuro; futuro che però ha bisogno di un candito che sia in grado di battere Alemanno.
Quindi, i fari si sono puntati, più o meno all'unisono, sull'unico e ultimo vincente della sinistra romana: Nicola Zingaretti. In molti lo vorrebbero come guida della sinistra capitolina, seduto lì, nel colle più importante a dirigere la città eterna. Ma il sogno del ritorno a una “Roma rossa”, od ormai,  verdognola, si scontra con diverse questioni: innanzitutto, la crisi nella giunta Alemanno che ancora non accenna ad arrivare. anzi, proprio di lunedì scorso erano segnali di distensione tra Alemanno e Croppi, nonostante il passaggio dell'Assessore alla Cultura a Fli, quindi la questione tutta interna al Pd sulla scelta del candidato e, in caso si trattasse di Zingaretti, scoprire se sia disposto a lasciare la provincia per intraprendere una corsa che non si sa bene quali risultati potrebbe avere.

Gianluca Peciola
, consigliere provinciale di Sinistra, Ecologia e Libertà e coordinatore del Gruppo Federato della Sinistra in Provincia, non ha dubbi: “Zingaretti ha dimostrato in questi due anni e mezzo di mandato di essere un ottimo Presidente della Provincia di Roma e sicuramente sarà lo sfidante migliore per sconfiggere Alemanno.”
Continua Peciola spiegando le sue convinzioni: “Il laboratorio politico-istituzionale della Provincia di Roma rappresenta un'alternativa credibile per affrontare la sfida. Gli elementi di questo laboratorio del centrosinistra sono la coesione politica, la connessione con i problemi e le aspirazioni del territorio, il buon governo e l'investimento su settori economici che rappresentano un antitodo contro la crisi. Come gli investimenti sull'economia verde, sulla formazione e sulla cultura. E' evidente che Zingaretti - sottolinea - è il migliore in campo, ma le primarie devono essere il metodo democratico per la scelta del candidato e noi, che in questo momento stiamo definendo gli organi dirigenti del partito a livello provinciale e regionale, valuteremo se presentare un nostro candidato o se, come auspico, sostenere da subito il Presidente Zingaretti. Roma merita di più e lo sfascio di questi anni - conclude Peciola - deve essere affrontato con un governo solido del centrosinistra, così come si è realizzato nella Provincia di Roma".

Parlano di Zingaretti, di una possibile crisi nella giunta capitolina e di alleanze Marco Miccoli, Orlando Corsetti ed Eugenio Patané: “C'é il rischio che la situazione precipiti anche in Campidoglio, bisogna tenersi pronti” dichiara Miccoli a Radio Futura.
Per Corsetti, presidente del I municipio, "difficilmente Alemanno si farà trascinare in una crisi, ma nel caso il Pd non deve avere dubbi nel candidare Nicola Zingaretti". Il presidente della provincia è stato definito da tutti un punto di riferimento dell'intero centrosinistra romano, ma quando sarà il momento, sia Miccoli che Patané su questo si sono detti d'accordo sarà "necessario passare per le primarie, per una legittimazione popolare".

Sulle possibili alleanze a Roma, Corsetti ha ricordato la presenza nella sua giunta dell'Udc, ritenendo possibile un'alleanza che vada dal partito di Casini allo schieramento di Vendola. Di altro avviso Patané, per il quale "la città è divisa in due schieramenti alternativi ed è illusorio pensare di riuscire a pescare voti nell'altro schieramento". Per Patané occorre innanzitutto "al di là delle alchimie partitiche, ridare passione alla nostra gente". "Prima delle alleanze vengono i programmi - ha detto da parte sua Miccoli - fornire ai cittadini un progetto chiaro della città che vogliamo, ripensando innanzitutto le periferie". Tutti d'accordo sulla necessità di un rinnovamento della classe dirigente, ma senza parlare di "rottamazione", come fa il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. "Rottamare, si - ha detto Corsetti - ma più che gli uomini i vecchi schemi che hanno regolato la vita del nostro partito".
 

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