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Elezioni Roma 2016

"Da Wiki Roma al Campidoglio, le mie idee per rimettere in moto Roma"

Tra le fondatrici del progetto Wiki Roma, Stefania Gliubich racconta a RomaToday come Roma puo' tornare ad essere un modello per l'Italia: "Altro che Milano!"

E' una delle figure più carismatiche candidate nella lista civica Giachetti. Stefania Gliubich, tra le fondatrici di WikiRoma, è tra le poche candidature non solo nuove, ma innovative. Un'esperienza professionale di successo nelle politiche pubbliche per la crescita e lo sviluppo territoriale, la Gliubich è pronta a mettere la propria professionalità a servizio dei romani candidadosi come consigliera comunale. Obbiettivi? Tanti, due su tutti: utilizzare meglio i fondi europei ed attrarre investimenti dall'estero. L'abbiamo intervistata per capire meglio le sue proposte e come verranno messe in pratica. 


Stefania Gliubich, lei è tra le candidate che più incuriosiscono nella lista Giachetti. Da WikiRoma alla candidatura, perché?

Grazie, mi fa piacere sentirlo. Forse perché con Wikiroma abbiamo fatto tante proposte e perciò è un segnale che la competenza paga. Non mi sono mai occupata di politica anche se la vita collettiva mi interessa molto e per questo ho fondato WikiRoma (www.wikiroma.it), insieme a gruppo di professionisti ed esperti in varie materie, tutti animati dal desiderio di contribuire alla rinascita della nostra città attraverso proposte concrete. Tra le tante persone che ci hanno dedicato attenzione c’era anche Roberto Giachetti che ha letto i nostri dossier, gli sono piaciute le nostre idee e ha partecipato da ascoltatore alle nostre iniziative. E quando ha deciso di correre per il Campidoglio ha voluto che io mi candidassi nella sua lista civica. Ho pensato che fosse la cosa giusta da fare perché le idee da sole non bastano, bisogna anche impegnarsi per realizzarle e sostenerle in prima persona.

Con WikiRoma siete riusciti anche a quantificare alcune differenze importanti tra Roma e Milano. Ce le puo' illustrare rapidamente?

A Milano ci si mette meno per andare al lavoro e a scuola, in media 26 minuti contro i 31 dei romani, il che vuol dire che, sommati per i residenti a Roma, fanno perdere ai romani complessivamente 300 giorni l’anno. A Milano gli uffici del comune funzionano meglio: in termini di attesa allo sportello pubblico Roma è al penultimo posto e Milano è tra le prime città italiane. A Milano si usano di più i mezzi pubblici: oltre il 70% dei milanesi usa il trasporto pubblico, a Roma solo il 45. A Milano la gente vive in maniera meno stressante, un dato per tutti, quello della litigiosità: i romani che nell’ultimo anno hanno avuto una causa civile sono quasi il doppio dei milanesi.  Però abbiamo tanti primati positivi: dalle analisi di WikiRoma siamo stati sorpresi perché nella nostra città più che a Milano ci si fida dei vicini e persino degli sconosciuti. Abbiamo un’umanità forte, che ancora ci permette di affrontare i problemi e che ci fa sperare nel futuro, Roma è seconda solo a Milano in Italia per le attività di volontariato. Direi che quello che è pubblico a Milano è migliore, ma abbiamo un fondo d’umanità che non ci dispiace, nonostante tutto. 

Cosa bisogna fare per riequilibrare la situazione?

Se Roma aggiusta la sua macchina pubblica, comprendendo gli uffici del Comune, l’ATAC, l’AMA, i trasporti, le strade pulite, la logistica; se fa tutto questo, e punta allo sviluppo del suo territorio e delle sue imprese, non la ferma nessuno. Altro che Milano!

Tra i punti importanti che accompagnano la sua candidatura c'è l'istituzione di un ufficio che si occupi di finanziamenti all'interno della macchina comunale. Ci può spiegare come funzionerebbe?

La ricerca e l’uso efficace delle risorse (europee e non) parte dall’identificazione dei progetti che vanno inseriti nella pianificazione della città e fondati sulle esigenze del territorio e con una visione di futuro. Questo è quello che deve fare il Comune, utilizzando fino all’ultimo euro di fondi europei che Roma non può più permettersi di perdere. Io per lavoro mi occupo di politiche europee e so che i finanziamenti comunitari, insieme alle altre fonti di investimento, sono una leva di sviluppo straordinaria. Siamo al paradosso che una città come Roma che avrebbe proprio bisogno di investimenti aggiuntivi, invece si lasci sfuggire queste occasioni.

WikiRoma, ed ovviamente lei, fa della trasparenza e della comunicazione verso i cittadini un punto cardine. Ci puo' spiegare cosa ha sinora perso Roma con quest'oscurantismo verso i cittadini?

Le faccio un esempio: se al potenziamento della centrale unica degli acquisti, che deve essere ampliata a nuove voci di spesa, affiancassimo la digitalizzazione dell’intero ciclo passivo, cioè dalla definizione del fabbisogno fino al monitoraggio della spesa, la trasparenza del processo di acquisti del Comune sarebbe totale. Con il doppio effetto di ridurre la spesa e neutralizzare i furbetti. I cittadini a Roma sono trattati un po’ con sufficienza. Sembra che a Roma contino solo le relazioni, le telefonate importanti, le raccomandazioni, il familismo, mentre le regole sembrano dei fantasmi che non servono a nessuno. Noi dobbiamo ribaltare le cose e mettere il rispetto delle regole davanti a tutto. In una nostra indagine abbiamo scoperto che il caos di Roma è pagato soprattutto dalle persone che hanno meno strumenti intellettuali e meno conoscenze, e anche dalle donne. Insomma l’inefficienza non è neutra, ma incide su chi ha meno relazioni e non ha altro modo di farsi valere se non attraverso il rispetto delle regole. Io sono con loro.

Come puo' Roma tornare ad attirare investimenti esteri?

Bisogna semplificare e dare assicurazioni agli investitori esteri. Le do un dato: nel 2015 a Roma sono arrivati solo 880 mln di euro in investimenti nel real estate. A Milano nello stesso periodo 4,4 miliardi, quasi 5 volte tanto. Gli investitori non fanno questione di soldi, perché Roma è una bella piazza per gli investimenti immobiliari, ma vogliono certezza amministrativa, vogliono sapere quanto devono aspettare per avere una concessione, quanto devono pagare e se hanno diritto o no a realizzare i loro progetti. Non possono vivere in una situazione ambigua, in cui non si capiscono le regole, in cui vince l’interpretazione soggettiva. Roma sta ormai perdendo la sua vocazione direzionale (cioè quella di sede di banche e di società partecipate dallo Stato). E’ quindi necessario soprattutto nel centro storico facilitare la trasformazione in alberghi e in retail dei palazzi attualmente adibiti ad uffici. Tutti investimenti molto più coerenti con la vocazione turistica che vogliamo dare a Roma e creare così posti di lavoro e sviluppo. Insomma ciò che non è abitativo, e nel rispetto delle regole urbanistiche, deve essere considerato equipollente. Dobbiamo seguire le indicazioni del mercato, non dei burocrati e della corruzione.

Perché Roberto Giachetti puo' meglio rappresentare di altri candidati queste sue idee?

Perché Roberto ci conosce, ci ha seguiti, e sa come lavoriamo. E’ una persona che conosce Roma perché è stato impegnato nel Comune proprio negli anni migliori di Roma, quelli del Giubileo del 2000. E’ un democratico, sostenitore della primazia delle regole. Per noi è una certezza di competenza, di onestà e di visione moderna della città.

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