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Elezioni Roma 2016

#PerRoma senza Sel: "Giachetti candidato atto autoritario di Renzi"

Il presidenti Catarci e Fantino (Sel) diserteranno l'iniziativa indetta da tutti i minisindaci per il prossimo 23 gennaio. Così anche il 'fronte compatto' dei municipi 'Pd-Sel' verso le amministrative si è spaccato

Era nato come il tentativo di tenere insieme un fronte compatto tra Sel e Pd, facendosi forza dell'esperienza amministrativa nei territori. E invece, dopo un week-end di botta e risposta a livello politico cittadino e nazionale, anche il fronte dei municipi si è spaccato. Andrea Catarci e Susi Fantino, presidenti del VIII e del VII di Sel, il prossimo 23 gennaio non saranno al Teatro Brancaccio all'iniziativa #PerRoma messa in campo dai minisindaci della capitale. Anche qui la frattura ha un nome e un cognome: la candidatura a sindaco di Roberto Giachetti. Una candidatura che per Fantino e Catarci è stata "decisa lontano dalla città, dalle sue sofferenze e pulsioni", "ennesimo atto autoritario voluto da Renzi contro Roma, nella duplice veste di leader di governo e PD”.

In una lunga nota Catarci e Fantino spiegano i motivi della loro decisione. Dal commissariamento del Pd dopo mafia capitale al rimpasto 'senza Sel' fino alla cacciata di Marino, il dito è puntato contro le scelte del premier Renzi. L'ultima è la scelta di Giachetti a candidato sindaco di Roma: "Per evitare ogni dialogo tra società civile e pezzi di politica, per scongiurare quel confronto nel centro sinistra che considera un rischio, per allontanare la possibilità di riempire di sostanza e personalità esterne alle burocrazie la proposta alla città, magari rinunciando pure a simboli partitici come auspicato da molti, ha chiuso la porta e la partita, incoronando Giachetti e ribadendo di essere solo lui a decidere". Il tutto "alla vigilia dell’iniziativa al Teatro Brancaccio, promossa dai Presidenti dei Municipi in sintonia con il centro sinistra regionale proprio per dare aria all’ipotesi di coalizione, sociale e culturale prima ancora che politica". 

Risultato: per Fantino e Catarci la decisione di incoronare Giachetti "vanifica le prove di dialogo plurale incoraggiate dai Presidenti dei Municipi, togliendo senso e prospettiva all’iniziativa #perRoma del 23 gennaio". In altre parole: lo spazio per mantenere un "campo largo", così come era stata definita l'iniziativa al Bracaccio, senza "proposte studiate a tavolino", per Catarci e Fantino non c'è. E il rischio sarebbe quello di "ingenerare spiacevoli equivoci nel confronto con le forze sociali, culturali, sindacali, economiche, civiche, di movimento, della cooperazione e del volontariato, alimentando l’idea illusoria che sulle ceneri del centro sinistra possa comunque rinascere a Roma una ipotesi unitaria, permeabile, convincente e condivisibile". Meglio che ognuno resti con il suo progetto, quindi. Ognuno con il suo candidato. Nel caso di Fantino e Catarci, Stefano Fassina. Che ringrazia su Facebook: "Grazie per il prezioso sostegno a Susi Fantino e Andrea Catarci perché ‪#‎perRoma‬ hanno provato fino all'ultimo a rianimare l'autonomia politica del Pd di Roma".

La prima risposta è arrivata da Daniele Torquati, Presidente del Municipio Roma XV: "Leggo con preoccupazione e rammarico la notizia. Ne resto dispiaciuto, ma soprattutto sorpreso per il prezioso lavoro che abbiamo fatto insieme nei Municipi, in Regione e, al di là delle polemiche, anche in Comune" esordisce nella nota. "Un lavoro di squadra che non andrebbe sprecato, ma anzi raffinato e migliorato. Le primarie e una coalizione larga potrebbero permettere tutto questo, sapendo che c'è ancora tanto lavoro da fare, ma evidentemente a prevalere sono altre logiche. Logiche nazionali, lontane da Roma, dai suoi territori, dai suoi cittadini e dai loro bisogni soprattutto. Chiudersi in un recinto non è utile per Roma, dove nessuno può pensare di governare da solo" continua. "Il linguaggio di questi giorni non mi piace: i recinti possono essere utili a livello nazionale. A livello locale rischiano invece di veder spazzata via un'intera classe dirigente dai territori. Una responsabilità assurda che non tiene conto di nulla, se non delle ambizioni di pochi. #perRoma poteva essere un'occasione per ribadirlo". 

Sulla stessa linea anche la presidente del I municipio Sabrina Alfonsi: "Sono molto dispiaciuta" ha esordito in una nota. "Subito dopo essere stata annunciata l'iniziativa #perRoma ha già avuto il merito di dare l'avvio alla discussione in città sia sul programma di governo che sulle alleanze per la costruzione di un campo largo all'interno del centrosinistra, con il quale provare a vincere le prossime elezioni a Roma. Rispetto alla chiusura iniziale, negli ultimi giorni ci sono stati segnali di apertura al confronto: dalla lettera aperta di Stefano Fassina con i punti programmatici sui quali invita a discutere e tra i quali ritengo ci siano alcune delle vere priorità della città, fino alla sua disponibilità a ridiscutere tutto nel caso in cui prendesse corpo l'ipotesi della lista civica del centrosinistra avanzata da Walter Tocci. Così come la richiesta di primarie di coalizione avanzata da Roberto Giachetti e il suo invito all'ex sindaco Marino a partecipare". Per questo, conclude Alfonsi, "ritengo che l'iniziativa del Brancaccio, con il contributo che può venire dagli amministratori locali che in questi tre anni si sono misurati con i problemi della città, in un confronto continuo con i cittadini e le forze produttive e sociali, resti fondamentale per continuare il dibattito su come si governerà Roma nei prossimi anni".

Nel pomeriggio, proprio dai municipi, era partito un attacco diretto al candidato sindaco Stefano Fassina. Con un messaggio affidato a Facebook è il presidente del IX municipio Andrea Santoro a parlare: "Caro Stefano Fassina ti stimo. Ma evidentemente tu i punti programmatici li discuti da solo, io da presidente con qualche migliaio di cittadini. Anche perché se in giro si scopre che dei tuoi 10 punti per Roma che mi hai proposto almeno 5 li potevi (e dovevi) comodamente affrontare da parlamentare e viceministro (di un governo fatto insieme a Berlusconi) e non da Sindaco di Roma non fai una bella figura".

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